Va giù duro Domenico Francesco Richichi, componente della direzione regionale del Partito Democratico della Calabria, il quale in una lettera al leader Elly Schlein chiede un cambio di passo, fa delle domande ai vertici dei Dem. “Il Leader dei 5Stelle Giuseppe Conte ha sentenziato: “il campo largo non esiste più”. Abbiamo ricevuto il benservito, carissima Segretaria. Visto l’interlocutore, benservito prevedibile che si sarebbe dovuto evitare agendo con il necessario buon senso, quel buon senso che, nel PD, dal 2013 non esiste più, ove sia mai esistito. A questo punto, cerchiamo di convincerci che occorre andare avanti per la nostra strada, formulando e rendendo comprensibili alla gente progetti e proposte e, soprattutto, operando una scelta di campo, questa volta sì “di campo” quello di una posizione, nel panorama politico, di centro sinistra”, scrive Richichi nella missiva a Schlein.
“Urge una chiara e netta identificazione”
“Scelta che comporta anche, per una chiara e netta identificazione, l’indicazione del nostro Pantheon, ove riteniamo di averlo, per esplicitare che riconosciamo che in esso alberghino i giganti del nostro passato, quei grandi che hanno tracciato il nostro cammino e lo hanno illuminato con gli insegnamenti dai quali, oggi, rifuggiamo. Perché non lo facciamo, cara segretaria? Non abbiamo il coraggio di fare esplicito riferimento a De Gasperi, a Moro, a Berlinguer, ma anche a Craxi o Nenni? Abbiamo paura di dire che le lezioni ricevute da La Pira, Leone XIII, Toniolo, Murri, Gramsci, Togliatti, e, perché no, in parte, anche da Marx, siano nostre? Forse per il timore di irritare qualcuno? Si tratta di un passato che ci appartiene, che rappresenta le fondamenta del futuro nostro e del nostro Paese, una strada disegnata sulla quale condurre i nostri passi? Mi viene in mente, al riguardo (… e ciò sicuramente, provocherà qualche mal di pancia), il dialogo tra Giovanni XXIII e il presidente del consiglio Amintore Fanfani, sul treno che conduce Roncalli ad Assisi e Loreto il 4 ottobre 1962, a pochi giorni dall’apertura del Concilio. Fanfani chiede la benedizione del Papa sull’esperimento di un governo di centrosinistra con i socialisti. Giovanni XXIII sembra assorto a guardare fuori dal finestrino. Poi indica a Fanfani due uomini che camminano insieme nella campagna: «Li vede?», domanda il Santo Padre. “Certo”, risponde Fanfani. “Ecco – commenta il pontefice –, non ha tanta importanza da dove vengono, conta invece dove vogliono andare”. È mai possibile, invece, che oggi, dobbiamo stare sempre al traino di qualcuno, piuttosto che far da protagonisti e primi attori nella vita politica italiana?“, rimarca Richichi.
“Fallimento del campo largo”
“Adesso, dunque, che abbiamo fallito con la cervellotica idea del campo largo, avviamo una seria discussione interna che cambi il volto a quello che è oggi solo un comitato elettorale, facendolo ridiventare un vero partito. Sono meritori gli sforzi che hai intrapresi in questo senso ma, sembra che manchino le forze per attuarli, soprattutto, persone idonee, quadri idonei, classe dirigente idonea. Formiamola, dunque! Ne abbiamo il tempo, perché nessuno si illuda che si possa battere la destra nel breve termine. Si evitino abbracci e baci con i giovincelli che si affacciano sulla scena politica senza averne le capacità. Occorre formare i nostri rappresentanti politici anziché inserirli allo sbando tra i quadri dirigenti … e formarli a una politica di Centro Sinistra, sottolineo “Centro” e “Sinistra”, i due poli dai quali gli aderenti al partito provengono, cosa che non deve far dimenticare, per esempio, che gli italiani vivono in un territorio nel quale occupano una posizione influente il Vaticano e la Chiesa cattolica i quali, anche se sempre più, in minor misura, veicolano insegnamenti che nulla hanno a che vedere con alcune idee proposte dalla nostra sinistra estrema e radicale orientata, esclusivamente, a se stessa e ai propri accoliti ed elettori”, conclude Richichi.