Grande giorno per la storia di Reggio Calabria, dedicata una strada a Luigi Aliquò Lenzi: ricostruì la Biblioteca Comunale

A Reggio Calabria è stata inaugurata oggi una strada dedicata a Luigi Aliquò Lenzi, giornalista che ebbe il merito di ricostruire la Biblioteca Comunale dopo il terremoto del 1908

  • Luigi Aliquò Lenzi
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Strada dedicata a Luigi Aliquò Lenzi
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Strada dedicata a Luigi Aliquò Lenzi
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  • Strada dedicata a Luigi Aliquò Lenzi
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StrettoWeb

Un grande giorno, un segnale storico e un grande uomo che quella storia appuntò la segnò. A Reggio Calabria è stata inaugurata oggi una strada dedicata a Luigi Aliquò Lenzi, giornalista che ebbe il merito di ricostruire la Biblioteca Comunale dopo il terremoto del 1908. Grande emozione per la famiglia, presente all’evento insieme all’Amministrazione Comunale. “Oggi finalmente c’è l’inaugurazione della strada dedicata al mio bisnonno, bibliotecario della Biblioteca Comunale. La via va da Piazza del Popolo a Piazza De Nava. Siamo felici di questa attestazione, ringraziamo il Sindaco e la Commissione Toponomastica”, dice uno dei nipoti dell’uomo.

“Finalmente viene celebrato un grande uomo, che si è occupato della ricostruzione della Biblioteca Comunale sin dal 1908. Grazie alla mia famiglia e all’Amministrazione Comunale”, aggiunge un altro nipote.

Falcomatà: “fu tra i primi a parlare della necessità che dalla Calabria partisse una riscossa di carattere morale”

Alla cerimonia erano presenti il sindaco Giuseppe Falcomatà, il presidente della Commissione comunale toponomastica Domenico Cappellano e tanti familiari e discendenti dell’illustre reggino. È stata la pronipote Daniela a ricordare brevemente i tratti più salienti della vita di Luigi Aliquò Lenzi, vissuto tra il 1875 e il 1944 a Reggio, dove ha ricoperto l’importante ruolo di direttore della biblioteca comunale, intessendo rapporti anche con Giuseppe De Nava.

“C’è una storia che ci lega a doppio filo, nello studio di casa ci sono diversi suoi scritti – ha spiegato il sindaco – mio papà ha studiato molto la figura di Aliquò Lenzi, sia nel periodo in cui ha insegnato, sia quando ha amministrato la città, come consigliere e poi come sindaco. Cerchiamo, con le intitolazioni, grazie al lavoro della commissione toponomastica, di recuperare la memoria delle persone che nella loro vita, con il loro impegno, nella cultura, nel giornalismo, nelle professioni hanno lasciato una traccia indelebile nella nostra città con una testimonianza di amore. E in questa attività cerchiamo anche di individuare delle aree che raccontino questa testimonianza nella consapevolezza che è il nome che fa la via e non viceversa, nella consapevolezza che ci sono dei luoghi che hanno un’anima e una vocazione naturale. Era già in qualche modo inevitabile che questo luogo fisico, davanti alla biblioteca comunale, portasse il nome di Luigi Aliquò Lenzi proprio per la presenza, per la simbiosi con Giuseppe De Nava”.

Il sindaco si è poi soffermato su un altro aspetto della vita del reggino. “Aliquò – ha aggiunto – è stato giornalista come ce ne sarebbero bisogno tanti ancora oggi. C’è una frase che mi ha colpito leggendo qualche suo scritto: l’idea cioè che il giornalismo rappresenti un bene superiore a tutto, alle persone e ai personalismi, l’idea che attraverso il giornalismo si renda un servizio al territorio, alle città, alle persone. Un giornalismo libero da pregiudizi, da valutazioni poco imparziali, libero da ciò che non lo rende bene supremo a disposizione delle collettività, rendendo, di fatto, il mestiere e il ruolo del giornalista come una sorta di bene comune. Luigi Aliquò – ha aggiunto il sindaco – è stato anche un grande meridionalista, forse tra i primi, considerato il periodo. Egli parlò dell’importanza e della necessità che dalla Calabria partisse una riscossa di carattere morale, prima ancora degli investimenti nelle strutture, nei trasporti”.

