Reggio Calabria, anche sulla meteorologia continua la politica dello “gnè gnè”

A Reggio Calabria tiene banco la polemica politica su maltempo e allerta meteo: la città è in ginocchio, ma l'Amministrazione Comunale attacca per difendersi mistificando - per l'ennesima volta - la realtà ed ergendosi a vittima dei cattivoni. E' la politica dello "gnè gnè" che continua

StrettoWeb

Non c’è niente da fare. Sono passati 10 anni (esattamente tra 8 giorni) da quando Giuseppe Falcomatà è Sindaco di Reggio Calabria e il Partito Democratico amministra la città più grande e importante della Regione, ma non è cambiato nulla: i massimi rappresentanti delle istituzioni giocano con le parole e con i toni che usano come se fossero bambini dell’asilo e continuano a prendere in giro una comunità ormai pronta a bersi qualsiasi cosa. Nel weekend è successo che la meteorologia è diventata argomento di dibattito pubblico, proprio a causa dell’Amministrazione Comunale.

Finalmente ha piovuto, dopo mesi di siccità. Ma non c’è stato modo di godersi il ritorno dell’acqua perchè i danni e i disagi sono stati tali da compromettere la quotidianità dei cittadini, devastando il territorio. Il nubifragio di sabato mattina ha letteralmente messo in ginocchio Reggio Calabria: centinaia di rami di alberi si sono spezzati e sono crollati in tutta la città; le fognature sono esplose causando il caos persino nel centralissimo corso Garibaldi. Gli allagamenti e le voragini hanno inghiottito decine di auto, compromesse e danneggiate.

Danni persino nel cantiere di piazza De Nava, per l’ennesima volta. Ed è tornato a piovere dentro lo Scatolone, la palestra comunale che Falcomatà aveva inaugurato in pompa magna poco tempo fa dopo i lavori che avrebbero dovuto “ripristinare la sicurezza“. Non avrebbe dovuto piovere dentro mai più, e invece quei soldi pubblici sono stati tutti sperperati perchè piove ancora come prima o più di prima.

Di chi è la colpa? Non vogliamo mica prendercela con il povero Falcomatà, vero?

E le responsabilità di tutto questo, di chi volete che siano? Non ce la possiamo certo prendere con Falcomatà e con il Pd: non sono certo loro a governare la città da dieci anni, non sono certo loro ad avere per legge la responsabilità su quello che succede in città per quanto concerne la pubblica amministrazione, non sono certo loro ad essere retribuiti con stipendi lautissimi degni di senatori, deputati e capi di Stato (parliamo di 13.800 euro mensili per il Sindaco, 10.350 euro per il vice sindaco, 8.970 euro per gli assessori!) ovviamente di soldi pubblici, quindi dei cittadini, proprio affinchè facciano funzionare la città. E cioè non si allaghino le strade, non piova nelle palestre, non si spezzino i rami, non si aprano voragini in caso di maltempo (oltre a molto altro, come ad esempio raccogliere i rifiuti, mantenere la città pulita, fornire l’acqua e la luce nelle abitazioni, garantire i servizi essenziali come un efficiente trasporto pubblico locale, avere strade sicure e asfaltate, etc. etc. etc.).

Il caos provocato dal maltempo, però, ha scatenato l’ira … dell’Amministrazione! Per non farsi attaccare, sono passati al contrattacco con la strategia tipica di chi detiene il potere e vuole silenziare gli oppositori e le voci critiche della comunità. Il primo è stato proprio Brunetti, che subito, con un comunicato durissimo, ha difeso la scelta di Falcomatà di lasciare le scuole aperte nonostante l’allerta meteo. Peccato che per aprire un dibattito sulla meteorologia, abbia parlato di “metereologia“: un errore grammaticale molto grave, purché comune tra coloro che non conoscono nulla di questa scienza.

Il tema delle scuole chiuse: come stanno realmente le cose

Ma la meteorologia è una cosa seria, e non ci vuole un genio per smontare tutte le fake news dichiarate da Brunetti secondo cui le scuole non si chiudono con l’allerta arancione. E’ falso: con la stessa allerta, tanti altri comuni importanti quali Catania e Catanzaro sabato stesso le avevano chiuse (e in molti comuni sono chiuse anche oggi). E con la stessa allerta, Falcomatà e lo stesso Brunetti da Sindaco f.f. in più occasioni negli scorsi anni hanno deciso di chiudere le scuole! Stanno ribaltando persino se stessi, pur di difendere l’indifendibile.

