Il 2025 sarà l’anno del Ponte sullo Stretto di Messina: non ha dubbi Pietro Ciucci, che è tornato in riva allo Stretto per incontrare gli enti locali, le istituzioni, autorità, imprenditori e società civile. Ha accettato il nostro invito per una nuova intervista ai microfoni di StrettoWeb e ha parlato, come sempre, con il cuore in mano e con enorme disponibilità: 28 minuti senza filtri sullo stato dell’arte dell’iter per la realizzazione della grande opera e le ultime importanti novità. “La Società Stretto di Messina non è una controparte di questo territorio: vorremmo essere coinvolti in questa comunità dando il nostro contributo e cercando di fare il Ponte nel modo migliore possibile” dice l’amministratore delegato della società concessionaria dello Stato per il Ponte sullo Stretto.
“Il nostro unico obiettivo è fare l’opera più bella, nel tempo più breve possibile e contenendo i costi: siamo dalla stessa parte della popolazione locale, e con queste sinergie realizzeremo un Ponte bellissimo, funzionante, nei tempi minimi consentiti da un progetto di straordinaria complessità in cui la capacità di pianificazione – la cosa più difficile per noi italiani – è fondamentale” dice Pietro Ciucci ai microfoni di StrettoWeb.
Le opere compensative del Comune di Messina e il contributo per risolvere l’emergenza idrica
L’intervista video, integrale, è in coda all’articolo. Si parte con le opere compensative richieste proprio ieri dal Sindaco di Messina Federico Basile: “da mesi dialoghiamo con il Comune di Messina per avere queste indicazioni che sottoporremo al Ministero e al CIPESS. Sono tutte opere che vanno oltre quelle già indicate dallo stesso Comune nel 2011, prima che il progetto venisse bloccato: sono passati 13 anni e comprendiamo che siano rinnovate le esigenze del territorio, perchè adesso si tratta di opere che affrontano le immediate necessità di Messina e del suo territorio“.
In quest’ottica si inserisce il tema dell’approvvigionamento idrico: “la siccità è stata drammatica quest’estate in Sicilia, e noi abbiamo preso l’impegno che la costruzione del Ponte non inciderà sul fabbisogno idrico di Messina, della Sicilia, di Villa San Giovanni e di Reggio Calabria, anzi daremo un contributo positivo, qualcosa di più che metteremo a disposizione dei cittadini oltre a soddisfare le esigenze del cantiere“. Sarà il territorio a scegliere – tramite gli enti locali – se preferisce il dissalatore o nuovi pozzi, ma la Società Stretto di Messina conferma l’impegno preso e fornirà più acqua al territorio proprio grazie al Ponte che quindi contribuirà anche a risolvere i problemi idrici di Messina.
Ponte sullo Stretto: a che punto siamo con l’iter di approvazione del progetto definitivo
Ciucci fa il punto della situazione sull’iter amministrativo: “Noi abbiamo rispettato le nostre scadenze, la Società Stretto di Messina è una startup che è ripartita a giugno 2023, abbiamo fatto un percorso molto impegnativo in poco tempo, abbiamo rispettato la scadenza di metà settembre rispondendo ai rilievi del Ministero dell’Ambiente. Adesso il passaggio successivo è il completamento della valutazioni di impatto ambientale e il termine previsto dalla legge scade il 12 novembre. Ci aspettiamo che il Ministero rispetti questa data come ha fatto fin qui, rispettando sempre i tempi previsti dalla procedura. Superato questo step il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti potrà chiudere la conferenza dei servizi arrivando al punto di non ritorno del progetto che è l’approvazione da parte del CIPESS, prevista per legge entro il 31 dicembre 2024. E’ una scadenza impegnativa, sfidante, ma possibile se ognuno rispetterà il proprio ruolo e le proprie scadenze“.
L’ad della Stretto di Messina chiarisce quanto sia stato fatto con l’insediamento del governo Meloni due anni fa, dopo che per 11 anni era stato bloccato tutto: “Un progetto come quello del Ponte sullo Stretto è di lungo periodo e richiede una programmazione articolata. In questi due anni di cose concrete ne sono state fatte tante, dall’aggiornamento del progetto definitivo alla riorganizzazione della Società Stretto di Messina che non c’era più da dieci anni, sono stati stanziati i fondi, il progetto parte con l’intera copertura, cioè il principale rischio di rallentamento dell’esecuzione o la temutissima incompiuta per la mancanza di risorse, questo rischio per il Ponte non si concretizza dando la sicurezza di realizzazione. Ci potremo occupare soltanto di risolvere i problemi tecnici, senza problemi finanziari“.
