Giusi Princi lancia a Bruxelles la battaglia contro la violenza sulle donne: la sfida dell’intelligenza artificiale per una nuova legge europea

La Calabria grande protagonista a Bruxelles grazie all'impegno politico di Giusi Princi: ha lanciato oggi una battaglia politica per una legge contro la violenza sulle donne che unisce i partiti in una battaglia di civiltà ed esalta le eccellenze calabresi nell'autorevole scenario del Parlamento Europeo

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Giornata storica a Bruxelles dove in una settimana cruciale del Parlamento Europeo in cui si svolgono le audizioni che sono la base della nuova legislatura, Giusi Princi ha lanciato la sua prima battaglia politica nell’Europarlamento: l’approvazione di una nuova legge per contrastare la violenza sulle donne. Un’azione che raccoglie consensi bipartisan, tanto che all’incontro ha partecipato proprio al fianco di Giusi Princi il vice Presidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, del Partito Democratico.

L’incontro, intitolato  “Intelligenza Artificiale per il cambiamento: combattere la violenza di genere con l’innovazione”, fortemente voluto e organizzato proprio da Giusi Princi per il gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE) in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, anticipa la Settimana europea per l’Uguaglianza di Genere ed è stato introdotto da Fulvio Martusciello, capo delegazione di Forza Italia al parlamento europeo.

L’evento è stato aperto dal Quartetto “Hyle Saxophone Quartet” del Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria che, nell’autorevole scenario del Parlamento europeo di Bruxelles, ha suonato Il Canto degli Italiani di Mameli e l’Inno alla gioia di Beethoven, che sono gli inni d’Italia e d’Europa. Hanno composto il quartetto di sassofoni Vincenzo Martorello soprano, Martina Marafioti contralto, Isacco Buccoliero tenore e Orlando Russo baritono. Dalla Calabria hanno seguito l’incontro diverse classi scolastiche collegate in remoto, a testimonianza del forte legame tra Giusi Princi e la propria terra oltre che al mondo della scuola e dell’istruzione in cui è cresciuta come manager ottenendo risultati straordinari.

Presenti per l’occasione al Parlamento europeo molte autorità calabresi  attivamente impegnate sul tema: tra loro Saveria Cusumano, Avvocato cassazionista e Presidente del Comitato Pari Opportunità degli Avvocati di Reggio Calabria, nonché Presidente della Rete Calabria per le Pari Opportunità. Tra i cittadini calabresi presenti al convegno anche rappresentanti del mondo culturale, dirigenziale, associativo calabrese, come Maria Stefania Caracciolo, assessore Istruzione Regione Calabria; insieme al direttore generale del Dipartimento regionale, Maria Francesca Gatto; e anche Marisa Monterosso, dirigente scolastico del liceo scientifico “A. Volta” di Reggio Calabria, scuola polo nazionale in tema di IA; Sonia Barberi, dirigente scolastico dell’I.C. “Carducci – V. Da Feltre” di Reggio Calabria; Sabina Cannizzaro, presidente Associazione Donne Reggine, Elisa Spagnolo, direttore provinciale dell’INPS di Reggio Calabria.

Particolarmente importante il messaggio di forte supporto all’iniziativa giunto da Eleonora Meleti, che è intervenuta con un videomessaggio in lingua italiana e collaborerà alla stesura della nuova legge da membro della Commissione FEMM del parlamento europeo, in cui la politica si occupa proprio dei diritti delle donne.

L’intervento di Giusi Princi

Proprio Giusi Princi ha aperto i lavori parlando del “diritto delle donne a non temere per la propria incolumità, a vivere senza paura e a non essere discriminata per il proprio genere. Il fenomeno della violenza di genere è una piaga sociale su cui dobbiamo fortemente intervenire. Assistiamo ad un’importante recrudescenza di questa piaga sociale, basti pensare che in Europa una donna su tre ha subito una forma di violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita e anche in Italia questa percentuale è purtroppo in linea con la media europea. Un dramma che impone di agire: occorre utilizzare ogni mezzo, ogni innovazione, per contrastare tali violenze. L’Intelligenza Artificiale può e deve diventare uno strumento di prevenzione e di tutela delle vittime di violenza di genere: è una sfida ma anche una straordinaria opportunità, va governata e non subita. Ha alte potenzialità tecnologiche per incanalarci in una società più giusta, più equa, in cui non ci sia posto ad alcuna forma di violenza. Sta a noi scegliere se utilizzare queste risorse per costruire un’Europa più sicura, più equa, dove le pari opportunità, la prevenzione della violenza sulle donne e la tutela delle vittime siano assolute priorità. Serve una legislazione forte e chiara. L’Atto sull’Intelligenza Artificiale e la Direttiva sulla violenza domestica presentano ancora lacune: manca un riconoscimento chiaro della tecnologia come strumento di prevenzione e di tutela per le vittime. È proprio questo il vuoto normativo che vogliamo colmare. Con il convegno di oggi abbiamo tracciato la strada e siamo già al lavoro per sanare questo gap con un’iniziativa legislativa, per meglio collegare le opportunità del digitale con la necessità di prevenire la violenza di genere“.

