Reggio Calabria: “degrado, vandalismo, sassate e rifiuti” ad Archi, lo sfogo del Parroco

"S. Antonio Abate in Archi e quartiere di Archi: un tesoro da proteggere insieme": Don Danilo sul degrado nella zona nord di Reggio Calabria

  • Degrado ad Archi
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“Lo stesso luogo dove ci si può fermare per contemplare la bellezza diventa, nelle mani sbagliate, un teatro di schiamazzi e degrado. Eppure, quel luogo non perde il suo fascino millenario, nonostante le nostre azioni attuali. Ma il vero problema che affiora sempre più è la mancanza di continuità tra le generazioni, un vuoto educativo spaventoso che produce persone esperte in estetica, ma totalmente ignoranti della vera bellezza”. Comincia così la riflessione, che è anche uno sfogo, di Don Danilo Latella, Parroco della Parrocchia Maria Santissima Del Carmelo di Archi Carmine, in merito al degrado nel quartiere a nord di Reggio Calabria, come si può vedere nelle foto a corredo dell’articolo.

Non possiamo incolpare automaticamente i giovani. È troppo facile. La responsabilità educativa ricade sugli adulti, che troppo spesso scaricano sui ragazzi colpe che appartengono anche a loro. Non possiamo neanche dare la colpa solo alle famiglie, perché a volte, nonostante i sani valori trasmessi, nascono personalità ribelli e lontane dallo stile ricevuto. La vera domanda è: stiamo facendo il nostro meglio come genitori, come adulti?”.

“Sappiamo cosa fanno i nostri figli? Sappiamo chi frequentano, dove vanno, cosa li attrae? E voi, ragazzi, vi domandate mai: “È bello ciò che sto facendo? È rispettoso? Lo farei se i miei genitori mi vedessero?”. Se ciascuno di noi si assume la sua parte di responsabilità, possiamo cambiare il corso delle cose. Tutti dobbiamo fermarci e riflettere sulle conseguenze di un’educazione data per scontata o, peggio, non data”. 

“Non si nasce educati, lo si diventa grazie a qualcuno. Ed è qui che sta la sfida più grande: denunciare il vandalismo è giusto, ma occorre educare queste nuove generazioni che, per attirare l’attenzione, sfogano la loro frustrazione in modo sbagliato. E perché lo fanno? Perché gli adulti sono più adolescenti dei loro stessi figli, più presenti online che nella vita reale”.

“Siamo tutti responsabili delle cose belle e brutte che accadono. Nessuno è escluso. Se si parla ancora male di un quartiere bello come il nostro, è perché troppi lo considerano brutto e invivibile. Non è così! Ogni casa può essere l’inizio di un cambiamento, ogni piccolo gesto può creare un nuovo oceano. Ci crediamo?! Speriamo di poter tornare a gustare le meraviglie che abbiamo: il gioiello di S. Antonio, le piazze della Parrocchia, le vie del Quartiere, luoghi di incontro, svago, comunità e amicizia. Luoghi che meritano di essere trattati con guanti bianchi e rispetto infinito, non con sassate o rifiuti“.

“Il bene è tale solo se è comune e se tutti possono goderne. Saremo capaci di vantarci del nostro quartiere, di prendercene cura come fanno ancora troppo pochi? Adulti e giovani, il destino di Archi dipende da noi. Nessun altro lo farà al nostro posto”, conclude il Sacerdote.

Degrado ad Archi

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