Lungo le Bretelle del Calopinace, nel cuore di Reggio Calabria, negli ultimi dieci anni ci sono stati 9 morti per incidenti stradali. Tutti provocati dall’eccesso di velocità e dal mancato rispetto dello stop al semaforo rosso. In uno dei più drammatici, quello di cinque anni fa, una donna di 64 anni è stata letteralmente dilaniata: le braccia sono state trovate a 40 metri di distanza dal resto del corpo. Il motociclista che l’ha colpita non aveva rispettato il rosso e andava a folle velocità perchè stava facendo una gara illegale con un altro motociclista.
Finalmente il Comune, grazie al lavoro del dirigente Salvatore Zucco, comandante della Polizia Locale, ha deciso di installare le telecamere: i classici photored che in tutte le città del mondo, persino in Africa, controllano che gli automobilisti rispettino lo stop al semaforo rosso e, in caso contrario, elevano una sanzione. La sperimentazione è iniziata a luglio e ha documentato oltre 500 infrazioni al giorno. Soltanto nei semafori delle Bretelle! Significa che soltanto lungo il Calopinace, 500 automobilisti reggini passavano con il rosso ogni giorno. Già di per sé, l’installazione sperimentale del sistema ha dimezzato le infrazioni: adesso sono 250 al giorno. Si tratta di 250 automobilisti al giorno che, solo sulle Bretelle del Calopinace, continuano a transitare col rosso nonostante l’installazione delle telecamere e l’arrivo delle multe. Che sono tantissime.
Infatti in questi primi mesi di test oltre 5 mila cittadini hanno già pagato la multa per essere passati col rosso. Qualcuno ha fatto ricorso, come già annunciato da qualche avvocato che pubblicamente si è opposto all’iniziativa. “Ma quelli sugli autovelox per le ingiunzioni Sogert, sempre partite dallo stesso avvocato, le hanno perse tutte“, assicurano fonti interne al Comune. Ci sono le sentenze. A proposito del funzionamento del sistema, è bene precisare – rispetto alle fake news che circolano in città – che lungo le Bretelle del Calopinace l’infrazione è documentata con un video di 16 secondi che certifica perfettamente l’attraversamento dell’incrocio con luce semaforica rossa. Non è vero, quindi, che ci sono soltanto dei frame fotografici avulsi dal contesto della colorazione del semaforo. E’ tutto perfettamente in regola. Ed è particolarmente curioso che le autorità e le forze dell’ordine debbano difendersi da accuse di irregolarità lanciate proprio da chi passa con il semaforo rosso e vuole pure avere ragione! Siamo proprio al mondo al contrario!
L’installazione delle due postazioni di controllo elettronico del passaggio con rosso semaforico sulle Bretelle è stata disposta in linea con l’attuale normativa in materia previste dal vigente Codice della Strada e dal T.U.O.E.L. Le postazioni, programmate ed autorizzate con due deliberazioni di Giunta Comunale, e precisamente la n.127/2023 e la 99 del 31 maggio 2024, sono state acquisite sul MEPA giusto finanziamento stanziato da altrettante deliberazioni dell’Organo esecutivo comunale. La strumentazione di controllo è omologata sia per l’accertamento delle infrazioni semaforiche che per il cambio di corsia, ed è stata, dopo l’installazione, tarata, nonostante la normativa di settore non lo prevedesse. Il giallo è settato secondo la tempistica prevista dalle circolari ministeriali in materia. La Polizia Locale, quindi, ha avuto – come al solito in questa città – eccessi di garanzie nei confronti dei cittadini.
A seguito di una successiva pronuncia in materia della Suprema Corte di Cassazione, precisamente dell’agosto scorso, il Comune ha ritenuto opportuno sospendere la fase sperimentale, al fine di produrre ulteriori atti autorizzativi della Giunta Comunale, al fine di uniformarsi completamente al recente orientamento giurisprudenziale. Le attività di accertamento sono state sospese a far data dall’8 settembre. Ma la nuova delibera di Giunta è ormai in arrivo: questione di giorni, forse addirittura di ore. E la prossima settimana il sistema tornerà regolarmente operativo.
L’obiettivo del Comune, quindi, non è assolutamente quello di “fare cassa“: sarebbe molto più semplice farlo con altri metodi di multe a tappeto – ad esempio – sui parcheggi selvaggi. In questo caso, invece, si tratta di una norma di civiltà per tutelare la sicurezza di tutti. Oltre ai 9 morti di cui abbiamo già parlato, infatti, ci sono stati altri incidenti con tanti feriti e altre persone che hanno scampato le auto che passavano col rosso per un soffio. Nei prossimi giorni potremo pubblicare i video che lo certificano.
La verità è che Reggio Calabria è una città barbara, totalmente refrattaria al rispetto delle regole. Circa 20 anni fa, infatti, i photored nei semafori della città c’erano già. In tutti i semafori della città. Lo aveva deciso l’allora Sindaco Giuseppe Scopelliti, che insieme all’allora comandante della Polizia Municipale Alfredo Priolo aveva deciso di disciplinare la viabilità secondo i più banali standard di civiltà: col rosso non si passa. Chi lo fa, riceve una multa. Esattamente come già all’epoca succedeva in tutte le città del mondo. Era il 2005, eppure dopo pochi anni quei photored vennero tutti forzatamente rimossi in base ad una controversa decisione del Giudice di Pace (che tra l’altro costò al Comune un debito fuori bilancio di 10 milioni di euro). Una pioggia di ricorsi da parte di cittadini di sinistra, accompagnati da leader di partito che sulla stampa dipingevano Scopelliti e Priolo come despoti neo nazisti perchè multavano chi passa col rosso, venne accolta dalla magistratura che riportò Reggio nella giungla. A Reggio Calabria, e solo a Reggio Calabria, i photored per garantire la legalità sono… illegali!
Adesso a provare, seppur in modo ancora molto più timido, a ripristinare un briciolo di sicurezza e civiltà, è un’Amministrazione Comunale di opposto colore politico: il Sindaco è Falcomatà, del Pd, eppure la reazione ad una scelta che è banale, scontata e anzi in grande ritardo, è sempre la stessa. I barbari si oppongono alle regole, le stesse regole che poi però quando vanno in giro nel resto del mondo rispettano come agnellini per celebrare quelle realtà come “patrie della civiltà“. A Reggio Calabria, invece, devono poter continuare a fare i loro porci comodi. Anche quando mettono a rischio la sicurezza degli altri e persino la vita delle persone. Altro che multe: in un Paese normale, questi criminali andrebbero chiusi in galera. Dagli USA in Australia, nei Paesi migliori del mondo succede proprio così.
Ai riggitani diciamo che si rassegnino: quando il semaforo è rosso si devono fermare. Mettendosi l’anima in pace.
Agli speculatori, che siano legali o oppositori politici, chiediamo di mettere da parte gli interessi personali almeno quando c’è di mezzo la pubblica sicurezza e la civiltà.
Alla politica chiediamo di non fermarsi e non essere timida: installate le telecamere in tutti i semafori della città, ripristinate anche i dissuasori sul corso Garibaldi, andate fino in fondo in ogni tipo di battaglia legale e ricorso, celebrandone con enfasi pubblica ogni vittoria.
Soltanto così Reggio Calabria potrà diventare una città normale.