Giornata cruciale quella di ieri, per il quartiere di Arghillà, nella zona nord di Reggio Calabria, dove il Comune ha finalmente provveduto alla rimozione di numerose carcasse di auto bruciate che da tempo deturpavano il paesaggio e minacciavano la salute dei residenti. Un passo fondamentale verso la riqualificazione di un’area da anni soffocata da un’emergenza sanitaria ed ambientale che aveva esasperato la popolazione.
L’insorgenza dei residenti e la battaglia del Gruppo Civico “Noi Siamo Arghilla'”
La situazione nel quartiere era diventata insostenibile: tra rifiuti contenenti amianto, che hanno invaso le strade per mesi, e l’aumento di auto incendiate abbandonate, i rischi per la salute pubblica erano allarmanti. I cittadini, esposti a sostanze cancerogene e potenzialmente letali, come l’amianto e i fumi tossici derivanti dalla combustione dei veicoli, hanno vissuto in condizioni inaccettabili, se non addirittura disumane! Questa lunga esposizione ha accresciuto il timore di malattie gravi, tra cui tumori e patologie respiratorie.
Un problema, questo, che da anni affonda profondamente le radici e le spine nel quartiere di Arghillà: seppure di fatto pare sia sempre passato in secondo piano e a tratti quasi inosservato. Questo, finché un giorno, il gruppo civico “Noi Siamo Arghillà – La Rinascita”, presieduto da Patrizia D’Aguì, ha acceso un faro sulla terribile situazione che i residenti stavano subendo, chiedendo a gran voce un riscatto e reclamando il diritto a vivere in un ambiente salubre e dignitoso. D’Aguì, da subito lanciatasi in prima linea, ha dato voce a una popolazione che troppo spesso si è sentita abbandonata dalle istituzioni. Le loro rivendicazioni, portate avanti anche attraverso manifestazioni, istanze, lettere al Prefetto e proteste, hanno creato una pressione crescente sulle autorità.
La vittoria della comunità: la rimozione dell’amianto e delle carcasse d’auto
I frutti di questa lotta sono ormai visibili. Prima, l’importante intervento che ha portato alla rimozione del materiale contenente amianto, e ora, la tanto attesa rimozione delle carcasse di auto bruciate, che per troppo tempo sono state simbolo di degrado e abbandono.
Patrizia D’Aguì ha espresso la sua soddisfazione in un post su Facebook, pubblicato nel gruppo civico “Noi Siamo Arghillà”, dove ha commentato così la situazione:
“Ciò che molti ritenevano quasi impossibile sta accadendo proprio ora qui ad Arghillà Nord zona Modenelle: i Vigili e le forze dell’ordine coordinano i lavori della rimozione delle carcasse di auto. Visto il grande quantitativo ci dicono che la rimozione durerà qualche giorno. Un vero cimitero di carcasse di auto bruciate! Ma noi non ci siamo fermati davanti ai “non succederà nulla”, “non faranno nulla”, “è tutto inutile” ecc… Abbiamo lavorato sodo! E com’è stato per l’amianto: ce l’abbiamo fatta! Ringrazio quanti, senza perdere mai la speranza, hanno perseverato con me nella lotta. Un plauso al consigliere Massimo Ripepi che non ha esitato ad intervenire prima in Commissione Controllo e Garanzia e poi presso la Prefettura, raccogliendo i ns grido di aiuto che era rimasto inascoltato. Ora andiamo avanti c’è tanto lavoro da fare. Arghillà rinascerà!”
Un percorso di “Rinascita”
L’operazione di rimozione delle carcasse non sarà completata in un solo giorno, data la grande quantità di veicoli incendiati presenti nel quartiere, ma è un segnale concreto di cambiamento. Questo intervento rappresenta la risposta delle istituzioni alle richieste della cittadinanza, dimostrando che l’impegno collettivo e la determinazione possono portare a risultati tangibili, anche in situazioni che sembravano irrisolvibili.
La lotta, però, non è ancora conclusa. Le parole di D’Aguì invitano a continuare il lavoro con la stessa tenacia, per risolvere i numerosi problemi che ancora affliggono il quartiere. Arghillà, con i suoi residenti in prima linea, ha dimostrato che è possibile cambiare le cose, anche quando la sfiducia sembra prevalere. Un esempio di cittadinanza attiva che spera di trasformare una zona martoriata dal degrado in un quartiere dove vivere in sicurezza e dignità non sia un’eccezione, ma la normalità.
Il cammino verso la rinascita di Arghillà è iniziato, e possiamo dire che anche grazie alla perseveranza dei suoi abitanti, la speranza di un futuro migliore è sempre più vicina.
Sgomberate e smaltite circa 40 carcasse di vecchie auto ad Arghillà. Falcomatà e Brunetti: “non ci fermiamo, proseguiranno le attività di ripristino della legalità e di decoro urbano in sinergia con la Prefettura e le forze di polizia”
È iniziata ad Arghillà l’attività di sgombero e smaltimento delle carcasse di vecchie auto abbandonate. “Sono state circa 20 le unità di polizia locale, insieme alla ditta preposta, impegnate nell’operazione” hanno spiegato il sindaco Giuseppe Falcomatà ed il vicesindaco Paolo Brunetti, nella sua qualità di assessore alla Polizia locale e all’Ambiente.
“Per realizzare questo tipo di attività nel quartiere nord di Reggio è stata sottoscritta una convenzione omnicomprensiva con la polizia locale – prosegue la nota – che prevede il ritiro delle carcasse auto senza costi per l’Amministrazione comunale. Dobbiamo sottolineare che si tratta di un intervento concordato insieme alla Prefettura e con ausilio delle altre forze di polizia alle quali va il nostro sentito ringraziamento. Le attività proseguiranno nelle prossime settimane per il completamento dell’intervento, poiché restano ancora circa trenta carcasse da recuperare”.
Si tratta di un segnale importante e un’attenzione specifica su un quartiere, quello di Arghillà, sul quale l’Amministrazione Falcomatá ha investito tanto con una serie di finanziamenti e progetti specifici e sul continuerà ad investire con iniziative importanti, all’interno di una complessa strategia che vede compartecipi le organizzazioni e le associazioni che operano sul territorio.
Già nei prossimi giorni sono previsti ulteriori interventi che incideranno sul recupero del decoro urbano in particolare nell’area di Arghillà Nord.
Ripepi: “situazione rimane devastante, ma qualcosa inizia a muoversi”
“La situazione devastante rimane, è ancora una discarica a cielo aperto, ma un intervento c’è stato, dopo svariate segnalazioni e lotte. Nessuno qui si può prendere un merito, tutti abbiamo fatto meno del nostro dovere. In ogni caso qualcosa inizia a muoversi e di questo va dato atto. Tuttavia, con la pulizia non si risolve alcun problema, se poi il giorno dopo si torna come prima. Ci vuole un programma integrato per coinvolgere la popolazione a 360 gradi, una piattaforma sociale, culturale e sportiva che possa raccogliere questa parte di comunità”. Così Massimo Ripepi nel corso di una diretta Facebook. il Consigliere ha effettuato un sopralluogo sul posto per fotografare la situazione.