“Risposta a Falcomatà. Dieci anni di delusioni, vessazioni subite dai cittadini, umiliazioni di fronte all’Italia tutta. Riguardando i nostri video e pensando a quel giorno non potevamo mai immaginare di finire così in basso. All’ultimo posto in tutte le classifiche di vivibilità Nazionali. Penso che la città sia di tutti ed ognuno vada rispettato per quello che è. Non può il Sindaco predicare in un certo modo e poi comportarsi in tutt’altro. Non può dire di amare la città e poi trascurarla fino a farla morire. Dimenticando gli spazi verdi, gli alberi, la manutenzione ordinaria delle strade, la distribuzione dell’acqua, la raccolta dei rifiuti, la cura delle piazze e di tutte le strutture sportive e culturali. Non interessarsi della sanità, salvo poi iniziare a chiedere dimissioni a caso”. Comincia così la nota sui social di Saverio Laganà, cittadino reggino ed esponente nonché militante in movimento politici della città.
La risposta, come la definisce lui, fa riferimento al post del Sindaco Giuseppe Falcomatà, quello in cui ripercorre i dieci anni di Governo di Reggio Calabria. “Mi domando come abbia potuto criticare chi ha usato il termine di “conquistare” la città che ovviamente faceva riferimento alle prossime elezioni comunali e non all’uso della forza. Quella stessa forza che invece è stata usata in questo decennio da chi nonostante fosse impelagato in processi imbarazzanti, nonostante avesse voluto e fatto votare un codice etico, salvo poi disattendere alle regole in esso contenute, nonostante da più parti sono state chieste le dimissioni per permettere al Popolo sovrano di uscire da questa situazione imbarazzante con il Sindaco sospeso per 18 mesi che ha dovuto lasciare la gestione della città ad un consigliere non eletto dal popolo come sindaco. Nonostante tutto questo è rimasto impassibile al suo posto mortificando l’essenza della Politica, quella di servizio al cittadino!”.
“La maglietta bagnata non la commento”
!La storiella della “maglietta bagnata” non la commento proprio, non merita neanche di essere attenzionata come frase, perché comunque rimane una pessima copia dell’originale, al quale non potrà arrivare neanche rifacendo lo stesso percorso altre dieci volte di seguito. A proposito dei Bilanci meno male che sceglie di “fare i conti nelle scale “perché se li dovessimo fare adesso non avrebbe dove andare posto che ha preso la città con un disavanzo di bilancio di 118 milioni di euro ed al momento siamo a circa 300. Per di più ai tempi dell’inizio del suo primo mandato, la città ancora, nonostante i commissari, viveva di ricordi recenti bellissimi. Ricordi che facevano ancora guardare al futuro con un certo ottimismo, pensando alla cultura, ai servizi sociali, ai servizi comunali efficienti, ai lavori in corso ed a tutto quello che nel decennio precedente ci aveva fatto toccare con mano la possibilità di dire che Reggio avrebbe potuto essere finalmente una città turistica con un futuro radioso ad attenderla”.
“Infine, il 29 ottobre di dieci anni fa si scriveva effettivamente la pagina di un nuovo libro, quello della tragica fine di un modello che era riuscito per la prima volta, nella storia, ad essere esportato in tutta Italia come modello di riferimento per le nuove amministrazioni. Adesso che dopo questi dieci anni abbiamo toccato il fondo, la speranza è quella di liberarci al più presto di questa zavorra e potere così risalire le classifiche e guardare al futuro con entusiasmo per noi e per i nostri figli”, conclude Laganà.