Martorano dopo l’assoluzione del fratello: “è finito un incubo. Troppe anomalie nelle inchieste su Falcomatà e Pd, adesso i reggini si sveglino”. E lancia un appello al Governo Meloni

Intervista a Giuseppe Martorano: il Presidente dell’Automobile Club di Reggio Calabria oggi esponente della Lega parla ai microfoni di StrettoWeb commentando le ultime notizie di cronaca e attualità politica

StrettoWeb

La scorsa settimana si è concluso l’incubo della famiglia Martorano, coinvolta in un processo le cui accuse sono state completamente smontate dalla Corte d’Appello con un’assoluzione dalla formula più ampia possibile: “il fatto non sussiste“. Abbiamo chiesto a Giuseppe Martorano, Presidente dell’Automobile Club di Reggio Calabria nonché veterano della politica cittadina, come ha vissuto la notizia dell’assoluzione del fratello Santo: “possiamo dire – ci ha risposto – che non c’è un giudice a Berlino ma che c’è stato un Collegio alla Corte d’Appello di Reggio Calabria che ha tolto dall’inferno la famiglia Martorano, un inferno che durava da sei anni, quattro mesi e undici giorni“.

Chiediamo a Martorano qual è il rammarico più grande di questa vicenda, e con grande generosità d’animo evidenzia come “quella mattina del 20 giugno 2018 s’è fermata una grande opportunità di sviluppo per la nostra città. L’azienda guidata da mio fratello era solida e aveva prospettive straordinarie, si stava ingrandendo, aveva un progetto per riqualificare via Venezia, la possibilità di assumere altre 250 persone dando lavoro in città. Invece quel giorno non solo s’è fermata ogni chance di sviluppo futuro, ma sono stati stroncati anche i 75 dipendenti e i 1.200 collaboratori che, sparsi in tutt’Italia, lavoravano per quella realtà“.

Sia io che mio fratello – prosegue Martoranoabbiamo sempre operato nel sociale e nel volontariato nel pieno rispetto del sacrosanto principio di legalità. Abbiamo sempre fatto politica partendo dal territorio e dalle circoscrizioni. Siamo sempre stati stimati e apprezzati da tutti, poi abbiamo subito un accanimento che neanche nei confronti dei delinquenti a causa delle mie posizioni politiche sempre libere e coerenti con me stesso. Io e mio fratello eravamo figli di onesti lavoratori, non appartenevamo e non apparteniamo ad alcuna associazione che conta, veniamo dalla periferia e quindi davamo fastidio, distruggendo il sogno di una realtà che si stava realizzando. C’è gente che vuole male a Reggio Calabria da sempre per i propri loschi interessi personali, purtroppo troppo spesso con la complicità dello Stato che – come nel caso dello scioglimento del 2012 – non opera per il bene dei cittadini e della città ma di questi poteri occulti“, aggiunge Martorano che poi vuole ringraziare tramite StrettoWeb “tutti gli amici che hanno espresso solidarietà a mio fratello e quindi anche a me, perchè negli ultimi giorni abbiamo avuto una vera e propria valanga di affetto da parte di chi non ci ha mai abbandonato“.

Lo scioglimento di Comuni e Asp: “un fallimento dello Stato”

Così torniamo a parlare dello scioglimento comunale del 2012, “un altro grave caso di mala giustizia“. Martorano ha già scosso la città pochi mesi fa con dichiarazioni molto forti in merito, e avendo subito in più occasioni gli effetti degli errori giudiziari gli chiediamo qual è la sua opinione sulla riforma della giustizia che il governo Meloni sta realizzando in parlamento: “condivido pienamente la divisione tra il settore giudicante da quello inquisitorio e soprattutto bisogna istituire la responsabilità civile dei magistrati perchè ognuno deve essere responsabile di ciò che fa. Se un medico, che svolge il ruolo più importante e delicato della società avendo nelle mani la vita delle persone, per qualche errore vero o non vero deve pagare e viene denunciato, perchè per i magistrati non deve essere così?“.

