Autonomia Differenziata, Sanità e Sport: il pensiero di Mimmo Praticò

Mimmo Praticò, Presidente Onorario del CONI Regionale Calabria e già Presidente della Reggina, dice la sua su Autonomia Differenziata, Sanità e Sport

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Le riflessioni di Mimmo Praticò, Presidente Onorario del CONI Regionale Calabria e già Presidente della Reggina, in merito ad Autonomia Differenziata e Sanità. “Premesso che, ritengo, l’Autonomia Differenziata importante per lo sviluppo dello Sport sul Territorio, mentre lo Sport è importante per migliorare la salute dei cittadini. Sull’Autonomia Differenziata, fino ad oggi, si sono dette un mare di parole, una montagna di discorsi, senza, a mio parere, mettere in pratica la vera realtà che vive il nostro Territorio”.

“Un Territorio ultimo in tutto, penalizzato dai “migranti italiani” che (fortunatamente non partono più con la valigia di cartone legata con i lacci),sempre più numerosi sono costretti a partire per i lidi del Nord Italia, quando va bene, altrimenti sono “costretti” a volare verso terre lontane, non in cerca di fortuna, bensì per “esportare” le proprie intelligenze, le proprie capacità, il proprio sapere, riuscendo ad “ingegnarsi” per raggiungere traguardi professionali orgogliosamente prestigiosi”.

“Io sono sicuro che noi saremmo pronti ad accettare la sfida che rappresenta l’Autonomia Differenziata, purché,prima di farla diventare operativa, lo Stato ci mettesse nelle condizioni di poter partire ad armi pari. Se così fosse “ce la giocheremmo” senza paura, perché il nostro Territorio, meglio di tanti altri, conosce il senso del sacrificio, le aspre difficoltà della sofferenza, l’amarezza delle privazioni che dobbiamo affrontare giornalmente. Lo Stato, se veramente volesse che il nostro Territorio uscisse dal vassallaggio in cui è stato confinato, dovrebbe prima metterci sulla stessa linea di partenza per poter “combattere” con gli stessi mezzi”.

“Che c’entra lo Sport con l’Autonomia? C’entra, eccome se c’entra”

“Noi ci possiamo domandare che c’entra la Sport con l’Autonomia Differenziata? C’entra, eccome se c’entra! Basterebbe mettere a norma i tanti impianti sportivi per garantire l’uso in sicurezza. Costruire impianti prendendo in considerazione tutte, o la maggior parte, delle discipline sportive, affinché i giovani e tutti i cittadini avrebbero la possibilità di scelta (senza costruire, in linea di massima, campi di Calcio a pochi chilometri uno dall’altro). Dare la possibilità e l’opportunità ai diversamente abili di accedere a qualunque impianto, gratificandoli nelle loro scelte, accentuando le loro capacità e loro attitudini. Recuperare le decine o centinaia di opere sportive iniziate e mai completate; sul nostro Territorio ce ne sono diverse in queste condizioni”.

“Mettere in condizioni la Cittadinanza di utilizzare gli impianti applicando “prezzi sociali”, in modo da permettere a tutti di praticare l’attività sportiva, considerate le difficoltà economiche di una buona percentuale di famiglie che vivono in uno stato di indigenza. Altra importante considerazione, ma non ultima, è la definizione della gestione degli impianti, dato per scontato che, ormai, i Comuni hanno abdicato a tale compito, è giusto aprire alla gestione dei privati purché applichino prezzi agevolati per soddisfare tutti i ceti sociali. E’ di fondamentale importanza, in questa scelta, che i Comuni si impegnino, tramite i propri funzionari, di controllare, almeno ogni 6 mesi, l’andamento e il mantenimento qualitativo della struttura”.

“Spesso i Comuni concedono gli impianti sportivi in gestione ai privati per togliersi un peso o perché non hanno un numero di personale in condizioni di poter fare le dovute verifiche. Pertanto può succedere ( o succede) che gli impianti appena costruiti non sono soggetti a controllo ed, a lungo andare, la struttura inizia ad andare in malora sempre di più, fino a quando non si è costretti ad abbandonarla o a chiuderla per inagibilità”.

I benefici

“Parlare degli innumerevoli benefici che porta lo Sport, credo li conosciamo tutti:

  • l’attività fisica contribuisce a mantenere e migliorare il benessere psico-fisico a qualunque età.
  • Lo “stare insieme” dello Sport evita la depressione,la solitudine,la sedentarietà e ti permette di confrontare con gli altri le tue capacità motorie.
  • Lo Sport ti insegna il rispetto delle regole,attività sociale importante per una collettività che perde,ogni giorno di più,il senso di questo Valore sociale.
  • Nello Sport è difficile che vinca chi non è nelle condizioni di esprimere al meglio le sue qualità fisiche e mentali. Nello Sport non ci sono raccomandazioni e, laddove ci fossero, sarebbero come le bugie: “hanno le gambe corte”.
  • Lo Sport, come la Scuola e la musica, fa nascere amicizie spontanee che spesso si trasformano in rapporti che durano per tutta la Vita.
  • Considerato che il Mondo in questo periodo sta vivendo conflitti devastanti, mi permetto aggiungere che: “nello Sport si vince senza uccidere, in guerra si uccide senza vincere”.

