La Reggina pareggia in casa dell’Akragas, ultimo in classifica. Dopo le due ultime vittorie importanti, decise e meritate, che avevano fatto “eccitare” i pochi, quello odierno non è un mezzo passo falso, ma un passo falso completo. Un passo indietro. Perché anche se è un pari, e non una sconfitta, questo è arrivato in casa del fanalino di coda. Un fanalino di coda che nel primo tempo non ha fatto capire nulla alla squadra di Pergolizzi.
La partita
Nel primo tempo, soprattutto nella prima mezz’ora, come dicevamo, la Reggina non ci capisce nulla. L’approccio dell’Akragas, infatti, non sembra quello dell’ultimo in classifica, ma della capolista. Arrembante, organizzato, intenso, con il baricentro alto, un palleggio rapido e una fame sottoporta che si infrange però su un po’ di sfortuna (traversa di Tuccio dopo un minuto), su un super Lazar e su imprecisione. La Reggina tiene, rimpallata da una parte all’altra, senza reazione, senza superare il centrocampo, frastornata e stordita. Per mezz’ora è così. Poi, come prevedibile, la spinta rallenta, anche perché quei ritmi erano impossibili per tutto il match.
Nella ripresa il copione cambia. L’Akragas tiene bene, ma abbassa il baricentro, mentre la Reggina alza la linea della difesa, va in anticipo e prova a prendere il comando del gioco. Rispetto al primo tempo, sicuramente le occasioni sono più di marca amaranto, con Girasole pericoloso su corner in ben due occasioni. La squadra di casa però si difende in maniera organizzata, anche stoicamente nel finale – nonostante la stanchezza – e porta a casa un punto importante, meritatissimo e che forse sta anche stretto per quanto visto nella prima mezz’ora. Per la Reggina un passo indietro e l’impressione che la “prova del 9” sia fallita.