L’apertura dei cantieri ad inizio 2025: tra pochi mesi. Come funzionerà il progetto esecutivo
Nel corso dell’intervista, Ciucci chiarisce che “Dopo il CIPESS, quindi il prossimo anno, nel 2025, avremo le prime attività sul territorio, cominciando dall’attività per l’archeologia, la bonifica bellica, l’apertura dei primi cantieri, l’imbocco delle prime gallerie, e quindi a salire le opere più importante. Se non sarà gennaio sarà febbraio o sarà marzo, ma sarà il 2025 senz’altro“. L’ad della Società Stretto di Messina rivendica anche con particolare orgoglio il finanziamento di 25 milioni come contributo a fondo perduto per coprire il 50% del costo del progetto esecutivo per la parte ferroviaria, e ribadisce la banalità sul progetto esecutivo che verrà ovviamente realizzato soltanto a lavori in corso, com’è normale che sia per ogni tipo di opera, come dice il nome stesso, “esecutivo”.
Una scontata banalità che però viene strumentalizzata dai No Ponte per creare confusione: “il progetto esecutivo – chiarisce Ciucci – per legge non si può fare finché il CIPESS non approva il progetto definitivo. Quindi è normalissimo che si faccia dopo l’ok del CIPESS. Nel caso del Ponte, inoltre, la progettazione esecutiva sarà per fasi realizzative, perchè il progetto del Ponte non è unico, unitario o monolitico. Soltanto la metà del finanziamento, pari a circa 6,5 miliardi, sono dell’opera in sé, il Ponte, le torri e l’impalcato. Il resto sono tutti i collegamenti stradali e ferroviari tra le due sponde, la metropolitana dello Stretto e le opere compensative, quindi non faremo una progettazione esecutiva unica perchè ritarderemmo i tempi. Sono opere con maturazioni tecniche differenti, quindi procederemo per fasi costruttive così come si fa nei grandi progetti internazionali, in modo ancora più flessibile“.
Le fake news dei No Ponte “sono sexy ma le contrastiamo”
Pietro Ciucci è molto disponibile anche nelle risposte alle bufale e fake news diffuse ad arte dai No Ponte: “è un’attenzione dovuta“, premette, riconoscendo il ruolo pubblico di una società al servizio del territorio. “Cerchiamo a farlo nei confronti di ogni notizia spesso infondata che leggiamo. Le fake news hanno una loro capacità di attrazione, sono un po’ sexy, ma noi rispondiamo sempre con dati di fatto, con evidenze scientifiche, con il coinvolgimento degli esperti. Sulla vicenda del franco navigabile ci siamo già confrontati con tutti i principali attori in merito, le grandi compagnie di navigazione, l’Autorità Portuale dello Stretto di Messina che anche pubblicamente ha già chiarito che non ci sarà mai alcun problema al transito di alcuna nave con il Ponte“. Con grande capacità divulgativa, Ciucci illustra nel corso dell’intervista cos’è il franco navigabile e come funziona la navigazione delle navi tra il Canale di Suez, “ma sono cose che abbiamo chiarito più e più volte, in ogni caso noi non ci stanchiamo a ripeterle e continueremo a farlo ogni volta che sarà necessario“.
Il Ponte sullo Stretto “significa libertà”
In conclusione Pietro Ciucci, stimolato sull’importanza del Ponte per l’Area dello Stretto di Messina, sintetizza i benefici della grande opera: “il Ponte vuol dire libertà, libertà di muoversi 24 ore al giorno 365 giorni l’anno da una costa all’altra, e quando si parla di libertà non si possono neanche immaginare tutte le conseguenze che vengono sia per le piccole cose, il lavoro, lo svago, le esigenze quotidiane, significa anche favorire l’arrivo a Reggio Calabria e in Sicilia dell’alta velocità ferroviaria che diventa sostenibile grazie all’apertura di un mercato, i 5 milioni di abitanti della Sicilia, davvero eccezionale, e potrei continuare in questi esempi di come l’impatto del Ponte sul tipo di vita di queste Regioni, e non solo di Sicilia e Calabria, sarà straordinario. Pensiamo all’alta velocità da Napoli in su: chi vorrebbe tornare indietro oggi e tornare ai vecchi collegamenti? o il Mose a Venezia? E’ stato offeso, vilipeso, criticato fino all’incredibile e poi ha salvato in un anno 40 volte Venezia dall’acqua alta. In Italia ci accorgiamo degli effetti che una grande infrastruttura può determinare soltanto dopo; nel durante viene osteggiata, contestata, i tempi aumentano, i costi aumentano, poi si arriva a completarlo e ci si accorge, però, se lo avessimo fatto prima. Non ho visto i critici del Mose ammettere di essersi sbagliati, e quando è così che non si paga per gli errori, in qualsiasi settore, è troppo facile essere critici e dire il contrario“.
Ma nel caso del Ponte, noi abbiamo già pubblicato una testimonianza molto forte in tal senso: la famosa Lettera di un No Ponte pentito: “solo bufale e fake news, vi abbiamo riempito di menzogne e oggi chiedo scusa”.
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