“Nei giorni scorsi, su molti organi di stampa, si è dato conto degli esiti dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano sulle tifoserie organizzate di Inter e Milan, inchiesta che ha riguardato anche gli interessi del presunto sodalizio criminale nell’organizzazione di una serie di concerti di noti rapper della scena musicale italiana”, è quanto scrive in una nota l’amministrazione comunale di Roccella Jonica. “Quasi tutti gli organi di stampa hanno dato notizia dell’interessamento, da parte di uno degli indagati, per l’organizzazione di una serie di concerti che si sarebbero dovuti tenere a Roccella nel mese di agosto, riportando di una intercettazione telefonica nella quale egli avrebbe garantito che «Se il sindaco gli dà l’ok, facciamo tutto a Roccella, Roccella è una bella piazza». In alcuni articoli poi si riferiscono stralci dell’ordinanza, nei quali si afferma che il soggetto in questione “grazie alle sue entrature calabresi ha ottenuto l’autorizzazione allo svolgimento di una serie di eventi in Calabria, segnatamente nel Comune di Roccella Jonica, interfacciandosi direttamente con soggetti dell’amministrazione locale“, rimarca la nota.
“Orbene né il Sindaco di Roccella né altri componenti dell’amministrazione locale hanno mai avuto rapporti con alcuno dei soggetti coinvolti nell’inchiesta ma, nonostante ciò, è evidente che quanto affermato dal soggetto indagato rischia di gettare un’ombra sull’Amministrazione Comunale e più in generale sulla nostra città. Che Roccella sia una bella piazza per chi organizza eventi musicali è di tutta evidenza, visto che ormai la nostra città è una delle location più richieste e ambite dagli organizzatori di concerti ed eventi. Ed in questo senso il giudizio espresso nella conversazione non appare né offensivo, né calunnioso. Diverso sarebbe se taluno volesse intendere per “una bella piazza” un luogo ove si possano compiere le attività illecite contestate dalla indagine”, evidenzia la nota.
“Amministrazione trasparente”
“Questa Amministrazione, come tutte quelle che hanno guidato Roccella facendone un esempio di trasparenza e legalità, è molto attenta a mantenere la propria condotta nell’alveo del pieno rispetto delle norme che presidiano il governo della cosa pubblica. Ed è per questo che quanto affermato nell’intercettazione telefonica rappresenta una vera e propria millanteria del soggetto indagato. Chi conosce il Sindaco sa benissimo che nulla gli si può proporre che non sia lecito e che, nel caso di specie, egli, in un eventuale procedimento amministrativo finalizzato all’organizzazione di un evento in un luogo pubblico, non avrebbe avuto alcun potere per autorizzare alcunché, essendo le autorizzazioni di legge di competenza della Commissione Comunale di Valutazione sui Locali di Pubblico Spettacolo della quale fanno parte, con ruoli primari, anche rappresentanti di altre amministrazioni dello Stato”, sottolinea la nota.
“Peraltro negli articoli pubblicati non si dà alcun conto del fatto che nessuna richiesta di autorizzazione allo svolgimento dei concerti di cui si parla nell’indagine è mai pervenuta al Comune di Roccella Jonica e che di conseguenza il Comune non ha mai autorizzato la realizzazione degli eventi in questione. E’ noto che i concerti in questione entrarono nella programmazione di una discoteca di Roccella che esercita, in via continuativa, la propria attività essendo munita delle necessarie autorizzazioni che non riguardano ovviamente singoli eventi, ma l’attività in generale. C’è da aggiungere, per onor di cronaca, che tale programmazione fu poi annullata. E’ quindi evidente non solo che il Comune di Roccella non ha mai rilasciato alcuna autorizzazione agli organizzatori dei concerti, ma addirittura che nessuno dei concerti e delle iniziative sbandierate dalla presunta consorteria si è mai tenuta a Roccella”, spiega la nota.
“Tale circostanza dimostra due cose. La prima, che la cittadina jonica, la sua amministrazione, il suo Sindaco ed i suoi cittadini non costituiscono certamente terreno fertile per la realizzazione di iniziative che siano meno che trasparenti e legittime. La seconda, che gli sbandierati rapporti con l’Amministrazione Comunale o con il Sindaco erano e sono semplici e marchiane millanterie. Per tali ragioni l’Amministrazione Comunale ha incaricato un legale di seguire con attenzione l’evolversi della vicenda valutando, all’esito della conclusione delle indagini, se vi siano gli estremi per una costituzione di parte civile nei confronti di soggetti che si dovessero rendere responsabili di reati, a partire da quello di millantato credito, o che determinino il sorgere di un qualsiasi danno all’immagine dell’ente”, conclude la nota.