Messina, al Palacultura la presentazione del volume La “Ciumàra” Storta

L’evento, memoria e carattere di un villaggio siciliano, è promosso e patrocinato dal comune di Messina

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Domani, giovedì 3 ottobre, alle ore 17.30, presso la Biblioteca comunale “Cannizzaro”, al Palacultura Antonello, presenti il sindaco Federico Basile e gli assessori Enzo Caruso e Liana Cannata, sarà presentato il libro La “Ciumàra” Storta – Memoria e carattere di un villaggio siciliano, scritto da Nicola Rizzo, edizioni Di Nicolò. L’evento, patrocinato dal comune di Messina, si inserisce in occasione del quindicesimo anniversario dell’alluvione di Giampieri. Rizzo, docente universitario, professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Alma Mater di Bologna, originario di Giampilieri, paese con cui ha sempre conservato uno stretto legame, ha scritto un volume che rappresenta un atto d’amore verso la propria terra, le proprie radici, la propria storia. Alla presentazione del libro parteciperanno anche Filippo Panarello prefattore del volume, l’editore Costantino Di Nicolò, la giornalista Milena Romeo, il referente dell’associazione Giampilieri 2.0 Giuseppe De Luca, la coordinatrice di Messina scrive Eliana Camaioni.

“Lo stato d’animo che ha ispirato questo libro fu comune, nei giorni successivi alla tragica alluvione a quanti, originari di Giampilieri, vissero da lontano quel dramma. L’evento più drammatico della storia millenaria di Giampilieri fu percepito da fuori con preoccupazione ed ansia. Le prime informazioni sul numero dei morti, l’isolamento e le difficoltà nel prestare i soccorsi, le enormi distruzioni, la prospettiva di spostare altrove gli abitanti, indussero molti a pensare di essere davanti alla fine della storia di una comunità. L’angoscia per un futuro che sembrava segnato, fa nascere l’idea di contribuire a conservare la memoria di Giampilieri, richiamando alcuni momenti storici e attingendo alla propria esperienza personale. Non ha avuto seguito, per fortuna, la fantasiosa ipotesi del trasferimento della popolazione e dell’abbandono del villaggio”, recita un passaggio del testo.

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