Spuntano anche presunti dossier su cittadini russi negli atti dell’inchiesta della Dda di Milano sulla banda di cyber-spie. Samuele Calamucci, hacker del gruppo, intercettato parla di un “report” su un “famoso oligarca russo” e in altri passaggi i pm scrivono che si è cercato di accertare l’identità del russo e l’unico elemento è “una vicenda che vede coinvolti dei cittadini russi-kazaki (Victor Kharitonin e Alexandrovich Toporov)” e “la costruzione di un hotel a Cortina d’Ampezzo e la gestione di svariati resort di lusso“. Un accesso abusivo, poi, avrebbe riguardato Vladimir Tsyganov e Oxana Bondarenko, attivi nel settore moda
Nel gennaio 2023 Calamucci parla con Camponovo, anche lui ora ai domiciliari, di una “applicazione per la traduzione simultanea della lingua russa“, che gli “consentirebbe di realizzare un report relativo alla presenza di alcuni asset economici russi in Europa“. E sempre l’hacker dice a Carmine Gallo, l’ex super poliziotto arrestato venerdì scorso: “mi sono installato una app per la traduzione simultanea!”. E gli mostra un report: “Ti faccio vedere una roba (…) quello che gli ho consegnato oggi per la chiesa … questo è il famoso oligarca russo (…) Gli ho ricostruito tutto, compresi gli asset, le proprietà che ha, che ha sua moglie e via dicendo, le banche e tutti i documenti originali che ci hanno chiesto perché si vede che li devono sanzionare o qualche cagata del genere“.
Anche nel giugno del 2023 si parla di accertamenti su un “russo“. I pm scrivono, però, che non hanno trovato riscontri sulla sua identità, se non “una vicenda” che vede coinvolti Victor Kharitonin – magnate russo, vicino al governo di Mosca, attivo nel settore farmaceutico e socio di Roman Abramovic, nonché proprietario di ‘El Camineto’ di Cortina gestito da una società di Flavio Briatore – e Alexandrovich Toporov, magnate kazako proprietario dell’hotel Savoia a Cortina e attivo nel campo immobiliare.
Nell’integrazione di fine settembre alla richiesta di custodia cautelare, firmata dal pm Francesco De Tommasi, poi, compare un capo di imputazione per presunti accessi abusivi, lo scorso 13 marzo, alle banche dati Sdi e Punto Fisco su Vladimir Tsyganov e Oxana Bondarenko, quest’ultima che risulterebbe titolare di una serie di showroom in Russia. Prelievi di dati che sarebbero stati effettuati da Giuliano Schiano, militare della Gdf e destinatario di misura interdittiva. La richiesta delle verifiche sarebbe arrivata da Calamucci, il presunto capo dell’associazione per delinquere.