E’ un segnale, certo, un modo di manifestare protesta e dissenso, ma ce lo stiamo immaginando lì, seduto sul divano della sua enorme casa, bevendo un whisky, a disperarsi, piangendo, dopo aver saputo che il Guardian, Elio e le Storie Tese e Piero Pelù, tra gli altri, hanno annunciato che lasceranno il suo “X”. E’ un po’ la stessa reazione di quelli che leggono: “ora tolgo il mi piace dalla pagina, non mi sta più bene”.
Preferiamo evitare di insistere sul tipo di gestualità tanto cara in questi casi, ma tant’è. C’è una sorta di “rivolta”, in queste ore, contro Elon Musk. Un po’ per il suo ingresso nella squadra di Trump, un po’ per le sue dichiarazioni sulla Magistratura italiana per il caso migranti in Albania, un po’ per la gestione di “X” in generale. Insomma, tutti dicono la propria.
Il messaggio di Guardian
Oggi è la volta del Guardian: “Volevamo far sapere ai lettori che non pubblicheremo più su nessun account editoriale ufficiale del Guardian sul sito di social media X (ex Twitter). Pensiamo che i vantaggi di essere su X siano ora superati dagli aspetti negativi e che le risorse potrebbero essere meglio utilizzate per promuovere il nostro giornalismo altrove. Stavamo prendendo in considerazione la cosa da un po’ di tempo, dati i contenuti spesso inquietanti promossi o trovati sulla piattaforma, tra cui teorie cospirative di estrema destra e razzismo. La campagna elettorale presidenziale degli Stati Uniti è servita solo a sottolineare ciò che abbiamo considerato per molto tempo: che X è una piattaforma mediatica tossica e che il suo proprietario, Elon Musk, è stato in grado di usare la sua influenza per plasmare il discorso politico”, ha scritto in un lungo messaggio.
“Gli utenti X potranno comunque condividere i nostri articoli e, data la natura del servizio di cronaca in tempo reale, continueremo occasionalmente a incorporare contenuti di X nelle pagine dei nostri articoli. I nostri giornalisti potranno continuare a utilizzare il sito per raccogliere notizie, così come fanno con altri social network con cui non siamo ufficialmente coinvolti. I social media possono essere uno strumento importante per le organizzazioni giornalistiche e aiutarci a raggiungere nuovi pubblici, ma, a questo punto, X gioca un ruolo ridotto nella promozione del nostro lavoro. Il nostro giornalismo è disponibile e aperto a tutti sul nostro sito Web e preferiremmo che le persone venissero su theguardian.com e sostenessero il nostro lavoro lì. Fortunatamente, possiamo farlo perché il nostro modello di business non si basa su contenuti virali adattati ai capricci degli algoritmi dei giganti dei social media, ma siamo finanziati direttamente dai nostri lettori”.
Per Piero Pelù ed Elio e Le Storie tese c’è “pericolo di democrazia”
Nelle ultime ore, in Italia, hanno annunciato la propria decisione Elio e le Storie Tese e Piero Pelù. “Riteniamo Elon Musk un pericolo per la democrazia e la libertà”, dicono Elio e le Storie Tese. “Visto le pericolosissime dichiarazioni neo totalitarie e neo imperialiste esternate da E. Musk ho deciso di chiudere il mio profilo sulla piattaforma X di sua proprietà”, ha affermato invece Piero Pelù.
Chissà perché prima, da rivoluzionario avanguardista sul green, sull’ambiente, sull’elettrico, era considerato un visionario e invece ora è diventato improvvisamente un “pericolo per la democrazia”. Ultimamente, tra l’altro, dopo il suo avvicinamento a Trump. Sarà la solita “ossessione” contro i Governi di Destra, brutti, sporchi, cattivi, fascisti, nazisti, autoritaristi? Ma hanno anche dei difetti…