“Il Ponte vuol dire libertà: libertà di muoversi da una costa all’altra 24 ore al giorno 365 giorni all’anno. Quando si parla di libertà si può immaginare tutte le conseguenze che da questo vengono, sia dalle piccole cose, le esigenze quotidiane, il lavoro, gli aspetti del sabato sera, ma significa anche favorire l’arrivo a Reggio Calabria e quindi in Sicilia dell’alta velocità che diventa sostenibile grazie all’apertura di un mercato di 5 milioni di abitanti, in Sicilia, che è eccezionale. Potrei continuare in questi esempi su come l’impatto del Ponte sulla vita di queste Regioni sarà straordinario, non solo in Sicilia e Calabria. Pensiamo all’alta velocità realizzata al Nord, al Centro, fino a Napoli e Salerno: chi vorrebbe tornare indietro? Il Mose a Venezia? E’ stato criticato, offeso, vilipeso fino all’incredibile, e poi leggiamo sui giornali che adesso salva la città dall’alta marea 40 volte l’anno. Purtroppo in Italia ci accorgiamo dei benefici delle grandi opere soltanto dopo che vengono completate, dopo che la lotta contro fa prolungare i tempi e lievitare i costi. Però non ho visto grandi critici del MOSE dire “forse mi sono sbagliato”, e allora quando è così che non si paga per gli errori, in qualsiasi settore, è troppo facile essere critici e dire il contrario“. Con queste parole Pietro Ciucci, amministratore delegato Società Stretto di Messina, ha risposto ad una delle nostre domande nell’intervista di un paio di giorni fa.
“Il discorso dell’acqua – prosegue Ciucci – nasce dalla siccità che è stata drammatica quest’estate in Sicilia, e noi abbiamo preso l’impegno che la costruzione del Ponte non inciderà sul fabbisogno idrico di Messina, della Sicilia, di Villa San Giovanni e di Reggio Calabria, anzi daremo un contributo positivo, qualcosa di più che metteremo a disposizione dei cittadini oltre a soddisfare le esigenze del cantiere“.