“DIECI ANNI DI AMORE. Riguardo questo video e mi rivedo con gli stessi occhi di allora ma con un nuovo sguardo. Con quella stessa emozione ma con il cuore che batte sempre più forte. Ricordo bene le gambe che tremavano come tremano ancora oggi, ogni singolo giorno che salgo le scale di Palazzo San Giorgio. Qualcuno ha urlato: “Dopo dieci anni, andiamo alla conquista di Reggio”. Conquistare, ovvero, come dice il vocabolario, “ridurre in proprio possesso con l’uso della forza”. Come se la città fosse un oggetto da possedere, con prepotenza, da fare proprio a tutti i costi. A tutti i costi. Non sono parole nuove, le abbiamo sentite anche nel 2020 e sappiamo come è andata a finire…”.
Questa è la prima parte di un post social di Falcomatà. E ci vuole coraggio, aggiungiamo noi. Ci vuole coraggio a parlare in questi termini, a “sfottere” gli avversari politici per l’esito delle elezioni del 2020 (come se la vittoria fosse merito suo, quando in realtà è demerito degli avversari e del loro autogol) e ad argomentare dall’alto del grande statista che è stato in grado di ribaltare la narrazione della città. O del predicatore integerrimo che non ne ha sbagliata una.
Eppure, continua il Sindaco nel suo intervento, la “verità è che la città non è qualcosa da conquistare, non è un oggetto da possedere. La città ha un’anima, un cuore e non è né la vostra, né tantomeno la mia. La città è dei reggini. E i reggini non perdonano chi li tradisce, chi mette gli interessi di parte davanti a quelli della propria comunità, approvando leggi come quella sulla autonomia differenziata, ad esempio, che condannano il futuro del nostro territorio”. Falcomatà rigira la frittata parlando di Autonomia, quando sa bene che a Reggio Calabria – prima dell’Autonomia – ci sono problemi e situazioni ben più importanti da risolvere e in cui l’Autonomia non c’entra niente. Problemi e situazioni mai risolti in dieci anni e che hanno fatto sprofondare la città agli ultimi posti di tutti gli indicatori.
E ci vuole coraggio, ancora, a sindacare di “città di nessuno, né degli altri né mia”, quando negli atteggiamenti, nei comportamenti, questa Amministrazione ha dimostrato di trattare Reggio Calabria proprio come se fosse una cosa loro. Dal recente regolamento comunale alla questione Reggina passando ad alcuni beni pubblici e all’ultimo scandalo sullo scambio politici-mafioso. Sempre interessi personali, altroché “la città non è mia”.
Però, conclude Falcomatà: “Noi, invece, stiamo sempre dalla stessa stessa parte. La nostra maglietta è sempre la stessa, onorata dalla fatica e, alla fine di ogni partita, bagnata di sudore. E anche se pioggia e sole abbaiano e mordono, lasciano sempre il tempo che trovano. Perché il vero amore, può nascondersi, confondersi, ma non può perdersi mai. Il vero amore non si perderà mai. Non è, ancora, tempo di “bilanci”. I conti, come si suol dire, si fanno nelle scale. Ma sono orgoglioso, tra le altre cose, del fatto che oggi i nostri “bilanci” siano veri e che i conti finalmente tornino. Con tutti i limiti, con tutte le difficoltà, ma con la chiara consapevolezza che alle ore 17.00 di quel 29 ottobre di dieci anni fa è stata scritta la prima pagina di un nuovo libro, e che Reggio non tornerà mai più indietro”, conclude l’intervento Falcomatà postando un video.