“Non intendo evacuare da Beirut”. Lo dice Vincenzo Speziali, spiegando che, “a seguito degli eventi di ieri, amo ancora di più Beirut e il Libano, e non solo in virtù del fatto che mia moglie e i miei figli sono libanesi”. L’imprenditore calabrese, da anni a Beirut, ricorda di aver “molto ricevuto dai libanesi, che nuovamente vivono per l’ennesima volta, un nuovo martirio“.
“Se non mi piegai a teoremi farlocchi e mai mi sono intimorito rispetto a prepotenze come quelle cagionatemi dagli inquirenti reggini -attraverso accuse poi miserevolmente crollate (difatti vi è un procedimento penale a loro avverso, sulla scorta di una denuncia, che mi vede parte lesa, proprio qui in Libano e procederà nel solco del Trattato Bilaterale con l’Italia, poiché l’attuale guerra finirà prima o poi) – dicevo, se mai ho indietreggiato nella mia vita, non lo farò neanche adesso”, dice. “Resto, pur subendo la probabile incursione di carri armati sin sotto casa, oppure il crepitio di cruenti bombardamenti. È il martirio di una nazione, ripetuto tragicamente, sempre uguale a se stesso”, afferma Speziali.
“A Dio Onnipotente affido la mia vita e quella dei miei cari, in un momento tanto drammatico”, sottolinea, confermando “la definitiva intenzione di restare al fianco di questo meraviglioso popolo, del quale sento di fare parte, in ossequio a una forma sincera e doverosa di riconoscenza verso questo Paese, che ha sempre tutelato e difeso i miei giusti e veri diritti, assieme alla mia stessa dignità”.