Reggina, numeri impietosi e vergognosi: sta già facendo peggio dello scorso anno | DATI

"Viaggio" tra i numeri della Reggina: i dati nel confronto delle prime cinque gare tra l'anno scorso e questo. Un disastro

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Ci viene da sorridere. Ci viene da sorridere a vederli stupiti, arrabbiati, a chiedere la testa di questo o quello. Per un anno si sono arrabbiati contro chi gli sbatteva in faccia la realtà, senza interessi di sorta, senza filtri, in piena e totale libertà. Ma non si sono fidati. Hanno preferito le solite balle che gli raccontano da dieci anni a questa parte, con picchi estemporanei. Oggi si arrabbiano. C’è chi volta le spalle, chi si infervora sui social, chi prova ad arrampicarsi sugli specchi o prova a scendere dalla nave. Un classico.

La sconfitta della Reggina a Siracusa non ci meraviglia. E non ci meraviglia la discussione di cui sopra. E non ci meraviglia neanche di chi parla di grandissima partita, di favore dell’arbitro, di rigorino, di Siracusa debole e delle solite balle. Come contro la Scafatese, come contro l’Acireale, la Reggina non meritava di perdere, hanno detto. Ma intanto ha perso. Per due volte e mezzo, in attesa di mercoledì. Nel calcio conta chi la butta dentro, anche in maniera sporca e con la furbizia. Figuriamoci in Serie D, categoria ricca di mestieranti e di attaccanti cazzuti e che conoscono i gironi a menadito. Tipo Maggio o Foggia, per esempio, non di certo “quelli che dormono a 800 euro nel sottoscala e che mangiano nelle pentole”, come metaforicamente affermato dal delegato Uefa Michele Spinella.

Che poi vorremmo anche capire che significa “giocare bene”? Fare un po’ di pressing alto per mezz’ora significa “giocare bene”? Non far tirare in porta la squadra avversaria (che comunque era avanti e non aveva motivo di scoprirsi) significa “giocare bene”? Colpire un palo nel finale in maniera casuale significa “giocare bene”? La realtà è che oggi questa squadra doveva essere insieme a Benevento e Catania a lottare per la B. Così avevano scritto nel business plan. E invece si fanno uccellare da Scafatese e Siracusa, questa per la quarta volta in pochi mesi.

Pergolizzi prossimo parafulmine

Numeri impietosi e vergognosi. Pure perché, incredibilmente, sono anche peggiori dello scorso anno. Ma come? L’anno scorso non c’era l’alibi della partenza in ritardo? Non c’erano i calciatori arrivati alla spicciolata e senza allenamenti? Eppure è così: dopo cinque partite i risultati sono peggiori. Nella scorsa stagione, dopo cinque giornate, la Reggina aveva 10 punti, frutto delle vittorie contro Portici, Licata e Gioiese e del pari contro il San Luca. Gol fatti: 6. Gol subiti: 2. Quest’anno, dopo cinque partite, sono… 9 punti, per via dei tre successi contro Igea Virtus, Sant’Agata e Ragusa. Gol fatti: 6. Gol subiti: 4.

Quindi, rispetto all’anno scorso, dopo cinque giornate ci sono due gol in più presi, una sconfitta in più e un punto in meno. Ma con tutta una estate di preparazione e mercato, con una calma olimpica, senza alibi e ritardi. Però è un totale disastro. Preventivabile, da chi lo aveva fatto notare. Non da chi continua a cadere dal però, avallando la società in quello che sarà il prossimo obiettivo: utilizzare Pergolizzi come parafulmine. Pur volendo imputare a lui quelli che possono essere gli errori tattici di un allenatore che comunque non sarà Guardiola, allenando da una vita in Serie D, non possono essere attribuite a lui le colpe di tutto questo. Ma la società lo farà, come è accaduto l’anno scorso con Trocini. E’ un film già visto. Ormai sono pure prevedibili. Nei numeri, nelle mosse, negli atteggiamenti. Non resta che attendere la prossima puntata.

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