Il problema è che noi ci proviamo pure a sorvolare, o comunque a dar meno peso a quello che si dovrebbe dare, ma davvero è impossibile. I vertici della Reggina, con le loro dichiarazioni e coi loro gesti, fanno tutto da soli. Però poi, se glielo si fa notare, si offendono, si arrabbiano, scappano. E minacciano. Querele, disimpegni. Insomma, inutile vittimismo.
L’ultimo “show” è del Presidente Minniti, ospite a Pianeta Dilettanti. Secondo lui si dovrebbe elogiare la vittoria contro il Ragusa e smetterla di parlare dei calciatori arrivati in auto. “Si dovrebbe elogiare la vittoria della squadra della propria città, invece guardiamo perché i giocatori vengono in macchina. Lo facciamo dallo scorso anno, è una tradizione, usciamo tutti insieme dal Sant’Agata e andiamo al Granillo, caricandoci verso lo stadio. E poi alla fine ognuno di loro non deve aspettare i compagni ma può tornare celermente dai propri cari. Un km con le proprie auto non credo sia così tragico. Ripeto: è una tradizione e la continueremo”. Giusto. Nel pieno stile di una città che si è abituata alla mediocrità, come detto anche questa mattina e come ripetiamo da molto tempo, una vittoria risicata e immeritata contro il Ragusa – in Serie D, dopo una prestazione insufficiente, soprattutto nel primo tempo – è da elogiare. E perché non mettete pure i caroselli?
Andare allo stadio con la propria auto non è affatto normale
E poi, siccome è tutto normale ormai, è anche normale che i calciatori arrivino in auto allo stadio. E’ una tradizione. Tipo il panino con la salsiccia a Festa di Madonna. Ma è normale per chi? Per loro forse. Che sia abitudine dall’anno scorso, che sia un km di distanza dal Sant’Agata, poco cambia. Normale di certo non lo è. Sicuramente non è una tragedia, ma è altresì grave e poco professionale che i calciatori arrivino in auto. E non perché è Serie D, ma perché è la Reggina. Ma tant’è, poco importa: se si giustifica una sconfitta contro la Scafatese in casa, si può giustificare tutto.
La bugia sull’assenza di Ballarino
La seconda perla Minniti l’ha tirata fuori parlando dell’assenza di Ballarino: “lui ha delle aziende. Credo che non si possa contestare nulla a una persona che deve lavorare. E poi, perché tutti parlano di Ballarino assente nella ripresa di domenica e nessuno parla del fatto che il Presidente, io, sia arrivato nel secondo tempo? Forse anche lì devo fare una riflessione. Io ero impegnato lavorativamente in azienda, non appena ho potuto ho presenziato”. Anche Minniti si è infastidito. E’ forse “geloso” che si faccia attenzione solo a Ballarino? O semplicemente Ballarino ha sempre “oscurato” la sua figura, che pare essere perlopiù di rappresentanza e null’altro?
Forse non ha riflettuto abbastanza, ma lo inviteremmo a riflettere anche nelle risposte. Perché non ha risposto alla domanda sul perché Ballarino se ne sia andato all’intervallo di Reggina-Ragusa. Lavoro? Ma quando mai! Chi se la beve? Chi ancora pensa di essere preso in giro? E’ confermato, ultrà verificato, che l’imprenditore catanese se ne sia andato infastidito per un coro che non era neanche poi così critico. Si è offeso, Ballarino, manco avesse vinto quattro Champions League.
Il Presidente si incarta e non risponde sugli investimenti
E non ha risposto, Minniti, neanche a un’altra domanda, praticamente incastrandosi da solo. “Ballarino più volte ha detto che faremo di tutto per proseguire verso il prossimo futuro. Non capisco queste preoccupazioni da parte della tifoseria o di alcuni colleghi che insistono a ricreare la domanda sulla forza economica della società. La vera domanda da fare è: ‘quanto state investendo affinché ciò avvenga?'”, chiede Minniti. Certo, peccato però che quando il conduttore gli chiede quanto stiano investendo attualmente, lui divaga, dribbla, sposta il discorso. “Ringrazio tutti, Bonanno e Praticò, la strada maestra ora la deve dare il mister”. E quindi? Quanto avete investito?
Il futuro del Sant’Agata
Infine, giusto per ricordarlo, visto che la memoria è sempre corta, anche Minniti conferma le idee circa il Sant’Agata in caso di vittoria del bando: non solo calcio, non solo Reggina, ma resta da capire in che termini si voglia fare anche altro. “Fin dal primo giorno abbiamo recepito che il centro sportivo ha bisogno di un intervento strutturale. Lì all’interno, grazie all’azienda con la quale stiamo costituendo l’ATI, andremo a fare degli interventi che non riguarderanno solo la Reggina, ma anche altri aspetti sociali di Reggio Calabria”. Per ora stanno tenendo nascoste le idee, con l’obiettivo eventualmente di addolcire la pillola. Come fatto in quest’anno. Tanto ci si beve di tutto. Ah, a proposito: perché quasi nessuno ha parlato del richiamo della Città Metropolitana al club per aver utilizzato campi impropriamente?