Ponte sullo Stretto, gli esperti smontano l’ennesima bufala sui terremoti: “studi approvati confermano dati progetto”

Ponte sullo Stretto, gli esperti della Società Stretto di Messina replicano all'ennesima fake news mediatica diffusa alla base di uno studio scientifico totalmente infondato e già smontato

StrettoWeb

Gli esperti che collaborano al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina smontano l’ennesima fake news anti scientifica alimentata per fini politici. Con una nota ufficiale, la Società Stretto di Messina ha infatti “demolito” un articolo del giornalista Fabrizio Gatti su Today in cui si parlava sin dal titolo di “progetto di Matteo Salvini“, connotando così il contenuto in una farsa di natura esclusivamente politica in quanto è notorio a tutti che non è certo stato Salvini a realizzare il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. L’articolo riporta una serie di considerazioni scientifiche basate su uno studio che fa acqua da tutte le parti. E gli esperti spiegano perchè.

“L’articolo scientifico di Trippetta e coautori a cui fa riferimento (e che si scarica da qui) è stato oggetto di numerose critiche di metodo già prima che uscisse nella versione definitiva. Per quello che riguarda specificamente l’area dello Stretto annotiamo che la frase riportata nell’articolo di Today.it “…La mappa pubblicata nella ricerca di Doglioni e Trippetta dimostra infatti che, in base alle dimensioni delle faglie attive, nella zona dello Stretto di Messina i terremoti non si fermano a valori di 7,1, ma possono raggiungere magnitudo al di sopra di 7,5 (i colori rossi nella foto qui sopra, tratta dallo studio)…” non è corretta, in quanto non coerente con quanto rappresentato nell’immagine inclusa nell’articolo. Infatti,  nel dettaglio della mappa di seguito riportata si riscontra che il colore del quadratino posto sullo Stretto di Messina corrisponde a un valore di M tra 7.1 e 7.2, distante dal 7.5 citato nel testo da Today.it. e pressoché coincidente con la magnitudo di progetto. Nel guardare la mappa, peraltro, stupisce che non venga riportato almeno un quadratino di colore rosso acceso in Sicilia sud-orientale, a sud dell’Etna: una zona che secondo CPTI, il catalogo sismico italiano, ha ospitato il più forte terremoto della storia nazionale (11 gennaio 1693, M 7.32)”. E’ quanto afferma in una nota la Società Stretto di Messina.

rischio sismico

“Inoltre, se le elevate magnitudo attese al Sud non destano particolare sorpresa, colpisce vedere (immagine qui sotto) che in altre zone del Paese si osservano magnitudo attese altrettanto elevate – fino ad un valore di M pari a 7.2 – la cui classificazione non è però supportata da terremoti storici forti per aree in cui la sismicità è notoriamente bassa o bassissima. Milano, Trieste, Udine, Gorizia, Firenze, Perugia e Terni sono città in cui nessuno si è mai sognato di immaginare una sismicità di tale livello” continua ancora la Società Stretto di Messina.
“I risultati presentati nell’articolo in questione sono solo un experiment, come ammettono i suoi stessi autori, tanto è vero che non sono stati presi in considerazione nella progettazione di opere a Milano, Trieste o Firenze”, conclude la nota della Società Stretto di Messina.

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