Episodio decisamente controverso quello accaduto durante Palermo-Sampdoria. Dopo il gol di Di Francesco, un bambino di 10 anni si è impossessato del pallone calciato sugli spalti tentando di lasciare lo stadio, insieme al nonno, con il ‘souvenir’ della partita. L’intervento degli steward ha creato un’accesa polemica.
La testimonianza del nonno
Attraverso i social, il nonno del bambino ha raccontato la propria versione dei fatti sottolineando come, a suo dire, gli steward siano intervenuti usando “violenza” per strappare il pallone dalle mani del bambino, lasciandolo in lacrime e con un dolore al braccio. Il nonno parla di “sogno distrutto” e annuncia l’intenzione di procedere per vie legali.
La precisazione della società di servizio stewarding
VivaEvents, società incaricata del servizio di stewarding presso il “Renzo Barbera”, ha diffuso una nota ufficiale nella quale fa chiarezza in merito a quanto accaduto: “in merito all’episodio citato da un tifoso sui social network dopo la gara Palermo-Sampdoria, Vi-VAevents Srl, società incaricata dal Palermo FC di gestire il servizio di stewarding allo stadio Renzo Barbera in occasione delle partite casalinghe, intende ricostruire accuratamente l’accaduto, documentato anche da diversi testimoni e dal servizio di videosorveglianza.
Quando il pallone, dopo il gol del Palermo, è arrivato casualmente sugli spalti della gradinata inferiore, diversi bambini si sono avventati su di esso tentando di prenderlo. Il bambino in questione, prevalendo sugli altri, è riuscito a impossessarsene e, vedendo l’arrivo degli steward, lo ha lanciato verso il nonno. A quel punto, gli steward, nel rispetto di ogni norma in vigore in tutti gli stadi italiani e internazionali, si sono recati sul posto chiedendo ripetutamente la restituzione del pallone, mentre il nonno lo nascondeva sotto il giubbotto inveendo contro gli steward e minacciando atti di violenza se non lo avessero lasciato in pace.
Il nonno e il bambino si sono quindi diretti verso l’uscita con il pallone sottobraccio, ma sono stati correttamente intercettati dal capo unità, accompagnato da un altro steward, che ha insistito per la restituzione. A quel punto, il nonno ha ripreso a inveire con minacce di morte e insulti sessisti. Il pallone è stato infine recuperato direttamente dalla breccia del giubbotto del nonno, senza alcun contatto con il bambino (contrariamente a quanto affermato nella testimonianza del tifoso).
Qualsiasi ricostruzione tendenziosa o falsa che pretenda di minare l’onestà professionale e il lavoro dei nostri collaboratori sarà oggetto di valutazioni legali”.