La sanità

“Insomma l’Autonomia Differenziata inciderebbe in modo determinante sull’attività sportiva non solo perché combatte le malattie, bensì perché offre un grande contributo al benessere sociale; tant’è che, è universalmente riconosciuto, incide del 1,3% sul Pil Italiano. Così, mentre lo Sport offre il proprio contributo per il benessere degli Italiani la Sanità segue una strada molto perigliosa creando molto disagio ai malati, non garantendo la possibilità di curarsi quando è necessario”.

“Chiudendo le guardie mediche, primo baluardo del soccorso al cittadino. Non garantendo la qualità dei Pronti Soccorso che diventano, spesso, “hub” ingestibili o una “casbah” dove ognuno ritiene di comportarsi come meglio gli pare, mentre i medici, oltre a svolgere la propria attività, in diverse occasioni, si vedono costretti a lavorare a rischio della propria incolumità, per le intemperanze dei malati o dei loro parenti accompagnatori. Un altro problema diventato negli anni una costante negativa è la gestione delle ASP, che sono quasi sempre in deficit economici, che approvano, in alcuni casi, bilanci orali, che pagano più di una volta i crediti ad un fornitore, che spesso sono soggetti a commissariamenti non adeguati che rischiano di peggiorare la situazione”.

“Tutto ciò creando uno scarso servizio ai degenti, costringendo i medici ed gli addetti al servizio di dare appuntamenti per gli esami e controlli a chi soffre in tempi siderali. Sarei curioso di sapere, grazie, purtroppo, a questa condizione sopra umana inaccettabile, quante persone muoiono ogni giorno tra coloro i quali non possono curarsi nei tempi giusti e necessari, a danno della sacralità della Vita umana. Spesso si tratta di attendere tempi inaccettabili (mesi, trimestri, semestri, ed oltre)per le visite oncologiche, per avere quanto è necessario per ricevere un piano terapeutico per esami per malattie gravi che rischiano di diventare terminali che, purtroppo, conducono alla morte il malato, non rispettandolo nel fisico e nella dignità”.

“Il nostro disastrato Sistema Sanitario Nazionale non è in grado a riconoscere a 360 gradi il merito dei medici ospedalieri, non è in grado di assumere medici, anche perché, una volta laureati, scappano verso lidi più professionali, più specializzati che riconoscono il proprio lavoro professionale anche sotto l’aspetto economico. Purtroppo, sperando che le mie fonti siano esatte, nel 2023 quasi 4 milioni e mezzo di italiani hanno rinunciato alle cure e le spese per la prevenzione sono state ridotte del 18,6%,mentre la spesa privata è aumentata del 10,3%. Pertanto, ad oggi, se non si riesce a cambiare questo “status”, lo Sport continua a fare ed a dare il massimo nel Sociale, mentre per la Sanità dobbiamo confidare nella provvidenza divina”.

“Se non ci sarà, quindi, una vera, reale e concreta Autonomia, purtroppo, ai nostri giovani rimane soltanto “l’Autonomia” di andare in giro per il Mondo per cercare un lavoro che gli permetta di poter vivere una Vita di qualità culturale e sociale degna del loro impegno professionale, altrimenti saranno costretti ad accettare di rimanere nel “guscio” della città natia con la speranza di potersi arrangiare meglio possibile, ed, in qualche caso, speriamo mai, di essere costretti a delinquere, perché non hanno più fiducia nella Vita che ha frantumato i sogni di ognuno di loro”.

“Lo Sport, dunque, deve continuare la sua missione sociale e culturale, senza se e senza ma, ben sapendo che deve svolgere il suo ruolo di ente formatore di giovani atleti, di professionisti, di imprenditori che grazie ai suoi insegnamenti potranno affrontare l’oggi ed il loro futuro di donne e uomini che “non mollano mai” pronti a combattere per un Mondo migliore, per i loro ideali, per consentire a loro ed ai loro figli una prospettiva rosea, radiosa ricca di speranze che devono diventare realtà!”.

“Viva lo sport sinonimo del latino: “mens sana in corpore sano”. Chiudo con un appello: investire nello sport per una sanità al servizio di tutti è investire nel benessere di tutti. Autonomia non deve significare disuguaglianza, ma crescita condivisa. Anche perché è concludo purtroppo: “la vita è come una foglia che basta un alito di vento per farla volare via”.

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