Al peggio non c’è mai fine ed in una città come Reggio Calabria in cui non ci sono regole e tutto funziona in maniera “precaria” (per usare un eufemismo), l'”attacco” nei confronti di chi fa informazione in maniera libera, disinteressata e professionale non è certo qualcosa di democratico. Ebbene, nella commissione affari generali del Comune di questa mattina, in cui si è discusso del controverso nuovo regolamento del consiglio comunale da cui l’Amministrazione Falcomatà vuole estromettere i giornalisti e di fatto annullare tutti i ruoli delle commissioni, il presidente Giuseppe Marino, capogruppo del Partito Democratico, alle prese con una nevrosi isterica, ha avuto l’ardire di attaccare pesantemente i giornalisti facendoli passare come degli intrusi o “appestati”.
Cos’è successo questa mattina in Commissione
Questa mattina, come sempre, i giornalisti lavorano e accedono alla riunione della Commissione via web per seguire la seduta che tra l’altro si prospetta molto calda visto il tema scottante della modifica del regolamento comunale. Prassi consolidata per quanto riguarda la commissione controllo e garanzia, prassi negata per quanto riguarda le altre sedute, questo è doveroso precisarlo, nonostante il regolamento attualmente in vigore (approvato proprio dal Pd nel 2018) prevede che sia giornalisti che persino i semplici cittadini possano presenziare alle riunioni delle commissioni.
Ebbene, allorquando noi giornalisti ci colleghiamo, il “buon” Marino, in maniera isterica e aggressiva, ci chiede insistentemente: “voi chi siete? Chi rappresentate? Aprite le telecamere e audio. Danilo Loria? Chi è Danilo Loria? Io non lo conosco…“. Capiamo che il presidente Marino voglia tenere nascoste le nefandezze del nuovo regolamento (il vecchio funzionava benissimo, era stato redatto da Mimmo Martino, politico d’altri tempi e noto esponente di Sinistra) che è tutt’altro che democratico, però così no, questi non sono modi civili. Si badi bene che qui non c’entra la contrapposizione destra o sinistra, bene o male, essere d’accordo o no, qui c’entra solo un fattore determinante ossia l'”educazione“.
Se il presidente Marino ha l’obiettivo di metterci il bavaglio ha proprio sbagliato indirizzo anche perchè il sottoscritto è nipote di un consigliere comunale “pertiniano” (per ben 40 anni) e la mia famiglia è stata ed è tutt’ora impegnata, in un comune della provincia, nella gestione della cosa pubblica (con amministrazioni civiche e di Sinistra, dove il Pd e l’intero centrodestra sono all’opposizione) e conosco bene il funzionamento dei vari regolamenti comunali. Marino deve sapere che le commissioni sono aperte ed il comune non è proprietà privata. Noi giornalisti non rappresentiamo nessuno: facciamo semplicemente il nostro lavoro. E non è tenuto a conoscere chi partecipa.
Da rimarcare che gli stipendi, che giustamente ricevono per il loro lavoro, sono pagati dai cittadini ed il compito di Marino, e di tutti gli altri, è quello di “servire” il popolo, tutto il popolo. Nel suo intervento, il consigliere Pazzano ha fatto benissimo a chiedere lo streaming per tutte le commissioni per avere la massima trasparenza possibile.
La politica è servizio. Marino è al nostro servizio. E’ pagato da noi cittadini e deve rispettare prima di tutto i giornalisti, che sono il tramite tra il popolo e il potere. Non siamo noi a dover dare conto a Marino di chi siamo e cosa facciamo, è lui a dover dare conto alla stampa e ai cittadini di come si comporta visto l’incarico pubblico che ha. Altrimenti si apre un’azienda privata e lì sì che può chiedere chi entra e chi non entra…
Ripepi e Marcianò a difesa dei giornalisti
Il consigliere comunale Angela Marcianò non le manda a dire: “capisco il nervosismo della maggioranza ma l’atteggiamento nei confronti dei giornalisti è irrispettoso”. E poi rivolgendosi a Marino: “un atteggiamento del genere non appartiene alla tua persona”. Il consigliere Massimo Ripepi ha sottolineato: “Marino è stato scortese nei confronti dei giornalisti, così non va bene”.
La goffa replica di Marino
Il presidente Marino tenta di giustificarsi: “non sono stato scortese con i giornalisti. A tutela di tutti ho preferito identificare chi si collega in commissione. Sono benvenuti, fanno un lavoro importante”. Ma a dover identificare le persone, eventualmente, è l’autorità competente. Non sapevamo che Marino fosse della Digos… E le commissioni comunali, almeno finché non approveranno una clamorosa porcata, sono pubbliche. Può liberamente partecipare chiunque, a prescindere dai giornalisti.