Reggio Calabria, tenta di appiccare un incendio boschivo: arrestato

La zona, già colpita in passato da episodi analoghi, è situata all'interno della macchia mediterranea di Terusa

StrettoWeb

Un importante risultato nell’attività di contrasto agli incendi dolosi è stato ottenuto dai Carabinieri della Stazione di Cardeto, che hanno arrestato un uomo sorpreso mentre tentava di appiccare un incendio in un’area boschiva demaniale. La zona, già colpita in passato da episodi analoghi, è situata all’interno della macchia mediterranea di Terusa, un’area particolarmente sensibile dal punto di vista ambientale.

In particolare i Carabinieri, durante un servizio perlustrativo finalizzato alla prevenzione e al controllo del territorio, hanno individuato l’uomo in procinto di innescare l’incendio. Prontamente intervenuti, i militari dell’Arma hanno accertato che l’uomo aveva già incendiato circa un ettaro di vegetazione, provocando gravi danni ambientali.

Sul posto sono immediatamente giunti i Vigili del Fuoco, che hanno domato le fiamme, impedendo che l’incendio si propagasse ulteriormente e mettendo in sicurezza la zona.

Il materiale utilizzato per compiere l’atto criminale invece, è stato posto sotto sequestro mentre l’uomo arrestato in flagranza di reato, è stato trasferito presso la propria abitazione dove si trova ora agli arresti domiciliari, in attesa di ulteriori disposizioni da parte dell’autorità giudiziaria.

L’arresto è frutto della costante attività di vigilanza e monitoraggio svolta dai Carabinieri di tutto il Comando Provinciale di Reggio Calabria, che da tempo hanno intensificato i pattugliamenti nelle aree boschive più vulnerabili. Questo rientra in un piano più ampio di contrasto ai reati ambientali e di tutela del patrimonio naturalistico della zona. Grazie a un controllo capillare e a una presenza attiva sul territorio, i carabinieri riescono a intervenire prontamente, prevenendo reati che potrebbero avere conseguenze disastrose per l’ambiente.

Il caso si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla legge, l’indagato è da considerarsi innocente fino a eventuale sentenza definitiva.

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