Dossieraggio, spunta un verbale. Vincenzo Speziali interviene: “voglio essere audito in Commissione Antimafia”

Vincenzo Speziali chiede di essere audito in Commissione Antimafia: la lettera al Presidente Chiara Colosimo

StrettoWeb

Il noto caso Dossieraggio si arricchisce di nuovi retroscena, quelli riguardanti un verbale sottoscritto il 6 novembre dall’ex procuratore nazionale aggiunto Giovanni Russo. Sotto la lente di ingrandimento Antonio Laudati e Pasquale Striano. In tutto ciò Cafiero De Raho, oggi esponente M5S ed ex Procuratore di Reggio Calabria, secondo la Procura “sapeva di Striano”, anche se lui nega tutto.

Nella vicenda si è inserito anche Vincenzo Speziali, ex Segretario Nazionale del Movimento Giovanile della DC, del PPI e del CDU; Delegato al Congresso del PPE di Bucarest; Membro dei Bureau Politique del PPE e dell’Internazionale Democristiana e di Centro. Ha inviato una lettera a Chiara Colosimo, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, per chiedere di essere audito.

La lettera

“Gentilissima On. Presidente, con questa -ennesima!- mia comunicazione e a fronte delle notizie concernenti nuovi atti, acclusi dalla stessa Procura di Perugia nel riesame avverso il Luogotenente Striano, in cui vi sarebbe persino una relazione scritta dal Procuratore Aggiunto in forza alla DNA, Giovanni Russo, chiedo, ancora una volta, di essere audito“.

“Lo invoco, sommessamente -il passato, purtroppo, malgrado me, mi ha insegnato a ‘pesare’ le parole o le giuste richieste, in quanto sono state oggetto di mistificazione o cattiva interpretazione (strumentale?), da parte dell’Autorità Giudiziaria, segnatamente quella dell’Ufficio di Procura a Reggio Calabria, durante la gestione dell’attuale Deputato Cafiero de Raho- quindi rappresento (o credo, oppure spero!) un mio giusto diritto, benché io mi rimetta alle determinazioni Sue e della Commissione da Lei presieduta”.

“Eppure, On. Presidente, stante i ‘presunti’ gravissimi comportamenti, proprio ‘interna corporis apicalis’ della DNA, al tempo coevo guidata dal Suo attuale Vicepresidente, (apparentemente molto lesto a preannunziare querele, per critiche a lui avverse, circa le quali me ne infischio) e mi riferisco alla nota del di lui aggiunto Giovanni Russo -o, da parte della Procura di Perugia, a quest’ultimo addebitabile- ribadisco la disponibilità, ed annessa richiesta, di essere audito, innanzi alla Commissione Antimafia”.

“Difatti, l’indagato principale del procedimento in corso a Perugia, ovvero il Luogotenente Pasquale Striano -a sua volta destinario di encomi sottisctitti da De Raho- è stato tra coloro i quali ha svolto le indagini anche a mio carico, prodromiche al Processo Breakfast della Procura Reggina, in cui ancora non so per quale reale motivo sono stato coinvolto, benché la magistratura libanese ha aperto, notoriamente, un fascicolo per appurare il tutto, già dichiarando e confermando che il sottoscritto e i cittadini di questo Stato, coinvolti assiene a me, risultiamo testimoni e parte lesa, ovviamente assieme alle Istituzioni del Paese dei Cedri”.

“Ordunque, On. Presidente, a seguito delle tre comunicazioni già inviare alla Sua attenzione -due scritte di mio pugno e l’ultima da uno dei miei Legali (Avv. Francesco Del Grande) nel mese di Settembre- nuovamente rinnovo richiesta di audizione, presso tale Commissione Parlamentare da Lei presieduta, poiché tanto avrei da dire e lo farei con il supporto di documentazione ufficiale ed originale, la quale potrebbe provare i metodi investigativi ‘impropri’, quindi, probabilmente confermare le ipotesi della stessa Procura di Perugia, avverso l’indagato Striano, così come essere di ausilio ai vostri accertamenti in corso”.

“In più, per un semplice atto di ulteriore formalismo ufficiale, chiederò persino al mio Avvocato Libanese, l’invio di ennesima richiesta per audizione, accompagnando il tutto con asseveraziome diplomatica, pure per dimostrate quanto sia continuo, sincero e sentito il mio atteggiamento volto a cooperare a fini di giustizia e verità, persino nel mio Paese, laddove ‘fazioni non tanto oscure’ hanno imbastito, secondo interpretazioni di giurisprudenza, una perseguimento destituito di competenza territoriale e sussistenza penale”.

“E comunque, di tutto ciò, ho informato financo le massime istituzioni UE e la mia formazione politica -ovvero il PPE- epperò non mi avventuro, certamente, in dietrologiche ricostruzioni o in peana vittimistici, pur ribadendo anche alla Commissione da Lei presieduta e alla Sua stessa persona, timori ed eventuali ‘ricadute’ a fronte delle mie battaglie politiche e legali, quindi chiedendo a voi tutti, giusto e doveroso ascolto, parimenti alla ‘vigilanza democratica’, già invocata nella mia comunicazione, alle Presidenti della Commissione e del Parlamento Europeo e al Partito Popolare Europeo”.

“In, più e concludo, tra le tante e innumerevoli forme di allarme, trovo conferma di esse proprio per non solo assenza di riscontro alle mie richieste di audizione presso codesta Commissione da Lei guidata, bensì per una insopportabile ed illegale forma di censura, che avverto palesemente e subisco ingiustamente, da molti organi di stampa, nonostante qualche rara eccezione e di cui ringrazio con gratitudine chi non sottace e non omette, notizie sull’argomento di specie o circa le mie reali doglianze o preoccupazioni. Cordialmente e ossequiosamente, porgo i miei distinti saluti”.

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