Come al solito, a Reggio Calabria ci si eccita con poco. Basta qualche panchina inaugurata, o qualche foto dall’alto sui social di un martedì sera di Festa di Madonna che avrebbe riempito il centro anche se ci fosse stato Micu u pulici, e si dimentica tutto il resto. Ci si dimentica del caos scuole – che permane tutt’ora – tra inagibilità, trasferimenti lampo, accorpamenti, chiusure e rinvii comunicati all’ultimo secondo (in nome della festa, ma ovviamente non è vero e comunque la motivazione sarebbe ridicola); delle chiusure stradali che hanno interdetto centro e zone limitrofe; dei disagi ai residenti di Botteghelle nonostante le varie richieste; della “Notte Bianca” che però si è scurita, con attività commerciali chiuse di sera, Musei aperti fino a mezzanotte e un dialogo con i commercianti che non c’è stato (e non è una novità).
Però va tutto bene. I fuochi d’artificio sono stati bellissimi, la gente ha mangiato il panino con la salsiccia della profumeria che si è inventata paninoteca per una settimana, Fedez ha cantato davanti alle persone che per assistere non hanno dovuto pagare e poi le stesse sono riuscite a comprare – alle bancarelle – il pelapatate che funge anche da aspirapolvere e da “tirapelucchi” alla modica cifra di “un euro ma solo per stasera e fino a ieri alle 14.37”.
In queste ore c’è chi si è irritato da chi – come anche noi su StrettoWeb – ha ritirato fuori foto di 20 e 15 anni fa sulle vere Notti Bianche. Sbagliato guardare al passato, dicono. E se è vero come è vero che non si può vivere di ricordi, e che bisogna proiettarsi al futuro, è anche vero che prendere spunto dal passato – se positivo – non è delitto. Anche perché Reggio Calabria ha vissuto, tra fine anni ’90 e per i primi Duemila, una grande Primavera sociale, culturale, turistica, sportiva. E forse, come scritto ieri nell’editoriale del Direttore Peppe Caridi, l’Amministrazione Comunale si sta rendendo conto solo ora che si può guardare a quel passato tanto denigrato, arma utilizzata per raccontare una narrazione che gli ha permesso di costruirsi un alibi lungo dieci anni.
Ieri Giorgia Meloni, all’assemblea di Confindustria, ha detto che a creare ricchezza non è lo Stato, ma le imprese. E vale anche per i Comuni. E’ la sinergia con gli imprenditori a far girare l’economia. Un Comune che non dialoga con le personalità della città, da solo, fa molto poco. E qui non stiamo certo parlando del paninaro che lavora per quattro sere, ma di tutto il resto. Confcommercio e Confesercenti, stanche, hanno (finalmente) alzato la voce. Si sono viste sfilare via l’ennesima estate organizzata in fretta e furia, senza programmazione, dopo i clamorosi flop del Natale e del Carnevale. Conoscono la gestione dei dehors in Via Marina e sanno bene che sono rimasti chiusi per tutta l’estate per i soliti superficiali ritardi. Non vogliono, più, che si perdano occasioni, anche perché ora il movimento c’è e il merito è tutto di Ryanair e di chi l’ha portato.
Com’è andata a finire? Come al solito. Che la politica reggina, quando pungolata, si irrita, si offende, si arrabbia, si chiude nella sua presunzione e nel suo delirio di onnipotenza alimentato da tutti quelli che – durante la processione – si affannavano a stringere la mano al Sindaco, quello che magari due ore prima avevano insultato su Facebook.
E così succede che Claudio Aloisio, Presidente di Confesercenti, scriva: “Notte Bianca a Reggio Calabria? Chi l’ha vista? Nessun coinvolgimento delle associazioni, nessun coinvolgimento dei commercianti, nessuna comunicazione specifica, nessun programma. Chi parla di un flop usa un eufemismo. Semplicemente la notte bianca non è mai stata organizzata, non c’è stata, è solo qualcosa rimasto sulla carta e nulla più”. Tutto questo provocando un botta e risposta infinito tra social, note stampa, vociare cittadino, e suscitando l’ira degli Amministratori locali, tra cui il solito Vice Sindaco: secondo loro i commercianti avrebbero potuto aprire comunque, sfruttando il flusso di persone. Senza una guida, senza un dialogo. Perché la colpa è loro, dei commercianti. Certo! E’ colpa loro così come è colpa delle precedenti Amministrazioni, dei cittadini “lordazzi”, della Sorical, di Ecologia Oggi, di chi ha fatto le piste ciclabili, di Gravina e Cellino, di Topo Gigio e di Calimero.
Insomma, non è mai colpa loro, della politica. E chi critica costruttivamente, chi punzecchia, non fa altro che strumentalizzare e creare polemiche ad arte. Non sia mai che voglia provare a stimolare una comunità a pretendere il meglio, a volere una crescita culturale e sociale, a chiedere un turismo vero, i Duran Duran e Natalie Imbruglia, dei servizi efficienti e funzionanti, tributi locali più bassi e uno sport che torni a rinascere.
L’ultima replica di Aloisio: “evitiamo teatrini”
L’acceso confronto a distanza tra Associazioni e politica è proseguita con un altro intervento, sempre sui social, di Aloisio, che ha chiesto di evitare teatrini. “Francamente le polemiche, al contrario di quanto pensano in tanti, non mi hanno mai appassionato. Chi mi conosce sa bene quanto per me sia importante la collaborazione, il concetto di rete, la condivisione, che considero le architravi su cui poggiare la visione di un territorio e le strategie da mettere in atto per supportarla. Quindi mi perdonerete se sulla “Notte Bianca” che nessuno ha visto non spenderò altre parole neanche a fronte delle dichiarazioni di Paolo Brunetti e Giovanni Latella. Ognuno è responsabile di ciò che afferma e se ritiene di percorrere una strada il cui ciglio si affaccia pericolosamente nel dirupo del ridicolo chi sono io per giudicarlo?”, ha scritto.
“Detto questo, quello che invece ritengo assai pericoloso per il nostro territorio è la mancanza dei concetti a cui facevo riferimento. Senza una reale collaborazione tra tutte le parti che compongono la nostra comunità, senza una visione comune sul futuro di Reggio e della sua Area Metropolitana, difficilmente potremo uscire dalle secche di una crisi che non viene certamente risolta da qualche giorno di lustrini e cotillon, utili se parte di una precisa strategia di sviluppo che al momento, come la Notte Bianca, nessuno ha avuto il piacere di vedere. Inutili e autoreferenziali se organizzati “una tantum”.
“Quindi se evitiamo teatrini che lasciano il tempo che trovano e ci rimbocchiamo le maniche per lavorare insieme così da raggiungere obiettivi concreti che abbiano come unico scopo la crescita della nostra città, bene. Altrimenti noi, come Confesercenti Reggio Calabria, continueremo a operare come stiamo già facendo, supportati dalle tante aziende reggine, associazioni, semplici cittadini e amministrazioni illuminate, che credono in uno sviluppo sostenibile che parte dal basso per arrivare a risultati che generano ricadute positive sul territorio. Gli altri risponderanno alla loro coscienza e all’opinione pubblica di ciò che decideranno di fare e, soprattutto, di come decideranno di farlo”, ha concluso.