Martedì scorso, 26 novembre, StrettoWeb viene invitato a partecipare alla riunione della commissione controllo e garanzia del comune di Reggio Calabria “dove ci stanno presentando il nuovo capo ufficio stampa del Comune”. Una circostanza molto importante. Il giornalista Danilo Loria segue la commissione e riporta fedelmente tutto ciò che viene illustrato, pubblicando un articolo intitolato “Da “Reggio non si Lega” a capo ufficio stampa del comune di Reggio Calabria, ecco la parabola di Filippo Sorgonà” in cui tra l’altro è molto tenero e dolce con Sorgonà, descrivendolo come un “apprezzato giornalista e attivista”. Ebbene, apriti cielo. Mentre mezza città commenta incredula e sbalordita, da Palazzo San Giorgio parte la macchina del fango.
Contro chi? Ovviamente Danilo Loria e StrettoWeb, colpevoli di aver raccontato i fatti. Di aver fatto il loro lavoro al servizio dei cittadini. Di aver fatto semplicemente informazione. Fatto sta che Loria viene raggiunto da insulti e offese, totalmente gratuite, e l’ufficio stampa del Comune (quindi probabilmente lo stesso Sorgonà!) ci manda una richiesta di rettifica, che tra l’altro pubblichiamo, in cui si mistifica la realtà. L’accusa nei confronti di StrettoWeb è quella di non aver raccontato la verità (!) perchè Sorgonà sarebbe stato assunto in base allo scorrimento della graduatoria dello specifico concorso. Circostanza che StrettoWeb non ha mai messo in dubbio, in quanto nell’articolo parliamo solo ed esclusivamente dell’incarico di “capo ufficio stampa” e non certo dell’addetto stampa base per cui era stato indetto il concorso.
Fatto sta che nella richiesta di rettifica, l’Ufficio Stampa del Comune minaccia denunce e querele (per l’ennesima volta; peccato che tutte le precedenti non abbiano mai avuto alcun seguito e siano state palesemente indirizzate solo ad intimorirci e silenziarci, e neanche in tal senso abbiano funzionato). Fermo restando che un Ufficio Stampa di un ente che minaccia denunce e querele ad una testata, già solo per questo si commenta da sé. Ma siamo solo all’inizio di questa incredibile storia.
Non contenti della pubblicazione della nota del Comune, i sostenitori di Falcomatà continuano imperterriti con il loro fango su Loria e StrettoWeb, inondandone i social network per tutta la scorsa settimana. Finché Sorgonà in persona rilancia l’attacco nei confronti della nostra testata giornalistica, con un lungo e surreale post Facebook in cui nuovamente minaccia denunce e querele. Parla di “merito”, chiede perchè non abbiamo riportato il suo straordinario curriculum, non abbiamo detto cos’ha fatto nella vita, qualcosa – dice testualmente – che comprendesse anche “le presentazioni di libri, o le partecipazioni ai convegni” (!!!), e fa riferimento al concorso del Comune. Insomma, monta un caso.
E non ci tiriamo indietro.
Parliamo di merito, parliamo del curriculum di Filippo Sorgonà, parliamo del concorso dei giornalisti al Comune. Indaghiamo. Approfondiamo. Studiamo le carte. Scopriamo tante clamorose anomalie. Non pensavamo neanche di farlo finché loro stessi non hanno fatto tutto questo casino. E allora, dato che ci piace approfondire le cose ed entrare nel merito, scavare a fondo nella ricerca della verità, abbiamo scoperto tante cose interessanti che è doveroso rendere pubbliche. E iniziamo dal curriculum di Filippo Sorgonà: esaudiremo la sua richiesta e racconteremo tutto quello che ha fatto nella vita. E poi tenetevi forte perchè sul concorso dei giornalisti c’è davvero la totale follia. Ma andiamo con ordine.