“Il riscatto deve essere qualcosa di immateriale, di morale, di interno a noi, un moto interiore, in un momento in cui dire queste cose aveva un significato ancora maggiore. Lui rifiutò anche di dirigere il Secolo, salvaguardò la propria libertà di giornalista in un momento in cui questo poteva significare mettere a repentaglio la propria vita, ma senza mai subordinare il valore estremo della libertà di giornalista ad altro. Lo ricordiamo fisicamente con questa targa – ha concluso il primo cittadino – intitolandogli questa via, ne ricordiamo l’esempio, siamo convinti che quest’intitolazione possa essere fonte di ispirazione per chi decide di percorrere una strada al servizio delle istituzioni, del territorio e credo che così possiamo restituire una parte piccolissima di tutto quello che lui ha fatto per la nostra città”.

Chi era Luigi Aliquò Lenzi

Luigi Aliquò Lenzi si dedica fin da giovanissimo al giornalismo. E’ redattore del “Corriere di Calabria”, dirige la “Rivista Storica Calabrese”, è anche corrispondente de “Il Tempo” di Roma e de “Il Mezzogiorno” di Napoli. Poi dirige “La Gazzetta di Reggio” e rifiuta il passaggio al “Secolo” di Felice Cavallotti poiché “non vuole lasciare la sua Reggio, alla quale è attratto da vincoli di infinita tenerezza e di amore senza misura per la sua Città e per la sua Regione”.

Il giornalismo è per Lui apostolato: di supremo interesse pubblico, al di sopra delle persone e dei personalismi; azione di controllo, di moralizzazione, di elevazione, egli stesso lo definisce: “mezzo di propagazione culturale, valorizzazione ed ammonimento, illuminante ed educativo, pungolo ai torpidi, plauso ai volenterosi, premio e castigo, fattore di coscienze, polarizzatore di energie”.

Nel 1908, al convegno dei giornalisti della Calabra, è artefice, con Italo Vollaro, della costituzione della Associazione della Stampa Regionale Calabrese. In tale occasione, tracciando la funzione della stampa, “chiede che la cronaca nera non continui a diffamare tutta la regione, facendola apparire popolata di ladri e di briganti; invoca il diritto ed il dovere della critica serena e severa; vuole il rispetto del giornalista e la moralizzazione della professione; indica propositi e programmi rimasti, purtroppo, tali; incita alla rievocazione delle memorie ed alla discussione dei più vitali problemi”.

Nel luglio 1914 è incaricato del recupero e della riorganizzazione del materiale della Biblioteca comunale di Reggio Calabria, distrutta nel terremoto del 1908. Si impegna particolarmente nell’arricchimento del patrimonio, sia con donazioni e lasciti, sia con la creazione di una Sezione calabra, che intendeva raccogliere e valorizzare la produzione culturale regionale. Fonda nel 1931 un periodico della Biblioteca, “Bibliografia calabra”, e istituisce a partire dal 1932 “la Cattedra di Storia Letteraria Calabrese, attraverso la quale compie opera preziosa, con conferenze di notevole importanza.. Nel 1936 organizza nella Biblioteca uno dei primi corsi di preparazione per le biblioteche popolari e scolastiche avviati in quegli anni dalle soprintendenze bibliografiche.

E’ socio dell’Accademia Cosentina e dell’Accademia Peloritana, membro della Deputazione di storia patria per la Calabria, presidente del Comitato locale per la storia del Risorgimento, consigliere della sezione della Società Dante Alighieri. I suoi libri sono stati donati alla Biblioteca comunale di Reggio Calabria che ne ospita il busto in bronzo a memoria del suo illustre e prezioso contributo.

 

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