Catanzaro: Iemmello, la tripletta, la chiamata di De Zerbi e l’esultanza promessa a un bimbo in cura al “Gaslini”. E sul futuro…

L'attaccante del Catanzaro Pietro Iemmello si è raccontato alla Gazzetta dello Sport a qualche giorno dalla tripletta a Marassi

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Pietro Iemmello grande protagonista dell’ultima giornata di Serie B. In realtà, da oltre un anno, protagonista quasi sempre in cadetteria. In questo weekend, però, in maniera particolare, per via della tripletta a Marassi con il suo Catanzaro. Così l’attaccante si è raccontato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. “Quali altre triplette ricordo? Con il Foggia in C ho fatto anche un poker all’Ischia, con De Zerbi allenatore. Il numero uno”. De Zerbi “mi ha scritto per la tripletta, poi ha battuto il Monaco e lo ho chiamato io. Era felice. Se mi ha fatto qualche proposta? Non rispondo (ride)”.

“Tre gol a Marassi valgono quelli che segnò a San Siro facendo vincere Sassuolo e Benevento?”, chiede il giornalista. “Quelli di San Siro sapevo che sarebbero rimasti a vita. Ma farne tre a Marassi davanti a 2.000 nostri tifosi, beh, non ha valore“, risponde. E poi svela un aneddoto sull’esultanza col saluto militare: “la sera prima della partita è venuto in ritiro un ragazzino di Bari in cura al Gaslini, mi ha chiesto di esultare così e l’ho fatto per lui”.

E parlando del presente rivela: “mi sento bene, vedo le cose in modo diverso rispetto a quando ero giovane. Vivo il calcio con passione, e quando mi diverto faccio sempre bene. E poi essere di Catanzaro mi coinvolge ancora di più”. Sul futuro invece: “ho un ottimo rapporto con il presidente Noto, prima la parola e poi i contratti. Mi godo il presente e fino a quando mi diverto cerco di continuare più a lungo possibile”. Un addio a gennaio? “No, non credo. C’è un impegno morale, l’ho detto anche a chi mi ha cercato quest’estate”, confessa l’attaccante.

Sugli obiettivi: “l’anno scorso ai playoff credevo di arrivare in A, anche se da neopromossa non eravamo ancora pronti. Sono realista, non è facile. Ma siccome la società si sta strutturando bene e può competere con le grandi multinazionali, le basi ci sono”. Anche se, rivela, i tanti pareggi “mi fanno rosicare molto, mi mandano in bestia e non ci dormo la notte. Solo due volte siamo andati in vantaggio, spesso abbiamo dovuto rincorrere. E’ ora di cominciare a vincere. In fretta”.

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