Chi è davvero Filippo Sorgonà
Partiamo dalla fotografia, per dare un volto al nuovo capo ufficio stampa del Comune di Reggio Calabria per chi ancora non lo conosce. Non abbiamo fatto attività da FBI. Abbiamo preso la sua immagine pubblica, cioè visibile a tutti, del profilo sul profilo Facebook, dove tra l’altro adotta estrema professionalità al punto da chiamarsi “Filippo Mamau Vimana Sorgonà”:
Troviamo subito un Curriculum Vitae pubblicato su Google Drive: la prima cosa che ci colpisce è che nel CV non risulta una laurea. Lo stesso Sorgonà non scrive di essere laureato, né nel Curriculum né tantomeno nei propri profili social dove è molto prodigo di informazioni sulla sua formazione e sui suoi studi. Scrive praticamente tutto, dal Diploma presso il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci nel 1993 al circolo ARCI “Morgana” dove ha gestito un Internet Point, ma della laurea non c’è traccia.
Eppure per partecipare al concorso di giornalisti indetto dal Comune di Reggio Calabria lo scorso anno, il bando prevedeva che fosse necessaria quantomeno una laurea triennale. Ed era così stringente su questo requisito che persino il valido giornalista Francesco Paolillo, già da tempo addetto stampa del Comune a tempo determinato, non ha potuto partecipare al bando nonostante una grande esperienza giornalistica e tutti i requisiti professionali richiesti, soltanto perchè non è laureato. Quindi se Sorgonà compare nella graduatoria degli idonei tra l’altro al 5° posto, deve essere per forza laureato. Però questa laurea non la segnala lui stesso, né nel proprio Curriculum Vitae disponibile online, né sui suoi profili social. Strano.
Ma Sorgonà pretende verità e trasparenza, quindi non ci fermiamo alla superficie e continuiamo ad indagare per scoprire se Sorgonà è laureato e in che cosa. E in poco tempo riusciamo a risalire alla laurea, che c’è, anche se equiparata. Filippo Sorgonà l’ha ottenuta al Conservatorio Musicale di Reggio Calabria in “Tecnico del Suono“.
Sorgonà, infatti, è una sorta di dj. Non stiamo parlando di David Guetta, ma di un protagonista delle notti reggine degli anni ’90 e inizio duemila. Il nuovo capo ufficio stampa del Comune di Reggio Calabria ha gestito a lungo i Tre Farfalli, locale noto per la musica e i drink alcolici nel centro storico di Reggio Calabria, in via Torrione: lo scrive sia nei suoi profili social che nel Curriculum, precisando che è stato “fonico, Music Selector e Dir. Artistico con eventi documentabili di Mostre di Fotografia, Arti Figurative, Cineforum e Musica Live”, ma anche impegnato presso il locale “in attività Artistiche, Teatrali e Culturali di vario genere”. Sempre nel Curriculum, Sorgonà scrive di aver gestito un Enoclub, di aver partecipato alle selezioni provinciali di “Arezzo Wave” – Settore Musica, di avere fatto il fotografo free lance, di aver collaborato – però ci tiene a precisare “saltuariamente” – con 4 Pub: l’Ultima Spiaggia di Palizzi, il Blue Dahlia Beach di Gioiosa, le Officine Sonore di Lamezia Terme e – il fiore all’occhiello – la Locanda Atlantide di Roma.
Sempre nel Curriculum Vitae scrive che ad Ottobre 2013 ha “Conseguimento attestato di Home recording”, cioè un certificato che attesta che sa registrare audio a casa. Scrive poi di avere una “Ottima” capacità di lettura, una “Ottima” capacità di scrittura, una “Ottima” capacità di espressione orale, una “Ottima” capacità e competenza in lingua inglese (senza però indicarne il livello). Aggiunge che ha una “Ottima” conoscenza dei sistemi operativi Windows e dei fogli elettronici e di elaborazione testi (parliamo di Microsoft Word ed Excel); “Ottima” anche la capacità sui Social Network, dove effettivamente è molto attivo.
Su Facebook, inoltre, aggiunge di essere “Art Director” presso “Locali e discoteche” e di essere esperto di Enogastronomia.
Un Curriculum Vitae del genere, quotidianamente, non viene preso in considerazione neanche dai call-center. Ma soprattutto non si riesce a capire che cosa c’entra questo profilo con il giornalismo. Boh.
