Ha destato grande scalpore in città l’ennesima aggressione ai danni del medico di turno al pronto soccorso cittadino presso il GOM – Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. L’episodio si è verificato venerdì sera, seppur di lieve gravità rispetto a quanto accaduto nei giorni scorsi in altre città italiane. Una donna di 46 anni, cardiopatica e diabetica, è giunta al pronto soccorso nel tardo pomeriggio accusando un malessere generale. Dopo una prima anamnesi, le è stato attribuito il codice verde ed è stata posta sdraiata, in attesa, su un letto. Dal momento in cui si è trovata sdraiata, la donna ha riscontrato difficoltà di respirazione.
La signora, così, ha immediatamente chiesto aiuto, chiedendo una diversa collocazione. Il compagno, che la aveva accompagnata in ospedale, almeno tre volte ha chiesto un intervento ma nulla è accaduto per oltre 30 minuti finché la signora, spazientita, si è alzata, ha fatto irruzione nella sala medica e ha chiesto immediato intervento da parte del medico di turno, una giovane dottoressa. Quest’ultima l’ha invitata a calmarsi, in quanto era già con un’altra paziente, e in quel momento ha subito l’aggressione della 46enne che l’ha graffiata e le ha tirato i capelli. Il compagno ha provato invano a calmarla, ma soltanto l’intervento di un addetto delle pulizie (anch’esso graffiato dalla signora durante la breve colluttazione) è riuscito ad allontanarla dalla dottoressa.
La Polizia, giunta sul posto, ha arrestato immediatamente la donna che ha poi ottenuto le cure del caso, ha ricevuto una flebo presidiata dagli agenti che a tarda notte l’hanno condotta in Questura. Dopo poche ore, nell’udienza di convalida del fermo, li giudice – pur convalidando l’arresto – ha accolto le richieste degli avvocati difensori della donna, Mariateresa e Demetrio Pratticò, che hanno ottenuto il ritorno della signora in libertà con l’obbligo di firma tre volte a settimana. Nell’udienza, il pubblico ministero ha chiesto la convalida del fermo (a cui i legali difensori non si sono opposti), sottolineando l’importanza di tutelare i medici e gli operatori sanitari più volte, negli ultimi tempi, bersaglio di aggressioni e violenze. La donna, inoltre, aveva numerosi precedenti penali, alcuni anche di specie, con resistenza a pubblico ufficiale. I difensori, mai mettendo in discussione la legittimità dell’arresto in quanto avvenuto praticamente in flagranza, hanno chiesto una misura di minore gravità in attesa del processo, facendo leva in modo particolare sulle precarie condizioni di salute della donna e sull’evidenza che l’aggressione in sè è stata in realtà molto leggera rispetto a quanto non sia stato ingigantito per il ripetersi di questi episodi negli ultimi tempi, ma stavolta comunque senza gravi conseguenze e non con particolare violenza. I legali della donna, inoltre, hanno anche anticipato che si avvarranno del rito abbreviato.