Ponte sullo Stretto, dopo la bufala il dirigente del Pd ammette: “non sono competente in materia…”

Ponte sullo Stretto, il dirigente del Pd che aveva sganciato la bomba sul porto di Gioia Tauro ammette di non essere competente sul tema, ma rilancia l'argomentazione del franco navigabile

StrettoWeb

Nei giorni scorsi su StrettoWeb abbiamo pubblicato le deliranti dichiarazioni di Domenico Francesco Richichi, componente della direzione del Pd della Calabria e già Assessore al Comune di Reggio Calabria, secondo cui la realizzazione del Ponte sullo Stretto porterebbe alla chiusura del porto di Gioia Tauro! Richichi ha rilanciato la fake news del franco navigabile, già ampiamente smentita e chiarita nel merito da tutti gli esperti, eppure la Società Stretto di Messina anche in quest’occasione si è armata di pazienza e ha risposto a Richichi punto per punto evidenziando come e perchè il porto di Gioia Tauro non chiuderà e nessuna nave avrà alcun problema al transito nello Stretto di Messina con la costruzione del Ponte.

Non contento, Richichi nelle scorse ore ha nuovamente scritto alla stampa un lunghissimo comunicato in cui chiaramente si arrampica sugli specchi. “Per quel che mi riguarda non ho contrarietà alla sua costruzione“, premette Richichi, che poi nel corso del comunicato aggiunge: “Non sono competente nel campo dell’infrastrutturale e, quindi, non mi addentro in materie che non sconosco“.

Ecco, sarebbe bastato questo.

E invece Richichi insiste nelle farneticazioni sul franco navigabile, contraddicendo se stesso quando cita gli altri grandi ponti del mondo. Soltanto per dovere di cronaca e informazione, riportiamo le sue ulteriori dichiarazioni in modo integrale:

REALIZZARE UN PONTE CHE SODDISFI LE DOMANDE CHE IL TRASPORTO MARITTIMO PORRA’ IN FUTURO: CONSIDERAZIONI A MARGINE DEI CHIARIMENTI DELLA SOCIETA STRETTO DI MESSINA

 La querelle sul Ponte dello Stretto di Messina è carica di fraintendimenti ad usum delphini. Per quel che mi riguarda non ho contrarietà alla sua costruzione, ma mi avvilisce il pensiero che nella progettazione non si tenga conto del futuro.

A tal proposito ho preso atto della risposta della Società Stretto di Messina che ha cercato di chiarire i timori sul franco libero navigabile del ponte sullo Stretto e che dà conferma di quello che, comunque, lascia ancora delle perplessità. Il comunicato della società Stretto di Messina, che riporto fedelmente, afferma: “il franco navigabile del ponte sullo stretto è di 72 metri per una larghezza di 600 metri in condizioni ordinarie di esercizio, ovvero a pieno carico delle corsie stradali e con due treni passeggeri in contemporanea. L’altezza di 65 metri è un valore limite di progetto riferito a condizione puramente teoriche di traffico corrispondente al traffico ordinario sommata al contemporaneo passaggio di due treni merci di 400 metri per oltre 6 mila tonnellate di carico”. La preoccupazione rimane ancora, proprio rispetto al caso in cui si verifichi che ad attraversare il ponte sia una nave alta più di 65 metri “in condizioni non ordinarie di esercizio”. Tale tipo di nave dovrà essere fermata fino al ripristino delle condizioni ordinarie o verrà deviata? Saranno pochi casi, ma il problema esiste

Altra perplessità sorge sulla citazione statistica con la quale la Società Stretto di Messina dichiara: “nessuna nave in transito nel 2023 sarebbe stata impossibilitata a passare con il ponte “. Si può progettare il futuro sulla base di dati e tecnologie del passato senza considerare le prevedibili innovazioni a venire e neanche quelle del presente? Non desidero che il dibattito diventi stucchevole e controproducente, però delle domande permangono: Il ponte che, facendo delle ipotesi, sarà ultimato, come da programma del governo, nel 2032, da quella data in poi e per almeno altri 100 anni, potrà garantire il transito di tutte le navi sullo stretto di Messina.? Siamo sicuri che fra ottant’anni le navi saranno alte così come sono adesso, di soli 72 metri? Il riferimento della Società Stretto di Messina alle navi che accedono al Mediterraneo passando per il Canale di Suez sotto l’Al Salam Bridge con franco navigabile di 70 metri, per me, non è una scoperta come non lo è per le navi  quelle che passano sotto i ponti sul Bosforo per il traffico verso il Mar Nero. Quelle sono le navi di oggi, non quelle del futuro. È normale che negli anni a venire, sia nel Canale di Suez sia sul Bosforo i ponti esistenti saranno sostituiti da altre strutture di altezza adeguata alle navi in circolazione. Il nostro, che deve ancora essere costruito, dovrebbe nascere già adeguato. Considerato che fra i progettisti che stanno curando la realizzazione del ponte sullo Stretto vi sono professionisti di altissima qualità, la mia riflessione, da qualcuno fraintesa, pubblicata ieri, è orientata a far valutare loro la possibilità di alzare il franco navigabile dell’attuale progetto. Non sono competente nel campo dell’infrastrutturale e, quindi, non mi addentro in materie che non sconosco. Visto il progresso nelle dimensioni delle navi, chiedo se fosse possibile, tecnicamente, fare una variante all’attuale progetto per aumentare il franco navigabile ad un’altezza utile a far attraversare il Ponte anche fra un secolo, evitando di impedire la navigazione a navi di altezza superiore ai 72 metri, circostanza che nel frattempo, fra 50 anni, verosimilmente, si verificherà perché il progresso non si può fermare. Se non sarà possibile aumentare la quota in altezza, prevista dall’attuale progetto, dopo la costruzione del ponte, le attuali navi da crociera, in buona parte alte più di 72,50 metri, non potrebbero attraversare lo Stretto di Messina“.

Condividi