Approfondiamo anche questo. Filippo Sorgonà ha 49 anni, ma si è iscritto all’Albo dei giornalisti – elenco pubblicisti – soltanto a fine giugno 2017, e cioè quando aveva 42 anni. La sua esperienza come giornalista, quindi, è molto recente e intrapresa in età già matura. Per trovare un riferimento alla sua attività giornalistica dobbiamo sbarcare su LinkedIn, dove si dà un’aura di maggiore professionalità con una fotografia molto diversa da quella di Facebook:
E poi si chiama “Filippo Sorgonà“, (Mamau Vimana qui è scomparso). Si descrive come “Giornalista pubblicista, Tecnico del Suono, Ethical Hacker ( P.E.K.I.T. Security) Esperto Produzione Musicale, Radio Speaker”. Sempre su LinkedIn, Sorgonà dice di essere Dj per intrattenimento notturno “da 17 anni”, fonico per “vari locali da 16 anni” e anche “Ethical Hacker”. Tra le competenze, viene riconosciuto come “Promoter”, “Dj”, “Fonico”, “Musicoterapia”, “social media”, “Microsoft Office”. Ed è qui, su LinkedIn, che Sorgonà scrive che da Giugno 2021 lavora presso l’Ufficio Stampa della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Dove ovviamente ha avuto una chiamata diretta (incarico fiduciario) da parte Sindaco Falcomatà, senza alcun tipo di concorso.
E proprio qui, sulla natura di questa scelta, siamo costretti – sempre e solo per amore della verità – a ricostruire il percorso politico di Sorgonà e di come sia parallelo a quello professionale. Com’è possibile che Falcomatà abbia scelto proprio Sorgonà, se durante il “primo tempo” dell’attuale Sindaco, in numerose occasioni Sorgonà era stato particolarmente critico e pesante nei confronti dello stesso Falcomatà?
Lo scopriremo tra poche righe…
La carriera politica di Filippo Sorgonà: una militanza nell’estrema sinistra
Sorgonà è sempre stato un attivista di estrema sinistra. Ha fatto politica attiva con Rifondazione Comunista, poi si è impegnato con il primo Movimento 5 Stelle, quello duro e puro, girotondino e forcaiolo. Deluso dalla parabola grillina con i governi Conte che si alleavano prima con la Lega e poi con il Pd, Sorgonà è passato alle Sardine, altro movimento di estrema sinistra con cui il nostro capo ufficio stampa cittadino balzò agli onori della cronaca nazionale per un post Facebok in cui predicava odio e violenze auspicando “la legge della giungla” contro “i fascisti“.
A fine 2020 succede qualcosa: Falcomatà, disperato per l’emorragia del suo consenso dopo il disastro del primo tempo, chiama tutti – amici e non – senza porsi troppe domande, per sostenerlo alle elezioni comunali in cui chiederà alla città un “secondo tempo”. Lo fa senza guardare in faccia a nessuno, tanto che l’abbiamo già visto con “Danielino“, figuriamoci se non potesse chiamare anche Sorgonà, che fino a quel momento lo aveva criticato da sinistra. Sorgonà si mette a disposizione: fa una lista, “Reggio non si Lega”, la più estremista nella coalizione di Falcomatà, ma non lo vota nessuno. Sorgonà in persona si candida, ottiene 141 preferenze ed è di gran lunga il più votato della sua stessa lista che ovviamente non raggiunge alcun seggio. Di fatto è bocciato dagli elettori. Ma questo non impedisce a Falcomatà di inserirlo nel suo staff fiduciario come addetto stampa alla Città Metropolitana pochi mesi dopo le elezioni. Da quel momento Sorgonà non criticherà mai più Falcomatà, anzi ne celebrerà la gesta, pagato con i soldi dei cittadini che lo avevano bocciato alle elezioni.
Questa è la storia del nuovo capo ufficio stampa del Comune di Reggio Calabria, che minacciando denunce e querele, parlava di meritocrazia (!!!) rivolgendosi a StrettoWeb!!!
