Reggio Calabria, furibonda lite tra clandestini a piazza Sant’Agostino: uno era ricercato da 18 mesi in Sicilia

Reggio Calabria, violenta e brutale rissa tra immigrati clandestini nella centralissima piazza Sant'Agostino dove la situazione è ormai fuori controllo

StrettoWeb

Nel pomeriggio di mercoledì scorso la Polizia Locale di Reggio Calabria è intervenuta con più pattuglie per una lite tra due soggetti che si stava consumando in Piazza Sant’Agostino, culminata con il ferimento di entrambi i contendenti poco più che ventenni. Uno dei due, nell’occorso, veniva attinto da almeno un fendente con delle forbici. A seguito delle attività finalizzate alla ricostruzione dei fatti, si accertava che l’extracomunitario di nazionalità marocchina che aveva riportato ferite da arma da taglio, non era regolarmente soggiornante sul territorio dello Stato.

Gli approfondimenti investigativi ulteriori seguiti al fermo di identificazione e svolti presso la Questura di Reggio Calabria, hanno acclarato che il soggetto era ricercato a seguito di un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Agrigento, a cui si era sottratto per oltre un anno e mezzo. Lo stesso infatti è gravemente indiziato di delitto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (scafista). Appurato quanto sopra, ed espletate le formalità di rito, al soggetto veniva notificata la misura restrittiva, e dopo le formalità di rito, veniva tratto in arresto unitamente dalla Polizia Locale e dalla Polizia di Stato ed associato alla casa circondariale cittadina a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

L’arrestato è stato altresì denunciato per permanenza illegale sul territorio dello stato e lesioni. Denunciato per lesioni anche l’altro protagonista della furibonda lite. Lo stadio del procedimento è ancora in fase di indagine e pertanto vige per gli indagati il principio di non colpevolezza fino a condanna definitiva.

La Polizia Locale continuerà a svolgere ogni necessaria attività a tutela del decoro e della vivibilità della città, contribuendo fattivamente anche nei dispositivi interforze secondo le direttive della Questura.

Condividi