Era una mattinata tranquilla come tante altre a Feroleto della Chiesa, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria, quando la violenza ha fatto irruzione all’improvviso sconvolgendo la vita di una famiglia e la quiete di una comunità intera. Un uomo è stato brutalmente aggredito da due concittadini proprio davanti alla sua abitazione. Secondo quanto emerso, la causa scatenante sarebbe un vecchio debito contratto da un suo familiare anni fa, una questione mai risolta che ha portato i due aggressori a tentare un’azione estrema: il sequestro della vittima.
La moglie della vittima, terrorizzata, ha lanciato l’allarme al numero di emergenza 112, ove con la voce rotta dal panico, ha raccontato agli operatori della Centrale Operativa dei Carabinieri di Gioia Tauro che suo marito era stato pestato brutalmente da due uomini, che stavano cercando di trascinarlo a forza in una macchina. L’intervento è stato immediato. Sul luogo sono accorsi i Carabinieri della Sezione Radiomobile di Gioia Tauro e della Stazione di Feroleto della Chiesa. La scena che si sono trovati davanti è stata agghiacciante: l’uomo, a terra, era coperto di ferite e lividi, con evidenti traumi al viso e al corpo. Accanto a lui, l’auto usata dai due aggressori, sporca di sangue, testimoniava la brutalità del pestaggio.
Le prime ricostruzioni hanno chiarito il movente: un debito di vecchia data, una questione irrisolta che ha portato a una rappresaglia violenta. Ma è stata l’efficienza dell’Arma a interrompere il piano. I militari, in una rapida operazione, sono riusciti a rintracciare i due sospetti presso le loro abitazioni. I due uomini, sono stati trovati intenti a bruciare i loro indumenti nel probabile tentativo di cancellare le tracce del crimine appena commesso. Gli indumenti sono stati posti sotto sequestro, e per i due è scattato immediatamente l’arresto.
Grazie alla rapidità dell’intervento dei Carabinieri, è stato evitato il peggio. Il sequestro è stato sventato prima che gli aggressori riuscissero a completare il loro piano. Ora i due arrestati si trovano a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Palmi. Per i due arrestati, il principio di presunzione di innocenza vale fino alla conclusione del processo e quindi sono da considera innocenti fino a condanna definitiva.