Porto Gioia Tauro, caos sui 60 diportisti: “offesi e accusati di essere abusivi”

Non accolta la richiesta di accesso agli atti del Comune di Gioia Tauro per i 60 diportisti interessati dall'ordinanza di sgombero

StrettoWeb

L’autorità di sistema portuale di Gioia Tauro non ha accolto la richiesta di accesso agli atti formulata dal Comune di Gioia Tauro nell’interesse dei 60 diportisti interessati dall’ordinanza di sgombero disposta dal Presidente Andrea Agostinelli”. Ad annunciarlo è il Presidente del Consiglio Giulio Ranieri e il consigliere comunale delegato alla gestione dell’attività portuali Giovanni Cedro. Rammarico espresso dal Presidente dell’assise consigliare: “ci lascia perplessi la volontà dell’autorità portuale di tenere il comune di Gioia Tauro, ente esponenziale degli interessi del territorio e componente del comitato di gestione, all’oscuro della pratica di concessione all’associazione il Maestrale. Atti che dovrebbero essere pubblici. Il sindaco aveva sollevato dei dubbi sulla regolarità della procedura, con espresso riferimento ai versamenti concessori a carico dell’associazione ed alla destinazione urbanistica dell’area, che a fronte di questa volontà di tenere secretati gli atti sembra prendere dei contorni ben precisi”.

“Proprio perché siamo stati accusati di tutelare persone che, a dire dell’autorità, sono degli occupanti abusivi, riteniamo sia doveroso evidenziare che la legalità si manifesta soprattutto con la trasparenza amministrativa. Si tratta inoltre di atti che non sono coperti dal segreto di ufficio. Ci chiediamo quindi quali sono i motivi per i quali l’autorità portuale vuole nascondere quelle che sono le procedure seguite per il rilascio della concessione all’associazione il Maestrale”.

“Allo stesso modo andremo fino in fondo per tutelare la dignità di chi in un pubblico consesso è stato offeso ingiustamente come portatore di interessi illegittimi che sono smentiti nei fatti e negli atti che ci sono stati trasmessi dall’AdSP. Nessuna interdittiva antimafia, come qualche consigliere pubblicamente ha affermato. Nei fatti solo fango nei confronti di cittadini che lottano per un loro diritto. Il territorio e i diritti prima di tutto”.

“Sappiamo che anche il legale incaricato dai diportisti ha avuto risposta negativa rispetto all’accesso agli atti e che procederà in via giudiziale. Anche l’ente sta valutando proprio nella sua qualità di componente del comitato di gestione di adire tutte le vie per tutelare quantomeno il diritto alla conoscenza degli atti amministrativi. Il sindaco che ha dato la sua disponibilità a realizzare un rimessaggio nel sedime comunale non ancora avuto risposta alla sua richiesta di proroga dello sgombero, necessaria soltanto a definire quelle che sono le procedure amministrative connesse all’apertura di un’attività di rimessaggio”.

“Ci saremmo aspettati quantomeno per garbo istituzionale una maggiore solidarietà rispetto a quello che è il ruolo delle organi dello Stato che operano nel territorio. Ma d’altronde gli esiti della vicenda di Baker Huges a Corigliano ci fanno comprendere come la gestione politica dei porti in Calabria sia del tutto estranea a quelle che sono le esigenze dei territori. La perdita di un investimento così importante testimonia che le giuste interlocuzioni con il comune avrebbero potuto evitare perdita di tempo e di occasioni con il territorio”.

“Continueremo la nostra battaglia per il diporto e per la realizzazione di una darsena rispondente alle esigenze dei territori e mai inserita nei POT dell’Autorità. È sicuramente il momento di aprire un confronto politico attento su come i porti calabresi siano stati gestiti fino ad oggi e su quelli che siano i ruoli della politica rispetto ad un’attività a dir poco estranea alle esigenze delle aree amministrate”, si chiude la nota.

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