Qualche giorno fa, la Commissione del MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha dato il via libera ufficiale all’intervento dell’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, per quanto riguarda i primi due lotti, ovvero fino a Praia a Mare. Si tratta di 9 miliardi di euro da impiegare per 100 km di opere che passano da Campania e Basilicata e arrivano poi, appunto, fino a Praia a Mare. La notizia è stata accolta con entusiasmo e ottimismo da parte di chi crede realmente in uno sviluppo del Sud, che può arrivare solo attraverso le infrastrutture e i trasporti. Una notizia che è buona e come tale va recepita, anche perché – per la prima volta – la vera Alta Velocità arriverà fino in Calabria.
Ad oggi, si sa, l’Alta Velocità arriva fino a Salerno. Significa che il tempo impiegato da Milano a Roma, con la vera AV, è di circa 3 ore, mentre quello impiegato da Roma a Reggio – distanza simile in termini di chilometraggio – è di circa 5 ore e 30 minuti. Questo perché, dopo Salerno, la velocità si riduce, essendo vecchi e obsoleti i tracciati ferroviari di Basilicata e Calabria. Completare i primi due lotti, e cioè portare l’AV anche in queste due Regioni, significa compiere un primo grandissimo passo in avanti. Tra l’altro, va evidenziato, mai compiuto nel corso della storia in Italia, neanche dai Governi – più o meno recenti – che oggi gridano ai complotti, al Nord brutto e cattivo, al Governo che dimentica il Sud e a un’Italia spaccata.
Eppure oggi – ma era prevedibile, perché questo è ormai il modus operandi di chi è contrario allo sviluppo in questa terra – c’è chi parla di binario morto, di Calabria emarginata, di Alta Velocità che si fermerà ai primi due lotti. Ma perché? Dove? Tutte queste certezze, esattamente, da dove provengono? Come spiegato in altro articolo, si parla di primi due lotti proprio perché l’intenzione è di realizzarne altri. Però, prima di arrivare anche nella bassa Calabria, è necessario completare la parte che la precede. Per ora il MASE ha dato l’ok fino a Praia a Mare, poi si dovrà decidere su quale tracciato procedere per i lotti successivi (già previsti, in tutto sono 7) fino a Reggio Calabria, mentre in Sicilia si sta già lavorando lungo l’asse Messina-Catania-Palermo.
La prospettiva Ponte sullo Stretto
La volontà dell’Alta Velocità fino in Sicilia, ovviamente, nasce in prospettiva Ponte sullo Stretto. Per questo, l’opera di collegamento, non può e non deve essere considerata una cattedrale del deserto. Da sola, è ovvio, non rappresenterebbe nulla, nulla fuorché una bella e mastodontica opera da fotografare. Ma non è questo l’obiettivo, perlomeno non solo questo. E’ far sì che – come ripetono in tanti, sgolandosi invano – il Ponte sia catalizzatore di altre importanti opere, finanziamenti, cantieri. Tutti volti a contribuire allo sviluppo del Sud. E così l’Alta Velocità richiama il Ponte sullo Stretto, e viceversa il Ponte sullo Stretto richiama l’Alta Velocità. E’ così che, anziché 5 ore e mezza, anche per la tratta Reggio-Roma impiegheremo 3 ore, come accade per arrivare a Milano. Per arrivare a Messina, grazie alla linea ferrata sul Ponte, ce ne impiegheremo 3 e mezza.
I prossimi passaggi
Proprio in merito al Ponte sullo Stretto, i prossimi passaggi saranno cruciali. Il primo è a brevissimo, tra una settimana: il 12 settembre, infatti, ci sarà la presentazione delle integrazioni al MASE. Due mesi dopo, a metà novembre, si chiuderà la conferenza dei servizi e la Commissione VIA-VAS esprimerà il proprio parere, così che il CIPESS possa preparare l’istruttoria (30 novembre). A dicembre ci sarà la preparazione della riunione del CIPESS più la delibera, elemento che procede la progettazione esecutiva a stralci per buona parte del 2024. A cavallo con l’inizio del 2025, poi, ci sarà l’avvio dei cantieri, con le opere di bonifica, gli espropri, le piste di cantiere ecc…).