Messina e Reggina camminano a braccetto, spesso, ancor di più nel calcio. Eppure il Ponte sullo Stretto ancora non le lega. Venti anni fa erano legate da grandi stagioni in Serie A, stadi pieni, entusiasmo alle stelle e Derby dello Stretto che portavano in alto il nome del Sud nell’Italia del calcio. Oggi, nel 2024, stesso destino, ma all’opposto. Il Messina fatica in campo e fuori, rischiando la retrocessione in D; la Reggina in D invece ci annaspa dall’anno scorso, dopo la ripartenza.
Uno dei protagonisti, il massimo dirigente all’epoca, Pietro Franza, guidava quell’entusiasmo, quello della Messina calcistica al ballo delle grandi. “Messina e Reggina all’epoca andavano forte, in campo erano contro ma portavano avanti l’economia di due città importanti. Speriamo prossimamente che si possa fare lo stesso percorso. Io, come altri imprenditori, stiamo lavorando molto sullo sport e speriamo di poter supportare i prossimi investitori”, ha affermato Franza ai microfoni di StrettoWeb a margine di una seduta della Commissione Ponte sullo Stretto.
Oltre a lui è intervenuto anche il fratello, Vincenzo Franza: “il calcio in una città come Messina non si alimenta da solo, noi abbiamo già dato ma speriamo che qualcuno abbia voglia e volontà di investire”. In Commissione, tra l’altro, c’è stata una battuta, quasi una sorta di dietrofront, da parte del Presidente della Commissione Trischitta: “penso che non vi siamo venuti incontro abbastanza all’epoca. Alla luce di quello che è successo economicamente nelle società di calcio, in Serie A, forse avremmo compreso oggi diversamente alcune richieste fatte”, le scuse di Trischitta ai Franza.