Si è conclusa una fase estremamente complessa e temuta dai vari partiti italiani. Dopo una lunga e dura campagna elettorale durata oltre un anno (iniziata sostanzialmente nell’estate del 2023 con la presentazione delle candidature per le supplettive di Monza, passando per varie amministrative, regionali, europee ed ancora regionali), adesso le varie compagini si possono dedicare chi a governare, chi a costruire, chi a strutturare il partito, chi a fare opposizione. La prossima tornata elettorale sarà o ad ottobre 2025 o a primavera 2026.
Partiti
Liguria, Umbria, Emilia Romagna. Da questo trittico esce bene il Partito Democratico, nettamente il primo partito in tutte e tre le regioni (con picchi del 43% in Umbria), tiene botta Fratelli d’Italia che si conferma il partito più forte del centrodestra (oltre alla lista tradizionale di Fdi, varie civiche facevano riferimento proprio al partito di Giorgia Meloni), mentre esce con le ossa rotta il Movimento 5 Stelle. Il partito di Conte non è più attrattivo e perde consensi a più non posso, in sostanza si è quasi liquefatto.
Le coalizioni
Per quanto riguarda le coalizioni, invece, il centrodestra è unito, al momento litiga poco e sembra avere delle certezze maggiori rispetto ad un centrosinistra, in alcuni casi “Campo largo”, litigioso e poco incline allo stare insieme. Riuscirà a replicare il “modello Umbria” anche a livello nazionale? Difficile, ma Schlein ha il dovere di provarci per contrastare il centrodestra alle prossime politiche.
2-1 per il centrosinistra
Il centrosinistra ha vinto le regionali, lo dicono i numeri e gli eletti. Il Pd è guarito? Assolutamente no. I Dem hanno perso in Liguria, seppur di poco, ed in una condizione favorevole alla luce dell’inchiesta che ha portato agli arresti del Governatore Toti. Ha vinto in Emilia Romagna che è la storica roccaforte della Sinistra, insieme alla Toscana, ed è riuscito a scalzare il centrodestra in Umbria. Proietti con la sua coalizione, non ha fatto altro, che riconquistare una regione che ha una tradizione legata al centrosinistra. In sostanza, niente di eccezionale. Il Partito Democratico provi a confermarsi in Puglia, Campania, vincere in Veneto e poi i ragionamenti potrebbero essere anche diversi.
Cosa ha sbagliato il centrodestra? In Liguria la candidatura di Bucci è stata decisiva, Orlando era un candidato molto forte e avrebbe vinto con chiunque, tranne appunto con il commissario alla ricostruzione del Ponte Morandi. Meloni, Salvini e Tajani avrebbero sicuramente potuto osare di più in Emilia Romagna impegnandosi con una candidatura di rilievo nazionale. Con tutto il rispetto, Ugolini ha condotto una campagna elettorale troppo morbida contro una corazzata. Eppure 4 anni fa, Bergonzoni mise paura a Bonaccini. Mentre in Umbria la gente ha preferito il centrosinistra tornando alle “origini”. Campanelli d’allarme? Bisogna stare sempre attenti, gli elettori non hanno difficoltà a passare da una parte all’altra.
Cosa fare in futuro?
Il centrodestra deve assestarsi e pensare a governare, deve chiacchierare di meno e dare risposte alle persone. Il centrosinistra, invece, si deve strutturare. Al momento c’è un Pd rinvigorito dalla “cura” Schlein e poco altro: il M5S è un morto che cammina, Alleanza Verdi – Sinistra intercetta bene i voti della Sinistra radicale ma manca del tutto una forza che intercetti i voti di centro (Italia Viva ed Azione sono deboli e ci sono vari veti che creano problemi). Insomma, c’è tanto lavoro da fare per tutti.