A proposito di mala giustizia e commissariamenti, Martorano non ha peli sulla lingua: “quello del 2012 a Reggio Calabria fu basato su una relazione fallace, con conseguenze drammatiche e irreparabili non solo sulla città ma anche sulla vita di centinaia di professionisti. Io non voglio che oggi il Comune venga sciolto di nuovo proprio perchè so cosa significa subire uno scioglimento comunale, l’ho vissuto su me stesso, e non credo che l’essere umano debba vivere con brava di vendetta. Il punto vero è che lo scioglimento non serve a nulla, perchè viene momentaneamente azzerata la politica ma non viene minimamente sfiorata tutta la pubblica amministrazione. Finché sarà così, non cambierà mai nulla. I commissari arrivati nel 2012 non hanno rivoltato il Comune come un calzino: hanno soltanto azzerato gli uomini della politica, ma al contrario tutto l’impianto di funzionari, dirigenti, impiegati, è rimasto invariato quindi anche se, in teoria, venisse risanata la parte politica, senza risanare tutto il resto non cambierà mai nulla. Quando lo Stato scioglie un ente, non ottiene mai nulla di positivo. Guarda caso, dà sempre l’incarico a Prefetti che sono andati in pensione: è possibile che lo Stato sia ridotto così? Significa che siamo rovinati. Quindi rivolgo un grande appello al governo Meloni affinché cambi la norma sugli scioglimento. La storia dimostra che non hanno mai prodotto alcun risultato né nei Comuni né nelle Asp, anzi, sono dannosi. All’Asp una Commissione inviata dallo Stato non ha garantito neanche i buoni pasto ai dipendenti, non ha garantito l’approvazione dei bilanci, non ha garantito il buon funzionamento dell’Asp. Che senso ha mandare una commissione senza ottenere alcun risultato, se non per lo stipendio del Prefetto in pensione? Oggi è commissariata l’Asp di Vibo, anche lì con un Prefetto in pensione. Poi, il fallimento, è sempre dello Stato e non certo delle persone che manda. Ecco perchè lo Stato deve modificare la norma“.

La rinascita di Reggio Calabria “dipende dai reggini: si sveglino”

Il tema sul Comune di Reggio Calabria, però, anziché quello dello scioglimento, è un altro. E in merito all’inchiesta Ducale, Martorano non usa mezzi termini: “da cittadino, mi domando che senso ha far emergere soltanto dopo quattro anni dalle elezioni circostanze così gravi di brogli elettorali che erano emerse subito, in base alle carte dell’inchiesta. C’era il coinvolgimento persino del Sindaco, oltre ai consiglieri capogruppo del Pd, insieme a presidenti di seggio e scrutatori: sarebbe stato molto più corretto che il pm che aveva ricevuto questa informativa, in quel preciso momento avesse informato il Prefetto chiarendo come le elezioni fossero viziate nel loro impianto. E così il Prefetto avrebbe informato il Governo chiedendo di tornare subito al voto. Parliamo del 2020, sono passati quattro anni, adesso che senso ha dopo che la consiliatura è ormai ai titoli di coda?“.

Sul futuro di Reggio Calabria Martorano ha ancora la speranza di una città migliore: “Falcomatà è stato eletto dai cittadini, quindi devono essere i cittadini a preoccuparsi di mandare a casa chi non amministra bene. Il risultato di questi 10 anni di mal governo è sotto gli occhi di tutti, l’unica colpa è dei cittadini che lo hanno votato e soprattutto rivotato dopo che aveva già palesemente fallito nella prima consiliatura. Reggio Calabria è una città fortunata perchè ha tutto: risorse straordinarie, il mare, i monti, il sole e un clima favolosi, tante bellezze storiche, artistiche, culturali e paesaggistiche. Potremmo essere i primi in Italia e i primi in Europa, invece siamo gli ultimi in Italia e gli ultimi in Europa: dipende soltanto da noi, dai cittadini. Bisogna ritrovare spirito di appartenenza e bene comune, far emergere il rispetto delle regole, dare spazio ai principi di legalità, di bene, di bello, di sviluppo economico e di crescita. Non possiamo, ad esempio, opporci al Ponte sullo Stretto, che ci darà un vero e proprio boom. Abbiamo l’Aeroporto in città, che significa che i 170 mila reggini hanno tutti un jet privato a disposizione. E’ sotto casa, è comodissimo, adesso ci sono anche tante destinazioni ma anche se fossero solo Roma e Milano, poi da lì si arriva ovunque nel mondo, e non è così per nessuna o quasi delle altre città del Sud. Nessuno o quasi può alzarsi la mattina farsi la barba bere un caffè uscire di casa e salire su un aereo in 5 minuti dalla propria abitazione, eppure ci sono reggini che per moda scelgono Lamezia con mille scomodità, facendosi prendere e accompagnare da un amico o un parente che deve perdere tre ore di tempo e spendere in benzina tutto ciò che (forse) risparmia per il costo del biglietto aereo. Questo significa non amare la propria città. Non rendersi conto del tesoro straordinario che abbiamo sotto i piedi, e calpestarlo come se fosse qualcosa che puzza. Siamo una delle pochissime città d’Italia che ha nel cuore del suo spazio urbano un Aeroporto, un Porto e una Stazione ferroviaria. Siamo collegati con tutto, e quando ci sarà il Ponte con l’alta velocità sarà ancora meglio. Pensiamo al bene comune e mettiamo da parte gli interessi personali, gli amici degli amici. Nessuno deve più votare per interesse, perchè questo gli ha promesso un posto o quello gli ha promesso un lavoro. Vedete che la buona politica paga? Da Occhiuto a Meloni stiamo vedendo quanto le competenze, la serietà, la politica senza scheletri negli armadi possa portare risultati positivi al territorio. Facciamo in modo che anche a Reggio possa succedere questo, ma prima di tutto devono svegliarsi i cittadini e capire che tutto dipende da loro e dalle scelte che fanno“.

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