Una “metropolitana” con un treno ogni mezz’ora, e non in tutte le stazioni: è così che viene gestito il Passante ferroviario nella città più trafficata d’Italia (peggio di Roma e Milano) e tra le prime 10 al mondo. Un paradosso tutto palermitano, tale da suscitare l’invidia di chi vive all’ombra di Monte Pellegrino nei confronti dei cugini catanesi, che possono invece vantare una vera metropolitana, con treni ogni 10 minuti adattissimi al servizio urbano (spazi ampi, pochi posti a sedere), per giunta in continua espansione. Ma a gestire il Passante di Palermo è la Regione siciliana, sulla base di un contratto di servizio con Trenitalia. La metropolitana di Catania è gestita dalla Ferrovia Circumetnea (FCE) che opera sotto la Direzione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Ed è così che ogni mattina, nelle stazioni del Passante ferroviario di Palermo, si affollano centinaia di pendolari e studenti che prenderanno d’assalto il primo treno in arrivo, a sua volta stracolmo, nella speranza di riuscire a salirvi sopra. Cosa non scontata, dato che, spesso e non volentieri, la gente rimane a terra.
Una infrastruttura costosa ma sfruttata pochissimo
La riflessione, amara quanto disarmante, è che dal 7 ottobre del 2018, ovvero da quando è stato riaperto il Passante dopo i lavori da 1,2 miliardi di euro che lo hanno completamente ridisegnato, raddoppiando la linea e dotandola di ben 22 stazioni (ma saranno 25 alla fine dei lavori attualmente in corso), proprio per dare un servizio di tipo metropolitano alla città, con treni ogni 5 minuti, questa infrastruttura è utilizzata ad una frazione irrisoria del suo potenziale. Con buona pace per le belle parole sul trasporto sostenibile e sull’inquinamento da traffico nelle aree urbane.
E pensare che già da allora chi scrive aveva evidenziato l’insufficienza del servizio, dopo aver eseguito uno studio indipendente pubblicato da “La Tecnica Professionale”, rivista edita dal Collegio Ingegneri Ferroviari, massimo organo tecnico del settore, nel marzo del 2020. E proponevo già la soluzione tecnica per migliorare subito, con piccoli interventi, il servizio su questa linea che, lo sottolineo ancora una volta, non è una vera linea metropolitana, ma possiede tutti i requisiti per fornire ai cittadini un servizio del tutto similare.
Proposta rimasta inascoltata, insieme agli appelli di associazioni dei consumatori e rappresentanti dei pendolari che hanno denunciato più volte l’assurdità di un orario ferroviario che fa saltare, ad un treno su due, molte fermate, lasciando interi quartieri della città serviti da un solo treno l’ora. Al danno si è aggiunta la beffa con l’attivazione, nel giugno 2023, del “Genio”, ovvero quel treno “veloce” verso l’aeroporto che su 22 stazioni in linea ne serve soltanto 3: quelle terminali, Palermo centrale e, appunto, Aeroporto, più la frequentatissima Notarbartolo. Viaggiando praticamente vuoto, come testimonia un filmato pubblicato sulla pagina Youtube “In Progress”. Eppure, alla Regione siciliana, ne hanno fatto un vanto.
Convogli inadatti
Del tutto inadatto, poi, l’allestimento dei convogli utilizzati per il servizio: molti posti a sedere, pochissimi in piedi. Capienza, quindi, ridotta anche del 50% rispetto ai treni che circolano normalmente nelle metropolitane. I quali, a parità di lunghezza, trasportano il doppio dei passeggeri. Chi non ci crede, dia un’occhiata alla foto a corredo di questo articolo, che mette impietosamente a confronto un treno del passante di Palermo con uno della metro di Catania.
Assurdamente, per tratti relativamente brevi, percorsi in pochi minuti come avviene sul Passante e su tutte le linee metropolitane del mondo, dove la gente non ha necessariamente l’esigenza di sedersi, operano gli stessi treni utilizzati su percorrenze di oltre tre ore che invece necessitano di un gran numero di posti a sedere.
C’è da chiedersi quali siano i principi che hanno dettato queste scelte, contrarie a qualsiasi norma della Tecnica ed Economia dei Trasporti. Ma anche, a pensarci bene, del tutto in conflitto con la logica.