Una domenica Muse ricca di argomenti collegati ad avvenimenti di grande attualità sulla situazione che da qualche anno stanno vivendo numerose città italiane. L’ultimo appuntamento culturale dell’Associazione culturale di Reggio Calabria si è confermato come un vero e proprio spazio utile alla cittadinanza e non solo ai soci poiché come ha evidenziato il presidente prof. Giuseppe Livoti in apertura di evento, “Le truffe e le loro varianti: come difendersi” è diventata parte integrante del nostro vivere anche nella quotidianità e per questo tale manifestazione rientra nelle attività della “Sezione Muse Cultura della Legalità” guidata dall’avvocato Massimo Pirrello. L’avvocato Pirrello si è soffermato sul carattere fraudolento di numerosi accadimenti ormai su scala nazionale.
“Le truffe oggi più che mai possono capitare a tutti e tra siti, realtà virtuali e piattaforme digitali si rientra in casistiche davvero pericolose che possono anche arrecare danni irreversibili. E’ inutile dire che siamo attaccati continuamente, – continua l’avvocato -, ma, la truffa corre in rete, tra canali social, telefonate e servizi di messaggistica. Una vastità di situazioni fanno parte di questo sistema: pubblicità di un fondo di investimenti, finta indagine giudiziaria, telefonate di rinnovo contratto linea elettrica ed ancora tradizionali truffe della “cauzione” da pagare per evitare il carcere a figli o nipoti”.
Pirrello ha ricordato come tutto questo altro non è che la riproposizione dello “Schema Ponzi” modello economico di vendita truffaldino ideato da Charles Ponzi (1882-1949), che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi “investitori”, a loro volta vittime della truffa. La tecnica prende il nome da Charles Ponzi, immigrato italiano negli Stati Uniti, che divenne famigerato per avere applicato una simile truffa su larga scala nei confronti delle comunità di immigrati prima e poi in tutta la nazione, tentando di servirsi a suo vantaggio della differenza di valore, tra un Paese e l’altro, dei buoni postali di risposta internazionale.
L’ispettore Antonio La Russa e l’assistente capo coordinatore Natalia Scolaro della Polizia di Stato di Reggio Calabria hanno esordito riassumendo la loro attività dal mese di febbraio: “abbiamo portato il nostro vademecum in 27 chiese ed ancora 20 tra associazioni e circoli ed in città ci sono state circa 189 telefonate per truffa. Il nostro intervento avviene in determinati modi ha dichiarato La Russa, alcuni li possiamo raccontare altri, per modalità interne, non possiamo dire come funzionano, soprattutto dal momento in cui il cittadino telefona in Questura e fa la segnalazione. Dalla truffa per falso incidente con cauzione per evitare arresto, alla truffa della consegna di un pacco postale a pagamento, alla truffa delle pietre preziose e della falsa beneficenza occorre sempre stare cauti. Non dobbiamo mai aprire la porta a sconosciuti – ha continuato il capo coordinatore Scolaro – anche se vestono un’uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità. Verificate sempre con una telefonata da quale servizio sono stati mandati gli operai che bussano alla vostra porta e per quali motivi e se non ricevete rassicurazioni non aprite per nessun motivo ha ribadito La Russa. Ricordate che nessun Ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date erroneamente. Per qualunque problema e per chiarivi qualsiasi dubbio non esitate a chiamare il 113 o il numero unico di emergenza 112 e richiedere l’intervento di una pattuglia.
Occorre diffidare dalle telefonate che comunicano incidenti con coinvolti parenti, nipoti, figli e annunciano l’invio di persone a casa, anche se vengono forniti dati e generalità di congiunti reali. Quando fate operazioni di prelievo o versamento in banca o in un ufficio postale, possibilmente fatevi accompagnare. Non fermatevi mai per strada con sconosciuti che offrono facili guadagni, o chiedono di poter controllare i vostri soldi o il vostro libretto della pensione anche se distinti e dai modi affabili. Attenzione a improvvise manifestazioni di affetto da parte di estranei. Se vi sentite osservati all’interno della banca o dell’ufficio postale parlatene con gli impiegati o con chi effettua il servizio di vigilanza; all’esterno chiedete aiuto“.
La conversazione è continuata con l’intervento del dott. Antonio Luciano Battaglia – esperto di analisi web – cyber-security – cyberbullismo il quale, si è soffermato sulla differenza tra phishing, smishing e vishing. “Il phishing è una tecnica ingannevole che usa prevalentemente la mail come veicolo di attacco per ottenere informazioni sensibili come password, numeri di carte di credito e dati personali dove l’hacker attira la vittima designata con un inganno, con la prospettiva di fargli ottenere una ricompensa. Attenzione quindi ha – continuato Battaglia – ai messaggi veicolati tramite e-mail inaffidabili e non autentici, che vi inducono fornire informazioni sensibili spingendovi a cliccare su link fraudolenti.
Lo smishing è una forma di truffa che sfrutta i messaggi di testo SMS o i messaggi su WhatsApp per ingannare le persone e ottenere informazioni personali o finanziarie. Il vishing ultimamente è molto diffuso ed è una truffa dove anziché l’uso dell’e-mail viene sfruttata la voce con una telefonata ingannevole che ha come fine ultimo l’estorsione di informazioni personali come numeri/PIN di carte di credito o codici bancari. Da tutto questo ha concluso l’esperto Battaglia occorre stare attenti al cosiddetto – allarme della clonazione vocale – frutto purtroppo dell’intelligenza artificiale che ha come obiettivo quello di creare computer in grado di pensare e agire come gli esseri umani“.
Per il domenicale appuntamento con “Tutto in un quadro” il messaggio delle pittrici Francesca Perina e Grazia Papalia che hanno commentato due tele attinenti alla – violenza sulle donne-. Anche gli aggressori possono nascondersi dietro alla virtualità per la Perina: esiste infatti non solo una forma di violenza psicologica ma anche quella fisica e noi donne dobbiamo essere libere di agire e di vivere come lo dimostra la mia tela. Per la Papalia un simbolo di donna senza identità con le braccia legate assume un significato di sottomissione ad una società ed ad un sistema pieno di difficoltà che sopprimono la femminilità ed il ruolo della stessa nella società.