L’intervento di Pina Picierno

Dopo Giusi Princi è intervenuta Pina Picierno, vice Presidente del Parlamento europeo, con un intervento molto intenso e appassionato: “quello della violenza sulle donne è un tema che sento molto, noi donne abbiamo libertà diverse in base al posto del mondo in cui nasciamo ma e siamo tutte unite soltanto dal fatto che siamo potenzialmente esposte alla violenza di genere ovunque nel mondo. Questo non è un tema su cui possiamo avere divisioni politiche. Non è una battaglia di un partito o solo di donne, riguarda lo stato di diritto e riguarda anche gli uomini oltre che tutti i partiti. Solo in un’alleanza positiva con il genere maschile possiamo risolvere il problema. Rivolgo un grande appello ai ragazzi: fate attenzione. E’ fondamentale avere sin dalle scuole gli strumenti per potersi difendere anche dalle nuove forme di violenza. La diffusione dei social, di internet e delle chat ha fornito una nuova piazza e una nuova maschera a chi ancora tratta le donne come oggetto a disposizione“. Picierno ha contestato la legge approvata in merito dal Parlamento europeo nella scorsa legislatura, illustrando nel dettaglio le motivazioni per cui non l’ha votata, e ha sottolineato l’importanza dell’evento odierno perchè “noi ricominciamo questa legislatura e proprio oggi, nella giornata cruciale delle audizioni, discutiamo di quello che non è abbastanza rispetto a ciò che questo parlamento ha approvato nella scorsa legislatura perchè ora lo vogliamo migliorare e riprendere in mano, a partire dall’intelligenza artificiale e dalle violenze online. L’intelligenza artificiale, se usata con consapevolezza, è uno strumento importante per combattere la violenza di genere, ma può essere pure un’arma pericolosissima per commettere e intensificare la violenza sulle donne. Siamo di fronte ad un tema che va approfondito e per questo è così importante l’evento odierno organizzato da Giusi Princi“.

Gli interventi dei relatori: come l’intelligenza artificiale può diventare uno strumento virtuoso contro la violenza sulle donne

Ad aprire il tavolo dei lavori tecnici sull’intelligenza artificiale un brillante intervento di Elinor Wahal, consigliere politico e legale dell’ufficio “Intelligenza artificiale” della Commissione europea. Sono poi intervenuti Carlo Morabito, professore presso DICEAM, Università di Reggio Calabria, e presidente dell’International Neural Network Society (INNS), che ha fornito un’importante testimonianza sulla propria esperienza di utilizzo di IA in ambito professionale; molto interessante anche l’intervento di Monica Palmirani, professoressa presso l’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, e presidente dell’Associazione internazionale per l’Intelligenza Artificiale e il Diritto (IAAIL), che ha dapprima fornito i drammatici risultati di alcune inchieste sull’utilizzo deviato dell’intelligenza artificiale contro i diritti delle donne, fornendo poi invece una serie di strumenti tecnologici che utilizzano l’IA fornendo supporto alle autorità e forze dell’ordine per aiutare le donne vittime di violenza.

L’incontro è proseguito con l’intervento di Giovanbattista Trebisacce, professore associato di Pedagogia generale presso il Dipartimento DeMaCS dell’Università della Calabria, che ha parlato del ruolo dell’educazione nell’uso etico dell’intelligenza artificiale ponendo l’attenzione su tutto il background culturale che poi sfocia nella violenza sulle donne, a partire da stereotipi e luoghi comuni che fomentano violenza e che troppo spesso tolleriamo o ignoriamo. Molto valido anche l’intervento di Rosario Infantino, presidente dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Reggio Calabria, ha espresso apprezzamento per la giornata e focalizzato l’attenzione sugli uomini: “quella della violenza sulle donne è un problema esclusivamente di uomini“. Strappando un caloroso applauso del pubblico, Infantino ha celebrato questa era come quella della donna in quanto in Italia oggi le donne rivestono tutti gli incarichi apicali, dalla magistratura alla politica, avendo così l’uomo l’unica reazione possibile nella violenza.