A tal proposito, giova precisare che anche la decisione di nominarlo capo ufficio stampa è una scelta politica di Falcomatà. Perché poi, nel 2023, Sorgonà partecipa al concorso pubblico per addetto stampa del Comune di Reggio Calabria dove i posti disponibili sono due. Sorgonà arriva quinto, e dopo un anno per un più che controverso scorrimento della graduatoria, viene assunto dal Comune in qualità di addetto stampa semplice. E cioè il posto per cui aveva partecipato al concorso. Molto diverso è l’incarico di capo ufficio stampa, che tra i vincitori del concorso viene deciso dalla politica – e quindi dal Sindaco – ed è ricaduto proprio su Sorgonà (anche se ancora non risulta un documento ufficiale in tal senso, ma la nomina è negli uffici amministrativi e già da un mese a Palazzo San Giorgio Sorgonà viene presentato a tutti come capo ufficio stampa dell’Ente). Anche in commissione è stato presentato pubblicamente così, e poi hanno provato a ribaltare tutto contro l’articolo di StrettoWeb come se l’argomento fosse l’assunzione da addetto stampa come da concorso, e non invece la nomina politica a capo ufficio stampa!
Quel posto, di Capo Ufficio Stampa del Comune di Reggio Calabria, è stato di un certo Totò Latella, uno dei più grandi giornalisti della storia di Reggio Calabria che venti anni fa con il suo elegante farfallino guidava Roto San Giorgio producendo oltre 30 lanci di agenzie e comunicati giornalieri conducendo uno staff di professionisti che oggi sono stati costretti ad emigrare per lavorare in istituzioni di gran lunga superiori al Comune di Reggio Calabria, migliorando la loro posizione e qualifica, realizzandosi lontano dalla loro terra e arricchendo altre realtà, mentre Reggio Calabria è sempre più degradata nella mediocrità.
Che oggi arrivi l’estremista-dj Filippo Sorgonà a raccoglierne l’eredità non può che colpire tutta la comunità e qualificare l’attuale classe dirigente e politica per il proprio livello di competenza e professionalità.
Ma non è tutto. Come promesso, quella su Sorgonà è soltanto una piccola parte di questo approfondimento sui giornalisti del Comune di Reggio Calabria. C’è molto di più. Tutto parte dalla domanda base: se i posti disponibili erano 2, e Sorgonà è arrivato 5°, com’è possibile che adesso sia assunto e persino con la nomina a capo ufficio stampa? Abbiamo scoperto anche questo.
Il concorso dei giornalisti al Comune di Reggio Calabria: tutte le anomalie emerse
Il bando per l’assunzione a tempo indeterminato di due addetti stampa del Comune di Reggio Calabria inquadrati come funzionari con uno stipendio di 23 mila euro lordi annui è di giugno 2023. Il bando, come abbiamo già anticipato, richiede la laurea come requisito obbligatorio, e già questo è folle. Tanti importanti giornalisti, tra cui addirittura Piero Angela, Enzo Biagi, ma anche i contemporanei Enrico Mentana, Gad Lerner, Federico Rampini, non sono laureati. Stiamo parlando di grandi firme, di intellettuali, di giornalisti tra i più stimati, apprezzati e contesi al mondo per quanto riguarda le professionalità giornalistiche italiane.
Per il Comune di Reggio Calabria, invece, altro che Washington Post, la laurea è obbligatoria. Nonostante a Palazzo San Giorgio lavori – egregiamente – da anni, un addetto stampa del livello giornalistico di Francesco Paolillo che è giornalista da quand’era bambino e certamente meriterebbe di essere regolarizzato e stabilizzato. Invece no, lui che è bravo continuano a tenerlo in bilico, precario. Con l’alibi della laurea.
