Con il convegno tenutosi il 25 ottobre a Camigliatello Silano (CS), presso il Centro ARSAC “Molarotta”, è stato lanciato l’allarme sulle intossicazioni da funghi che ogni anno coinvolgono raccoglitori che, con scarse o nulle conoscenze sui dei funghi, consumano in famiglia quelli raccolti senza sottoporli al controllo di commestibilità dell’ Ispettorato Micologico dell’Azienda Sanitaria.
Il meeting è stato promosso dall’ASP di Cosenza in collaborazione con i Dipartimenti regionali Agricoltura, Risorse Agroalimentari-Forestazione, Salute e Welfare e l’ARSAC, l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese.
Ha aperto la giornata con i saluti istituzionali la Dott.ssa Fulvia Caligiuri, Commissario Straordinario ARSAC, seguita dal Dott. Martino Maria Rizzo, Direttore Sanitario ASP Cosenza e dal Dott. Ugo Cavalcanti, Direttore del Dipartimento Prevenzione ASP Cosenza.
E’ intervenuta la Dott.ssa Maria Teresa Pagliuso, direttrice dell’ U.O.C. SIAN ASP di Cosenza che ha illustrato il pieno raggiungimento, ad oggi, degli obiettivi sulla prevenzione delle intossicazioni da funghi fissati dal Piano Regionale della Prevenzione 2020-25 e quanto messo in atto, negli ultimi anni dall’ASP di Cosenza, per la prevenzione e divulgazione realizzata, quest’ultima, anche attraverso i social media con la creazione di pagine web gestite e implementate dall’Ispettorato per raggiungere le fasce più giovani dei consumatori.
Sono intervenuti, inoltre, i Micologi dott. Dario Macchioni, per il Dipartimento Salute e Welfare Regione Calabria, che ha illustrato i risultati di uno studio condotto sulle intossicazioni da funghi in Calabria e il dott. Ernesto Marra, Responsabile dell’Ispettorato Micologico dell’ASP di Cosenza, che ha descritto i casi d’intossicazioni registrati sul territorio quantificando, con dati epidemiologici, il loro numero e la loro frequenza. Relativamente ai soli casi più gravi e potenzialmente mortali, nel periodo 2012-2023, nella sola provincia di Cosenza, sono stati registrati 23 casi di avvelenamento falloideo che hanno causato 3 decessi e 2 trapianti d’organo. In Calabria, nel periodo 2003-2023, i casi noti di avvelenamento falloideo sono stati 42 che hanno provocato 7 decessi e 4 trapianti d’organo. Sono numeri allarmanti che dovrebbero indurre ad una seria valutazione dei rischi concreti in cui si può incorrere nel caso di consumo di funghi spontanei non controllati.
Lo stesso dott. Marra ha anche evidenziato il ruolo sinergico delle Associazioni Micologiche con l’Ispettorato e il loro impegno per la realizzazione dei corsi di formazione per “raccoglitori professionali” (oltre 570 i raccoglitori formati nella Provincia di Cosenza nel periodo 2023-24) con la supervisione organizzativa dei corsi e degli esami finali da parte dall’Ispettorato. Gli stessi Micologi hanno poi presentato il Manuale “Il consumo in sicurezza dei funghi”, realizzato come co-autori per l’ASP di Cosenza e distribuito gratuitamente nei corsi di formazione per i raccoglitori professionali e nei corsi per gli Operatori del Settore Alimentare, che per chiarezza espositiva e ricca illustrazione fotografica, sta riscuotendo significativo apprezzamento.
Gli interventi sono stati concordi nell’individuare, fra le principali cause delle intossicazioni, l’assenza di formazione dei raccoglitori amatoriali a cui consegue una scarsa o nulla percezione dei pericoli reali legati al consumo indiscriminato dei funghi. Gli esperti hanno ancora messo in luce la permanenza di pericolose false credenze ribadendo che non esistono metodi per rilevare la commestibilità o la tossicità dei funghi, ne durante la loro cottura ne in base al luogo di raccolta, confermando che specie commestibili e similari specie tossiche, tra cui le più pericolose, possono crescere anche vicine fra di loro confondendo pericolosamente il raccoglitore inesperto.
Andare alla ricerca di funghi nei nostri straordinari boschi è un piacere per il fisico e per la mente, consumare le specie pregiate raccolte è piacere per la tavola ma, per apprezzarle al meglio, occorre farlo sempre in assoluta sicurezza con la certificazione di commestibilità rilasciata dagli ispettorati Micologici che è gratuita per i privati raccoglitori.