E’ molto nervoso Paolo Brunetti. Nessuno ha capito perchè, ma ogni volta che si parla dell’albero di Natale “Plastic-Tree” costato 180 mila euro di soldi pubblici, il vice Sindaco si imbestialisce. E’ successo con Massimo Ripepi: quando il consigliere di opposizione ha fatto notare il costo spropositato, “perchè ho fatto una veloce ricerca su internet e credo che un albero di quel tipo, da quello che ho visto, si trovi a 15-18-20 mila euro massimo“, Brunetti non ci ha visto più ed è partita una maxi rissa così feroce da scatenare urla, tensioni, volti rossi paonazzi e addirittura una diretta sospesa nell’imbarazzo dei giornalisti che conducevano la trasmissione.
Il giorno dopo Brunetti parla, ai microfoni di StrettoWeb, e la toppa è peggio del buco. Dice testualmente (vedi video a corredo dell’articolo) che “nessuno si può permettere di fare illazioni sulla mia persona o su questa Amministrazione. Se qualcuno ha certezze di quello che dice, deve denunciare il fatto altrimenti deve stare zitto, perchè ognuno si deve assumere la responsabilità di quello che dice“. Brunetti, quindi, ribalta le regole della civile democrazia: Ripepi si è assunto tutta la responsabilità di quello che ha detto, avendolo detto in pubblico. Semmai Brunetti si sentisse offeso o diffamato, deve essere lui a denunciare il suo interlocutore. I politici, vivaddio, così come giornalisti e cittadini, hanno tutta la libertà di dire ciò che vogliono. Se qualcuno si sente colpito, ha la possibilità di denunciare. Che denunci Brunetti, quindi.
Un politico che invece vuole imporre il silenzio all’opposizione rappresenta esclusivamente quell’atteggiamento tirannico e dittatoriale tipico del “fascismo” che proprio i partiti e la coalizione di Brunetti raccontano come il male assoluto, paventandone i rischi di recrudescenza (totalmente infondati) ogni due/tre. Non stia zitto, quindi, Ripepi e non stia zitto nessuno. Brunetti & company facciano pace con il dissenso e accettino le regole della democrazia.