Anche Francia e Germania si sono espresse in modo dubbioso sulla decisione della CPI dell’AIA sul mandato d’arresto a Netanyahu. I pareri di Usa, Sudamerica ed Europa, tra coloro che riconoscono la CPI, sono unanimi: sentenza ingiusta. Poi c’è chi onorerà il mandato, e quindi sarà costretto a seguire la legge, e chi ha anche invitato il premier israeliano, come l’ungherese Orban.
Intanto c’è una dichiarazione ufficiale del portavoce del governo federale tedesco, Steffen Hebestreit, il quale “ha preso atto della decisione della Corte penale internazionale (CPI) sui mandati d’arresto richiesti contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Joaw Galant. Il governo tedesco è stato coinvolto nella stesura dello statuto della CPI ed è uno dei maggiori sostenitori della CPI. Questo atteggiamento è anche il risultato della storia tedesca”.
“Allo stesso tempo, è una conseguenza della storia tedesca il fatto che abbiamo relazioni uniche e una grande responsabilità con Israele. Esamineremo coscienziosamente le misure da adottare a livello interno. Il resto sarà all’ordine del giorno solo nel momento in cui si profilerà un soggiorno del primo ministro Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Yoav Galant in Germania. La nostra posizione riguardo alla fornitura di armi a Israele non è cambiata”.
Idem la Francia: “i mandati di arresto contro Netanyahu e Galant non sono un verdetto. Questa è una procedura formale”. Altri due paesi si aggiungono quindi al pensiero di tanti nelle ultime ore.