Sanità, l’annuncio dei parenti dei pazienti di psichiatria: “occuperemo la sede dell’ASP di Reggio Calabria”

I parenti dei pazienti di Psichiatria hanno deciso di occupare la sede della Direzione Generale dell’ASP di Via Diana a Reggio Calabria

asp reggio calabria
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“Parenti dei pazienti ricoverati presso le strutture residenziali psichiatriche, dopo i diversi appelli rivolti alla Regione, all’ASP 5 ed alle istituzioni hanno assunto la decisione di occupare la sede della Direzione Generale dell’ASP di Via Diana. Regione ed ASP, nonostante ci siano già alcune centinaia di pazienti psichiatrici provenienti dalla provincia di Reggio Calabria ricoverati presso strutture site nel cosentino e nel catanzarese, in altre regioni e, cosa ancora più grave, molti altri rimasti senza cura, hanno da tempo deciso di portare alla chiusura altre 5 strutture, con l’ulteriore conseguenza che altri 100 pazienti verranno, come fossero pacchi indesiderati, trasferiti altrove”. Così in una nota il Comitato dei parenti di psichiatria.

“Anche di fronte alla sentenza del TAR , che oltre ad accogliere – nel merito TALI – il ricorso delle cooperative aveva indicato la via da percorrere per accreditare le strutture che erano state ingiustamente escluse, Regione ed ASP hanno continuato ad insistere nel voler chiudere le 5 strutture in questione, adducendo presso il Consiglio di Stato tesi che ledono innanzitutto il diritto dei pazienti ad avere cure, in particolare nel proprio territorio di provenienza”.

“Non sappiamo quali interessi possano celarsi dietro tali atteggiamenti, ma certamente non accetteremo che i nostri parenti siano trasferiti, spostati coattivamente dalle strutture dove si trovano. Lanciamo un appello al Vescovo, al Sindaco, all’USB, alle organizzazioni dei lavoratori a tutte le forze politiche e sociali , perché intervengano rispetto a questo scempio della sanità, in cui si è consumato anche un gravissimo atto di inciviltà con il blocco dei ricoveri che dura ormai da quasi 10 anni!! Lanciamo un appello: sosteneteci, per recuperare la civiltà sanitaria perduta!”, si chiude la nota.

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