Quindi, se Paolillo non può essere assunto, sicuramente i vincitori del concorso saranno tutti super mega bravi, migliori, il meglio del territorio e non solo, il top del top. Andiamo a vedere. La graduatoria pubblicata dall’ente fornisce l’elenco di tutti gli idonei, che sono 17, indicando quindi i due migliori, prescelti come vincitori. Ecco i loro nomi e i loro punteggi:
Da questa graduatoria emerge subito quanto non sia stata minimamente considerata l’esperienza: è un’anomalia enorme che mette in discussione il principio della meritocrazia. La graduatoria è stata compilata esclusivamente in base all’esito della prova scritta e della prova orale, senza alcun tipo di punteggio per titoli e per esperienza. Non conta, infatti, che tipo di laurea hai, da quanti anni sei iscritto all’Ordine dei Giornalisti, quanti anni di esperienza hai già svolto da addetto stampa in altri enti e istituzioni, e in particolare quanti anni hai già svolto da addetto stampa nello stesso Comune di Reggio Calabria. Non conta nulla: solo la prova scritta e la prova orale di questo esame. Così è successo che – appunto – giornalisti pubblicisti laureati in dj e iscritti all’Ordine da pochi anni, hanno una posizione in graduatoria di gran lunga superiore a giornalisti laureati in giornalismo, iscritti all’Ordine da 25 o 30 anni, anche con la qualifica di professionisti e quindi dopo aver superato un esame di Stato, e con una lunga esperienza di addetti stampa presso lo stesso la pubblica amministrazione, in modo impeccabile, in alcuni casi persino nello stesso Comune di Reggio Calabria! Che meritocrazia c’è in questo criterio?
Per gli addetti ai lavori è stato un bando “folle”, tanto che negli altri enti locali non viene fatto così. L’unico requisito necessario richiesto è quello dell’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti, che è di per sé una alta professionalità. La laurea, in alcuni casi, può contribuire a dare uno o due punti in più nel punteggio in graduatoria, in considerazione a titoli ed esperienza, ma non è un requisito obbligatorio. Al Comune di Reggio Calabria si sono dovuti distinguere forse perchè qui ci sentiamo i migliori del mondo. O forse perchè in questa città tutto è possibile.
Ma fosse solo questo…
Quasi tutti i giornalisti idonei erano già nello staff di Falcomatà, del sindaco di Catanzaro Fiorita o comunque apertamente schierati politicamente a sinistra
Scorrendo i nominativi della graduatoria, balza subito all’occhio come su 17 idonei, più della metà siano giornalisti apertamente schierati a sinistra. Una buona parte già al lavoro per Falcomatà in via fiduciaria, da anni assunti a contratto (è il caso di Stefano Perri e Filippo Sorgonà); altri nell’orbita del Sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, anche lui di sinistra (è il caso di Iozzo e Pelaia), altri che hanno fatto giornalismo in numerose testate e media locali sempre a sostegno di Falcomatà e del suo partito. Ovviamente è tutto frutto del caso. Certamente è una strana coincidenza.
Da segnalare anche come l’ultima tra gli idonei, Gabriella Lax, pochi mesi dopo il concorso è stata assunta da Falcomatà nel suo staff (tra l’altro con uno stipendio superiore a quello previsto dal contratto stesso). Del caso ci eravamo già occupati a gennaio con un apposito articolo: “Lo strano caso della giornalista arrivata ultima nel concorso al Comune e assunta da Falcomatà nel suo staff“.
Insomma, tra gli idonei abbiamo giornalisti già in precedenza nello staff di Falcomatà, o che entreranno nello staff di Falcomatà subito dopo se in ultima posizione; comunque quasi tutti nell’orbita del Pd regionale. E non è ancora finita qui.
Le anomalie nello scorrimento della graduatoria
Ma com’è possibile che siamo arrivati all’assunzione di Filippo Sorgonà, che è quinto in graduatoria? Anche qui è successo qualcosa di strano. Tra i primi quattro posti, infatti, abbiamo avuto due aspettative e due rinunce. A rinunciare sono stati Antonio Domenico Sambataro e Stefano Perri, di cui parleremo in seguito. Hanno ottenuto invece l’aspettativa Consolato Minniti e Domenico Iozzo: il primo è assunto a tempo determinato presso il Tribunale, il secondo lavora per Fiorita a Catanzaro, anche qui a tempo determinato. Già il fatto che una pubblica amministrazione conceda l’aspettativa di un posto a tempo indeterminato, per consentire lo svolgimento di un lavoro a tempo determinato, è un caso particolarmente anomalo. Ai limiti delle interpretazioni normative, se non ben oltre.
