Si è tenuto la scorsa settimana al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria l’undicesimo Congresso Storico Calabrese, appuntamento scientifico che ritorna a vent’anni dalla sua ultima edizione, ospitata nel dicembre del 2004 a Cosenza. I lavori sono stati aperti con i saluti istituzionali dell’assessore regionale Caterina Capponi. “Comparazione e contestualizzazione sono le due direttrici che controbilanciano il nostro metodo di studio. La feudalità non perde il proprio ruolo in età moderna, ma mantiene una potenza territoriale ed un controllo sociale ancora considerevoli, il tutto nonostante il formarsi di uno Stato centralizzato. Poco di questa conflittualità giurisdizionale è purtroppo emerso, mentre, dalle relazioni, è emerso un profilo delle corti locali caratterizzato da una vivace committenza artistica locali – commenta il professore Aurelio Musi, a cui sono state affidate le considerazioni conclusive – Quest’edizione del Congresso Storico Calabrese lancia due importanti messaggi alla Deputazione: serve promuovere un ricambio generazionale tra gli studiosi per innovare metodi e canali di ricerca ed incrementare i momenti di discussione scientifica interna in vista di confronti con le altre realtà nazionali ed internazionali. L’augurio di tutti è che ci si riunisca presto per la prossima edizione”.
Il Congresso ha valorizzato molti degli aspetti trascurati della storia calabrese, come ad esempio degli esempi di imprenditoria femminile a Gerace a cavallo tra Cinquecento e Seicento. Unitamente a ciò sono emersi interessanti spunti di riflessione sull’attualissimo tema del diritto mite attuato da un sistema giuridico caratterizzato da un potere in cui il sovrano era al tempo stesso sommo giudice e tutore delle nobilità locali. Un mondo in cui la ricomposizione delle diatribe seguiva formule di negoziazione tipiche di quei sistemi complessi in cui si intrecciavano poteri di diritto e poteri di fatto.
“Siamo orgogliosi per la buona riuscita del Congresso, per la quale ringraziamo il Comitato Scientifico e l’operato volontario di molti fra i nostri Deputati e Soci. Cogliamo l’augurio espresso dai colleghi intervenuti dalle altre Deputazioni per una periodicità più stabile e frequente a questo nostro convegno – spiega il presidente Giuseppe Caridi – Il ruolo dei mercanti-imprenditori nella nostra Regione durante la prima età moderna è una materia che merita maggiore attenzione. Molto interessante sono i modi con cui costoro hanno ampliato le proprie imprese originarie attraverso una diversificazione divenuta sempre più sofisticata. Gli archivi, sia pubblici sia privati, piccoli e grandi, si sono confermati come quei luoghi principe in cui si compie la ricerca storica”.
Per l’occasione, il deputato Domenico Romeo ha curato una sintesi di tutti i Congressi Storici Calabresi, svoltisi dal 1954 ad oggi, indicando per ciascuno di essi le tematiche trattate ed i relatori intervenuti. L’opuscolo è stato donato a tutti i partecipanti della due giorni.