“Spett.le Redazione, ho letto con attenzione il Vostro articolo del 18.09.2024 dal titolo “Reggio Calabria, adesso la sinistra si scopre Scopellitiana…” La prima considerazione che mi viene in mente è che vorrei citarvi per plagio, perché il riferimento a Peppe dj è stata la primissima cosa che mi è venuta in mente appena ho saputo della presenza dell’avv. Falcomatà sul palco con Fedez. Io non ero presente al suo concerto essendo cresciuto con la musica dei vari (per rimanere in Italia) Battisti, Cocciante, De Gregori, De Andrè, Dalla… Tutta roba ormai “superata” dalla musica moderna e, soprattutto dai testi di Fedez, di ben altro livello. Ma come spesso mi dice mia moglie, io sono retrogrado, “antico”, perciò non riconoscere l’arte moderna è uno dei miei (tanti) limiti“. E’ quanto ci ha scritto oggi un lettore di StrettoWeb, in una lettera firmata.
“Ho deciso di scrivervi – continua F.S. – innanzitutto per osservare come nel Vostro riferimento alle cose realizzate dal Peppe dj originale, abbiate omesso di citare almeno un paio di elementi di non secondaria importanza. Il primo probabilmente dovuto al fatto che è riferito ad un periodo successivo alla sua sindacatura, cioè agli anni in cui era Presidente della Regione Calabria (quindi effettivamente non ascrivibile a dimenticanza) ed è il riconoscimento della città di Reggio Calabria come Città Metropolitana, avvenuto grazie appunto a lui e a un uomo politico e imprenditore che si chiamava Silvio Berlusconi. Credo che di questo si parli davvero poco, perché troppo spesso sento il reggino medio o addirittura medio-alto (sigh…) esprimersi al riguardo in modo ironico, se non sprezzante: “E ppoi rinnu chi ssimu città metropolitana…”. Questa la loro analisi più intelligente e approfondita fra le tante che sento o leggo sui social. Riuscendo a sovvertire la realtà, perché invece di additare chi ha ridotto Reggio nelle condizioni in cui si trova, trovano il modo di ironizzare su chi l’ha elevata al rango appunto di Città Metropolitana. Credo che sarebbe il caso di spiegare a queste persone, alle quali, nonostante tutto, viene riconosciuto il diritto di voto a prescindere, i benefici, soprattutto economici, che derivano dal riconoscimento di Città Metropolitana. Anche perché, dato che per nove lunghi anni, per qualunque inadempienza, qualunque mancanza, qualunque nefandezza di questa giunta, ci siamo sentiti sempre rispondere: “Eh ma è colpa del buco di bilancio…”, forse si potrebbe anche parlare un po’ delle cospicue entrate che scaturiscono e scaturiranno proprio dallo status di Città Metropolitana“.
“Poi magari – dice ancora il lettore di StrettoWeb nella sua missiva – per rendere l’idea della portata dell’”impresa” realizzata dal Peppe dj originale, senza esagerare con spiegazioni troppo “complicate” per loro, potremmo limitarci ad osservare che le città Metropolitane in Italia sono 14 (quindi saremmo tra le “migliori” città d’Italia) e, viceversa, Reggio Calabria è posizionata nelle ultimissime posizioni in tutte le classifiche che fanno riferimento alla vivibilità“.
“Un altro eccellente risultato della sua azione amministrativa, fu la bonifica dell’area ex Caserma 208, occupata per decenni da baracche fatiscenti e malsane abitate dai rom che, come tutti sanno, vi avevano in pratica allocato un vero e proprio servizio informazioni per i malcapitati ai quali erano state rubate le auto e gli scooter. Una situazione allucinante alla quale tentarono meritoriamente di porre fine quasi tutti i Sindaci che precedettero Scopelliti (come lo stesso prof. Italo Falcomatà), ma senza successo. Naturalmente non mancò chi tentò di denigrare questa riuscita opera di normalizzazione del territorio, accusando il Comune di avere consegnato ai rom delle case nelle quali, ad esempio, l’impianto elettrico “non sarebbe stato a norma” e altre amenità del genere; al punto che all’epoca, il quotidiano Gazzetta del Sud, si rammaricò con pungente ironia per il fatto che non fossero stati individuati degli attici sul Corso Garibaldi da assegnare agli occupanti delle baracche. Coloro che poi accusarono Scopelliti di avere destinato troppe abitazioni ai Rom ad Arghillà, erano gli stessi che accusavano di razzismo chi non vedeva di buon occhio la comunità dei rom. All’occorrenza, erano disposti anche loro a demonizzarli, pur di denigrare il nemico. Nessuna importanza veniva data ad esempio, al fatto che, finalmente, si dava la possibilità a tanti bambini di vivere in una casa dignitosa, nonostante proprio qualche mese prima dello sgombero delle baracche, una bambina fosse deceduta proprio a causa delle pessime condizioni igieniche in cui era costretta a vivere“.
“Vorrei concludere rivolgendomi direttamente a Giuseppe Scopelliti. Vorrei dirgli – aggiunge ancora F. S. – che in una città che sta sprofondando sempre di più, che si sta spopolando ormai da anni e anni, in una città dove ormai da tempo noi genitori siamo rassegnati all’idea che i nostri figli possano avere un futuro solo lontano dalla loro terra, appare delittuoso che chi può dare una mano concreta affinché Reggio non giunga alla totale desertificazione, non lo faccia. Alle prossime elezioni amministrative, dopo uno scempio di oltre dieci anni, probabilmente vincerà la destra. Ma quale destra? Abbiamo oggi una classe politica di destra in grado di sovvertire il trend negativo che attanaglia la nostra terra? Se dobbiamo basarci (e solo quello possiamo fare) sull’efficacia dell’azione dell’opposizione all’armata Brancaleone della brutta copia di peppe dj, non abbiamo alcuna speranza. Se la destra dovesse vincere, sarà solo per demeriti altrui; il fatto stesso, che sia riuscita a perdere le elezioni dopo il già disastroso primo mandato di Giuseppe Falcomatà, la dice lunga sulle sue capacità. Dunque io credo che Giuseppe Scopelliti dovrebbe riuscire a trovare la forza di fare quello che ha fatto per anni: anteporre gli interessi e il bene della propria città a quelli propri. Oggi, dopo le vicissitudini che ha dovuto affrontare, è del tutto naturale che per un umano istinto di conservazione, lui escluda di tornare in campo, di gettarsi nuovamente nell’agone politico. Ma Reggio ormai è il Titanic: sta affondando con tutta la sua gente e solo chi ha idee, chi ha capacità, chi è “visionario” può tirarla fuori dagli abissi nei quali ormai sta sprofondando. Ci pensi. E pensi alla sua Reggio, un gioiello che oggi è ridotto a scadente bigiotteria, ma che nelle mani giuste, può tornare a risplendere come meriterebbe. F. S.”