Infatti le norme che stabiliscono le regole per la gestione dell’aspettativa sono quelle evidenziate dal Codice civile (art. 2110 e 2111), dallo Statuto dei lavoratori, dalla legge numero 53 del 2000 e dal decreto ministeriale 278, sempre del 2000. Queste norme prevedono che l’aspettativa possa essere concessa per motivi strettamente personali o familiari, esterne all’ambito lavorativo, consentendo al lavoratore di occuparsene senza perdere il posto. C’è un’unica eccezione per i dipendenti pubblici, che possono chiedere l’aspettativa ma soltanto per svolgere un’attività in proprio e non certo perchè hanno un altro contratto a tempo determinato.
Ancora più folle che l’aspettativa sia stata concessa, sia a Minniti che a Iozzo, durante il loro periodo di prova. Solitamente accade il contrario: quando un cittadino vince un concorso nella pubblica amministrazione a tempo indeterminato, può chiedere l’aspettativa – se ha un’altra assunzione indeterminata – di pari durata al periodo di prova, proprio perchè lo svolgimento del periodo di prova è sacro e inamovibile per concretizzare l’assunzione. Invece a Reggio Calabria succede il contrario: i giornalisti vincitori del concorso a tempo indeterminato per addetto stampa del Comune, chiedono e ottengono l’aspettativa durante il periodo di prova per continuare a dedicarsi delle loro mansioni a tempo determinato in altri Enti e conservare così il posto al Comune di Reggio – eventualmente – per un futuro, se e quando vorranno, se e quando non svolgeranno più il lavoro attuale a scadenza.
Follia assoluta.
Nessuno ha fatto ricorso, perchè non ne avrebbe avuto alcuna convenienza. Ma appare molto difficile che le norme possano essere interpretate correttamente in modo così spregiudicato. Può succedere soltanto al Comune di Reggio Calabria. E lo conferma il caso di Simone Carullo.
Il caso di Simone Carullo e del GOM di Reggio Calabria
Simone Carullo è l’addetto stampa del GOM di Reggio Calabria, che ha partecipato al concorso per addetto stampa del Comune reggino ed è arrivato 6°. Dopo l’aspettativa concessa a Minniti e Iozzo e le rinunce di Sambataro e Perri, l’ente ha deliberato l’assunzione di Filippo Sorgonà e Simone Carullo. Ma se Sorgonà è al lavoro a Palazzo San Giorgio già da un mesetto, l’assunzione di Carullo è stata bloccata dal GOM proprio per questioni amministrative. Evidentemente nell’amministrazione del GOM c’è qualcuno che conosce la normativa sull’aspettativa del pubblico impiego molto meglio rispetto agli stessi uffici di Palazzo San Giorgio: Carullo è assunto a tempo indeterminato al GOM e quindi non può ottenere l’aspettativa per andare a svolgere un lavoro a tempo determinato in un altro ente (è a tempo determinato perchè va a sostituire chi è in aspettativa). Il GOM con Carullo, quindi, ha adottato un provvedimento (sacrosanto, in base alle norme vigenti) che è esattamente l’opposto rispetto a quello che il Comune di Reggio Calabria ha adottato con Minniti e Iozzo (per giunta con l’aggravante di averlo fatto durante il periodo di prova!).
Fatto sta che dopo ulteriori rinunce o mancate risposte, nelle ultime ore il Comune ha assunto (sempre e solo a tempo determinato, in sostituzione dei due vincitori in aspettativa) Sergio Pelaia, che quindi passa dalla corte di Fiorita a Catanzaro a quella di Falcomatà a Reggio. I due addetti stampa del Comune di Reggio Calabria, oggi, sono – finchè Minniti e Iozzo non torneranno dall’aspettativa – Filippo Sorgonà e Sergio Pelaia, e in base a quanto evidenziato in Commissione, Falcomatà ha scelto Sorgonà come “capo ufficio stampa”. Lo stesso Sorgonà che nell’ultimo mese, durante questa trottola impazzita di aspettative, nomine, rinunce, carambole di incarichi e totali follie, era rimasto l’unico addetto stampa dell’ente. Confermando l’ipotesi che a scrivere quell’email di richiesta di rettifica a StrettoWeb rispetto all’articolo sulla sua nomina, con tanto di minacce nei nostri confronti, sia stato proprio lui!
