Mafia, fiumi di droga dalla Calabria e l’intercettazione del boss: “devono avere paura dei killer, non degli sbirri”

La droga arrivata dalla Calabria grazie ai contatti con le 'ndrine di Gioia Tauro e del Nord Italia

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Devono avere paura dei killer, non degli sbirri“: parola di di Massimo Gallo, esponente di vertice del clan Angelino-Gallo, intercettato dai carabinieri nell’ambito di indagini sullo spaccio di droga a Caivano, in provincia di Napoli dove oggi, i militari dell’arma hanno eseguito 50 arresti (49 in carcere e uno ai domiciliari).

La conversazione riguarda un colloquio durante il quale uno dei vertice del clan Angelino-Gallo parla del raid incendiario ai danni di un cittadino del Parco Verde di Caivano ritenuto un confidente delle forze dell’ordine. Come ha ricordato il comandante Paolo Leoncini, a capo del gruppo dei carabinieri di Castello di Cisterna, la piazza di spaccio del Parco Verde di Caivano non è più “la piazza più grande d’Europa“, come invece lo era tempo fa, anche se le indagini hanno consentito di scoprire che la droga fruttava mezzo milione di euro al mese per circa 25 piazze di spaccio individuate sul territorio di Caivano.

La droga arrivata dalla Calabria grazie ai contatti con le ‘ndrine di Gioia Tauro e del Nord Italia. Nel corso della conferenza stampa è stato anche ricordato che le indagini che si sono susseguite dal 2019 hanno portato alla luce i contatti del clan Angelino-Gallo con l’amministrazione comunale, inchieste che hanno portato allo scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni camorristiche.

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