Maysoon Majidi diventa opera d’arte a Reggio Calabria. Lucano: “la vogliamo cittadina onoraria”

Diritti Umani e Immigrazione: LBS racconta la storia dell’attivista iraniana Maysoon Majidi attraverso la Street Art. E Lucano fa una proposta

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StrettoWeb

Il 17 ottobre, in concomitanza con la riunione del tribunale del riesame di Catanzaro, nei muri del centro di Reggio Calabria, in via Filippini 57, è apparsa una nuova opera di street art firmata da LBS (Bruno Salvatore Latella), noto artista locale impegnato in tematiche di denuncia sociale. L’opera, , dal titolo “La colpa dell’innocente”, carica di simbolismo e significato politico, racconta la vicenda di Maysoon Majidi, attivista iraniana arrestata ingiustamente in Calabria con l’accusa di scafismo.

L’opera

L’opera raffigura una donna, simbolo di Majidi, con un braccio alzato avvolto nel filo spinato, rappresentazione della sua lotta per la libertà e della sofferenza inflitta da un sistema che criminalizza chi si batte per i diritti umani. Sullo sfondo, un mare rosso sangue, con figure che lottano per non affogare, richiama il dramma dei migranti che attraversano il Mediterraneo, mentre le montagne nere alludono alla costa calabrese, simbolo di un territorio che da secoli è frontiera tra salvezza e tragedia per migliaia di persone in fuga da guerre e oppressione.

L’opera è visibile da oggi 17 ottobre, data simbolica poiché in questo giorno si è tenuta l’udienza del tribunale del riesame di Catanzaro, che deciderà se mantenere Majidi in carcere o concedere gli arresti domiciliari. L’artista invita il pubblico a riflettere su queste tematiche urgenti e a non dimenticare il legame tra giustizia e libertà, anche attraverso l’arte.

Il caso di Maysoon Majidi

Maysoon Majidi, attivista curdo-iraniana, è detenuta da oltre 9 mesi nelle carceri calabresi con l’accusa di scafismo. Il suo caso, insieme a quello di Marjam Jamali, evidenzia come molte persone vengano ingiustamente arrestate e accusate di traffico di migranti secondo la Legge Bossi-Fini e il Decreto Cutro. Queste leggi, volte a contrastare l’immigrazione illegale, criminalizzano anche chi guida i barconi per necessità. L’appello invita alla mobilitazione e alla solidarietà per la liberazione di Maysoon e di tutte le persone accusate ingiustamente di scafismo.

Maysoon è stata fermata dalle autorità italiane e accusata di traffico di migranti mentre cercava di salvare vite umane. La sua storia, che sta suscitando indignazione a livello internazionale, rappresenta un caso emblematico delle problematiche che affliggono il sistema di accoglienza e le politiche sull’immigrazione in Italia. L’opera di Latella si inserisce in questo dibattito, proponendosi come un potente messaggio visivo contro l’ingiustizia e la criminalizzazione dei difensori dei diritti umani.

Le parole dell’artista

Bruno Salvatore Latella (LBS), che da anni esplora attraverso la sua arte i temi dell’oppressione, dell’umanità silente e delle disuguaglianze sociali, dichiara: “Con quest’opera voglio dare voce a chi non ha voce, a chi è stritolato da un sistema che non riconosce il valore della vita umana e dei diritti fondamentali. Maysoon Majidi è un simbolo di resistenza e di coraggio. Non possiamo restare indifferenti”.

L’iniziativa del Sindaco di Riace

Intanto Mimmo Lucano, fuori dal Tribunale di Catanzaro, si è unito ad alcuni militanti in piazza Matteotti, tenendo insieme a loro lo striscione con la scritta “Maysoon libera, migrare non è reato”. Lucano ha annunciato la proposta di conferimento della cittadinanza onoraria di Riace a Maysoon. Porterà la questione in Consiglio.

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