Il caso di Stefano Perri
In conclusione, per completare il quadro è doveroso fornire le informazioni rispetto al caso di Stefano Perri, che pochi giorni fa ha rassegnato le dimissioni dallo staff di Falcomatà alla Città Metropolitana con decorrenza dal 5 dicembre, dopo aver già rinunciato al posto di addetto stampa al Comune. Strano, vero? Non troppo, se contestualizziamo la situazione: Stefano Perri è molto più che un giornalista per Falcomatà. Oltre ad essere un amico e uno dei pochi fidati consiglieri del Sindaco, ha alle spalle una lunga carriera di militanza politica nei partiti di estrema sinistra, di cui è stato anche responsabile giovanile provinciale per il Partito dei Comunisti Italiani. Più o meno come Sorgonà, anche se lo spessore giornalistico è di tutt’altro livello. Perri, infatti, ha abbandonato presto l’attivismo politico per dedicarsi al giornalismo sin da giovane. E’ laureato in giornalismo, è giornalista da molto tempo, scrive bene, conosce i segreti del mestiere e vanta numerose attività, esperienze e collaborazioni giornalistiche. Con Falcomatà ha avuto un feeling speciale e in tutta l’esperienza alla guida della città, il Sindaco l’ha sempre portato al suo fianco nella ristrettissima cerchia di consiglieri e giornalisti. Sempre e solo, però, a tempo determinato. Perri, infatti, aveva un posto di fiducia, a scadenza: quando Falcomatà non sarà più Sindaco, salterà anche lui.
Anzi, salterebbe, se intanto non vincesse un concorso a tempo indeterminato. E infatti ha partecipato, però è arrivato 4° che significa 3° per la rinuncia di Sambataro. Oggi avrebbe potuto prendere il posto al Comune, ma solo a tempo determinato per l’aspettativa di Minniti e Iozzo. Quando sarebbero poi arrivati Minniti e Iozzo, lui sarebbe nuovamente rimasto fuori. E così succede che Stefano Perri non risponde alla chiamata del Comune in forza alla convenzione, recentissima, voluta da Falcomatà, che consente alla Città Metropolitana di utilizzare lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi del Comune per le proprie assunzioni. La Città Metropolitana, quindi, può attingere dalle graduatorie del Comune per assumere chi è rimasto fuori dal Comune. In questo modo, evitando nuovi concorsi, si può recuperare la carenza di personale della Città Metropolitana tramite le graduatorie dei concorsi comunali. Stefano Perri, quindi, non prende il posto al Comune e si dimette dal contratto a tempo determinato nello staff di Falcomatà alla Città Metropolitana, per essere assunto a tempo indeterminato come addetto stampa della stessa Città Metropolitana che intanto, guarda caso, ha disposto un atto proprio per un posto da addetto stampa. L’assunzione di Perri alla Città Metropolitana non si è ancora concretizzata formalmente. Nei prossimi giorni avremo ufficiali conferme, o eventuali smentite, di questa ricostruzione.
Post Scriptum: in un mondo normale non avremmo neanche il pensiero di dover fare questa precisazione; a Reggio Calabria invece è necessario. Nessun giornalista di StrettoWeb ha partecipato al bando del Comune né tantomeno ha o ha mai avuto l’ambizione di fare l’addetto stampa in un ente pubblico. L’unico obiettivo di quest’articolo è raccontare ai cittadini la verità su come vengono gestiti i soldi pubblici e gli enti pubblici a Reggio Calabria dall’attuale classe dirigente che governa la città. A maggior ragione dopo la campagna d’odio e la macchina del fango che, addirittura in nome di “trasparenza e meritocrazia” (ma con quale coraggio!!), Filippo Sorgonà ha lanciato contro la nostra testata. Che invece fa semplicemente giornalismo.