Brunetti se l’è presa con un coordinatore sindacale che si permetteva di contestare la decisione di Falcomatà. Perbacco. Lesa maestà, signori! Nessuno critichi il Sindaco!

Ma il punto è un altro: il tema vero non è quello delle scuole. Lo scriviamo da sempre: in un Paese normale, non si chiudono le scuole per il maltempo. Può succedere una volta ogni dieci anni se arriva un uragano senza precedenti, ma non decine di volte l’anno ad ogni perturbazione com’è ormai routine in Italia. Il tema delle scuole è un tema di giustizia che riguarda la magistratura: tutto è iniziato quando l’allora sindaco di Genova, Marta Vincenzi, venne indagata e poi addirittura condannata per – fate attenzione! – “omicidio colposo plurimo e disastro colposo” (!!!) perchè non aveva chiuso le scuole il 4 novembre 2011, quando una grave alluvione provocò sei morti nel capoluogo ligure. Prima del 2011, nessuno chiudeva le scuole per l’allerta meteo e tutti siamo cresciuti studiando in classe mentre fuori pioveva. Tutti siamo andati a scuola con l’ombrello. Dopo il 2011, comprensibilmente, i Sindaci hanno iniziato a chiudere le scuole ad ogni minima allerta, non certo per una questione meteorologica ma soltanto per evitare guai giudiziari come quelli della collega genovese.

Lo ripetiamo, quindi: il tema di Reggio Calabria non è quello delle scuole. Anzi. A nostro avviso dovrebbero rimanere sempre aperte, anche in caso di maltempo. Il guaio vero è il panico e l’isteria che ha coinvolto alcuni istituti, dove i dirigenti hanno fatto uscire gli alunni in anticipo convocando i genitori su Whatsapp durante il nubifragio e alimentando ulteriore caos. Una delle regole fondamentali della meteorologia, comprensibile da chiunque e non solo per addetti ai lavori, è che ogni volta che piove seguirà il sereno. Quando piove, c’è la certezza che quella pioggia finirà. L’importante, quindi, è aspettare al sicuro. Rimanere al riparo, ovunque ci si trovi. Se i bambini sono a scuola e piove, sono al sicuro. Meglio fermarsi una o due ore in più, se in città c’è il caos (come sabato mattina), anziché uscire prima durante la tempesta (che senso ha?!?). Ma su questo, ovviamente, la politica non c’entra niente.

Il vero tema: una città in balia del maltempo perchè priva di cura, prevenzione e manutenzione

Usciamo dal tema delle scuole e veniamo a quello reale: le conseguenze del maltempo sulla città. Disastrose, checché ne dica l’Amministrazione. Falcomatà ha scatenato tutta la sua potenza di fuoco mediatico: in poche ore hanno diffuso un comunicato stampa per difendere il Sindaco e dire che tutto andava bene e, anzi, l’Amministrazione aveva difeso e tutelato egregiamente la città dalle intemperie (!!!) il gruppo consiliare del Pd, poi i consiglieri della maggioranza, infine l’assessore ai lavori pubblici Costantino, il tutto ovviamente dopo il primo duro comunicato di Brunetti.

Eppure le opposizioni non avevano fatto chissà che: un semplice comunicato in cui facevano le opposizioni e denunciavano i disservizi comunali in concomitanza del maltempo. Critica anche Angela Marcianò su Facebook, commentando “No, tutto questo non è normale” con le foto dei rami spezzati e dei cantieri pubblici devastati in centro, e poi tanti media che raccontavano il caos vissuto nei vari quartieri della città, e lo sfogo di cittadini e della società civile in modo particolare sui social. Tra questi, dichiarazioni molto dure del noto sindacalista Nuccio Azzarà, mai vicino alla destra nella vita politica della città.

Insomma, non è stata l’opposizione a fare polemica ma la città a subire il disastro. Eppure, secondo la maggioranza che da dieci anni amministra Reggio, non ci sarebbe neanche il diritto di lamentarsi se succede tutto questo in città. In parte siamo d’accordo, se il senso è quello della democrazia. Chi ha votato Falcomatà & company non ha alcun diritto di lamentarsi in quanto corresponsabile di questo disastro. In tal caso, però, i comunicati avrebbero dovuto avere un tono differente, immaginiamo, del tipo, “scusate, ma guardate che noi questi siamo, e non abbiamo alcuna colpa, anzi, siete voi che ci avete votato, tra l’altro consapevoli di come fossimo dopo il nostro primo tempo, e adesso siamo qui solo per decisione vostra, e quindi semmai prendetevela con voi stessi, state zitti e subite prostrati facendo mea culpa“.