La drammatica testimonianza di Emanuela De Vito

In conclusione, infine, è intervenuta anche Emanuela De Vito, affermato avvocato di Reggio Calabria che 19 anni fa, nel 2005, quando aveva 17 anni ha subito un tentativo di omicidio da parte dell’ex fidanzato dopo un lungo periodo di violenze e angherie. “Mi ero illusa di aver trovato l’amore della mia vita, ero cresciuta con lo stereotipo dall’asilo che se il bambino ti picchia significa che gli piaci. Non ero innamorata: ero terrorizzata. Lui mi aveva annullata, mi aveva reso nulla, mi diceva che non valevo nulla, che se non ci fosse stato lui nella mia vita io non avrei avuto un senso di esistere. La mia importanza era data solo da essere la sua compagna. Quando mi è arrivato il primo schiaffo, non ho percepito nulla: lui stava colpendo una bambola che dentro era già morta. Poi iniziarono il primo calcio, le botte e gli schiaffi sempre più frequenti, io iniziavo a nascondere i lividi perchè non volevo dare un ulteriore dolore a mio padre che faceva chemioterapia. Pensavo di uscirne da sola prima o poi, mentre un giorno fermandomi ho capito che mi avrebbe uccisa, perchè le botte erano tante, erano diventate tutti i giorni. Ho avuto paura di perdere la mia famiglia e ho detto basta a questa relazione, ho deciso di interromperla, aiutata molto dai miei compagni che mi chiedevano perchè io continuavo a stare con lui e non uscivo mai con loro, perchè ero sempre chiusa e isolata. Quando ho preso questa decisione di lasciarlo, è iniziato l’inferno: mi chiamava cento volte al giorno, mi seguiva e infatti io non uscivo più neanche di casa. Un giorno che riuscì a vedermi mi disse che le persone come me dovevamo morire e che i miei genitori mi avrebbero pianto su una tomba. Ero sicuro che lo avrebbe fatto: se oggi sono qui a raccontare la storia non è merito suo: mi sferrò quattro coltellate in organi vitali e non ha sbagliato un colpo. Se io sono ancora qui, è solo per l’intervento dei medici che furono pronti. Lui ha colpito per uccidere, tutto il resto è stato solo un miracolo, forse il destino, sicuramente l’aiuto dei medici che mi hanno assistito immediatamente. Conclusa con lui, ho avuto la vittimizzazione secondaria, e proprio lì ho deciso di diventare avvocato. Cercavo di capire come funzionasse il sistema giudiziario: lui fu condannato a 10 anni per tentato omicidio, ma ne scontò soltanto tre. Volevo quindi capire cosa non avesse funzionato, perchè la giustizia non mi avesse tutelato. La verità che ho capito col tempo è che per il mio dolore non sarebbe cambiato nulla, neanche se gli avessero dato l’ergastolo. Il mio percorso con lui è finito quando lui ha compiuto quel gesto estremo. Quando si parla di punizioni e inasprimento delle pene, io mi domando a che servirebbe. Ciò che servirebbe è qualcosa che ci fa vivere in una società in cui queste cose non accadano mai più. Avevo bisogno di qualcuno che curasse la mia anima, dovevo rinascere come persona, crescere come persona, e rendermi la donna che sono oggi. Oggi sono orgogliosa della donna che sono grazie alla mia famiglia, che non mi ha mai lasciato da parte, e a tutti quelli che mi hanno aiutato e mi hanno voluto bene”. 

La Calabria migliore protagonista al Parlamento Europeo con Giusi Princi

Con questo evento, Giusi Princi non ha soltanto intrapreso la sua prima grande battaglia politica e legislativa in Europa per migliorare gli strumenti normativi contro la violenza sulle donne, ma è anche riuscita ad esaltare le eccellenze della Calabria, portando al Parlamento Europeo tanti esperti e professionisti calabresi che collaboreranno alla stesura della nuova legge. La Calabria, che “potrebbe essere capofila del settore” su idea di Giusi Princi, diventa così protagonista positiva in Europa: non più sotto i riflettori per essere terra di ‘ndrangheta, banditismo e crimine o per i dati su arretratezza, sottosviluppo e povertà, ma oggi al centro d’Europa per virtù e centralità politica grazie al lavoro dell’eurodeputato reggino Giusi Princi. Che ha soltanto appena iniziato…

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