La neurochirurgia dell’AOU “G. Martino” di Messina prima in Sicilia come numero di interventi eseguiti per tumori cerebrali (volume di craniotomie). È quanto emerge dal report del Programma Nazionale Esiti (PNE) pubblicato dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
I tumori cerebrali rappresentano una piccola fetta della patologia oncologica, ma richiedono esperienza, tecniche e tecnologie avanzate, tra cui strumentazioni di ultima generazione per cui nel tempo sono stati effettuati investimenti dedicati.
Il risultato raggiunto è il frutto delle competenze multidisciplinari presenti all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria e di un lavoro sinergico in cui ogni giorno sono impegnate, per il trattamento di queste patologie, le unità operative di Neurochirurgia, Neuroanestesia Oncologia Medica, Radioterapia, Anatomia Patologica, Neuroradiologia, Medicina Nucleare, Neurologia ed Endocrinologia.
La presenza stabile di un gruppo multidisciplinare, dedicato alla neuro-oncologia, garantisce un percorso diagnostico-terapeutico costruito “su misura”, in base alle esigenze terapeutiche del singolo paziente.
È rilevante anche il dato che emerge sulla migrazione sanitaria per tumore cerebrale che nel 2023 ha visto questa realtà primo centro per vocazione attrattiva extra regionale e in cui è diminuita la percentuale di pazienti che hanno deciso di affidarsi a strutture fuori regione.
Per quanto attiene gli interventi sulla colonna l’AOU sta ulteriormente investendo sul piano tecnologico potenziando la struttura con l’acquisizione di strumentazioni e apparecchiature per implementare ulteriormente l’attività e ottimizzare le prestazioni anche su tale fronte.
“Il risultato che emerge dai dati di Agenas – ha detto il Direttore Generale Giorgio Giulio Santonocito – è di certo incoraggiante ed è un monito a proseguire lungo questa strada per favorire il raggiungimento di obiettivi sempre più performanti in linea con gli indicatori dettati da Agenas in un’ottica di efficacia ed efficenza dei servizi sanitari resi”.