La politica dello “gnè gnè”

Invece gli amministratori di Reggio Calabria sono davvero convinti di essere dei grandi statisti, provando a ribaltare la realtà. Ricordate quando Falcomatà, nel corso degli anni in numerose occasioni, rivendicava con leggerezza e simpatia i messaggini dei bambini delle scuole che lo pregavano di chiuderle perchè avevano interrogazione, e lui li accontentava con la scusa dell’allerta meteo? Ebbene, ieri ha fatto la vittima proprio su quei messaggini: ha pubblicato alcuni messaggi di quegli stessi bambini, stavolta delusi perchè non ha chiuso le scuole, vittimizzandosi come se fossero minacce di ‘ndrangheta (un riferimento poco credibile, visto che secondo la Procura è stato lui a chiedere aiuto al genero del boss per vincere il ballottaggio del 2020). Ha parlato espressamente di minacce, di violenza, di “incitazione all’odio” (parole testuali!), perchè qualche teenager non voleva andare a scuola e se l’è presa con lui esattamente come lo venerava quando gli consentiva di saltare un’interrogazione.

Davvero la politica è scaduta così in basso? A Reggio Calabria, ahinoi, è così! La politica dello “gnè gnè”. Di un Sindaco che guadagna 14 mila euro al mese e anziché pensare a fare bene il suo lavoro, piagnucola in pubblico per i messaggini dei teenagers sui social.

Il disastro di Reggio Calabria per un maltempo affatto eccezionale: che non arrivino le alluvioni che si stanno verificando altrove!

La fandonia più grande di tutta la vicenda meteorologica, e qui entriamo nel merito delle polemiche, è quella secondo cui l’Amministrazione si sia ben comportata e abbia difeso Reggio dal maltempo. Alla faccia! E che dovevamo essere, sterminati? Il paragone con quello che succede in altre realtà d’Italia in questi giorni è, al contrario, proprio ciò che dimostra la totale inefficienza dell’Amministrazione comunale reggina. A Licata, dove c’è stata un’alluvione e le persone sono state salvate con gli elicotteri che hanno preso la gente dai tetti delle case, è esondato il fiume Salso perchè in tutta la valle sono caduti 150mm di pioggia. A Bologna, dove c’è stato anche un morto per l’ennesima alluvione emiliano-romagnola, sono caduti 175mm di pioggia. Per rendere l’idea, sabato a Reggio Calabria sono caduti 30mm di pioggia: un quinto di Licata, un sesto di Bologna. Tra l’altro a Reggio sono caduti a due riprese: 15mm sabato mattina e altri 15mm sabato sera, dopo dieci ore di tregua. Invece sia a Licata che a Bologna tutta quella pioggia è caduta in 3-4 ore. La pioggia che a Reggio Calabria ha fatto tutto quel disastro, quindi, è stata un decimo di quella di Licata e un dodicesimo di quella di Bologna!

Se fosse successa una cosa del genere a Reggio Calabria, oggi, la città sarebbe purtroppo rasa al suolo. E noi possiamo soltanto avere la speranza che non accada mai. Una speranza che si scontra con la scienza: è già successo in passato (l’ultima volta 13 anni fa) e allora ci furono meno danni di sabato, perchè la città era gestita e manutenuta molto meglio. Succederà certamente anche in futuro.

La speranza che possiamo avere, quindi, è che accada il più tardi possibile, quantomeno quando ci sarà una nuova Amministrazione Comunale più seria e competente che avrà risolto i problemi di manutenzione, prevenzione, regimentazione idrica, cura del verde e delle strutture pubbliche. Sempre se mai ci sarà un’Amministrazione virtuosa in tal senso. E’ soltanto una speranza, rispetto alla tragica realtà di oggi in cui dobbiamo vivere in una città da terzo mondo e non ci possiamo neanche lamentare perchè i potenti che la governano dicono che tutto va bene e se la prendono con chiunque si permetta di contestarne l’operato.

Come se fossimo in Russia, in Cina, in Iran o in Corea del Nord.

Tuttavia se stanno modificando il regolamento comunale (da loro stessi varato sei anni fa!) abolendo le commissioni e negando l’accesso ai giornalisti nell’indifferenza più generale di fronte a un provvedimento tirannico, ci sorprendiamo se si arrabbiano con chi li critica? Anzi che ancora non ci fanno misteriosamente morire in un gulag… Grazie, Pd di Falcomatà, di essere così clemente e liberale rispetto ai tuoi compagni del resto del mondo. Siamo proprio fortunati a vivere a Reggio Calabria!

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