Il IX Foro Mundial de la Gastronomia mexicana, legato alla cucina della tradizione Patrimonio UNESCO e realizzato in Italia, in Calabria, in occasione dei 150 anni dei rapporti diplomatici tra il Messico e il nostro Paese, si è concluso a Reggio Calabria dopo sei intense giornate di lavoro condivise dalla delegazione messicana con quella italiana e spagnola a Gerace ed Altomonte, ciò che ha collegato un evento internazionale di Patrimonio UNESCO conosciuto e consolidato alla promozione e valorizzazione di due tra i Borghi più belli d’Italia.
“Un’esperienza straordinaria, un’occasione molto importante d’incontro tra comunità di patrimonio culturale immateriale – dice Patrizia Nardi – un motivo in più per continuare a mantenere e per rilanciare a base culturale gli ottimi rapporti che da sempre hanno caratterizzato le relazioni tra i nostri Paesi e per l’Italia l’opportunità di vedere un Patrimonio UNESCO straniero in azione nel nostro Paese. Attuare la Convenzione UNESCO 2003 per la Salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale significa operare per incoraggiare la cooperazione internazionale e credo che questo importante evento nei borghi calabresi di Altomonte e Gerace, che si è chiuso nella Città dello Stretto, abbia significativamente contribuito a raggiungere gli obiettivi delle Raccomandazioni dell’agenzia dell’ONU sui temi del dialogo, dello scambio, della collaborazione. Un progetto complesso che abbiamo potuto mettere in atto anche grazie al lavoro interistituzionale, nazionale e internazionale, esempio di buona pratica amministrativa e ai nostri staff tecnici”.
La firma della Carta di Reggio Calabria – prima Città metropolitana in Italia a dotarsi del Registro delle Eredità immateriali – ha stigmatizzato l’impegno futuro dei partecipanti sul tema del patrimonio culturale immateriale e della cucina popolare e della tradizione riconosciuta in ambito UNESCO. La dichiarazione di intenti tra i soggetti istituzionali nazionali ed internazionali che hanno sostenuto il Foro Mundial in Italia, , gli esperti in materia UNESCO, l’accademia e le comunità di pratica messicane, spagnole, italiane e calabresi sarà finalizzata all’istituzione, nel 2025, di una piattaforma di lavoro per azioni condivise di diplomazia culturale e cooperazione internazionale che avrà a Reggio Calabria, Madrid, Città del Messico e Roma i punti nevralgici propulsivi.
“Credo che il Foro sia stato veramente un successo, perché si è aperto un dialogo che non c’era prima e perché tre comunità hanno deciso di portare avanti un programma comune, che sarà un programma di cooperazione ad ampio raggio – ha dichiarato Gloria Lopez Morales – un esempio unico nel mondo che coinvolge le comunità come centro d’interesse e promuove il lavoro delle Organizzazioni non governative, perché questo è il Conservatorio de la Gastronomia Mexicana. La collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nella salvaguardia dei patrimoni culturali immateriali è fondamentale per la vitalità e il futuro di questi patrimoni e non si può prescindere da un lavoro che deve essere condiviso fin dall’ideazione dei processi. L’azione top down è spesso dannosa e non riesce a coinvolgere le comunità di pratica empaticamente e questo può diventare un vero problema, perché la prima cura autentica ai patrimoni immateriali è quella che deriva proprio dalle comunità di riferimento. Penso che la Carta di Reggio Calabria sia una grande opportunità per tutti e credo che avrà molto da raccontare, nei prossimi anni, all’UNESCO”.
La dichiarazione d’intenti è stata siglata, per la parte istituzionale messicana, dal Segretario al Turismo del Michoacan Roberto Monroy e dal Consigliere diplomatico per la Cultura dell’Ambasciata del Messico in Italia Hector Alcantara e, per la parte italiana, da Stefania Baldinotti dell’ l’Istituto Centrale per il Patrimonio immateriale del Ministero della Cultura, dal sindaco della Città metropolitana Giuseppe Falcomatà e dai sindaci di Altomonte e Gerace Giampietro Carlo Coppola e Rudi Lizzi , da Patrizia Nardi, esperta di patrimonio UNESCO e referente italiana del progetto e Gloria Lopez Morales, Presidente del CCGM, che hanno ideato e attuato il progetto e redatto la Carta. La Carta sarà sottoscritta da tutti i partecipanti al Foro Mundial in Italia, che ha registrato la presenza di 30 esperti per il programma accademico e di 30 tra cocineras del Michoacan, chef, cuoche e cuochi della tradizione e la partecipazione, tra i vari ospiti, della Federazione Italiana Club per l’UNESCO, di Slow Food, del’Accademia Italiana della Cucina, della Real Academia Gastronomica spagnola e che ha registrato il saluto da remoto di Robert Baron, Segretario generale dell’Executive Board di ICH NGO Forum.
“Il Governo del Michoacán e il Ministero del Turismo, a seguito della firma della Carta di Reggio Calabria – ha dichiarato il Segretario del Turismo dello Stato del Michoacan – “ribadiscono il loro impegno a continuare a condividere questo importante percorso, mettendo a disposizione le politiche pubbliche e le migliori pratiche che sono state attuate nel Michoacán per più di due decenni, incentrate principalmente sul rafforzamento delle comunità e dei territori, sulla valorizzazione delle cucine tradizionali, sulla visibilità dei cuochi, sulla fornitura di nuovi strumenti che permettano loro di migliorare la qualità della vita, sempre nella stretta osservanza e nel rispetto dei loro usi, costumi e conoscenze ancestrali. Tutto ciò, riconoscendo il grande tesoro gastronomico custodito e rispettato nel nostro Paese, essendo il Michoacán lo Stato pioniere nel salvataggio, nella salvaguardia e nella promozione della nostra cucina tradizionale. In Michoacán, la firma dell’accordo di Reggio Calabria ci motiva a poter scambiare visioni e progetti futuri su questo tema e nel contempo a continuare a promuovere i cuochi tradizionali del nostro Stato cercando di mantenere viva la tradizione, in modo che le nuove generazioni continuino l’eredità e che la cucina tradizionale continui a essere una fonte di orgoglio comunitario, oltre che un veicolo per lo sviluppo della nostra gente”.
L’Ambasciatore del Messico in Italia, Carlos García de Alba, ha espresso grande soddisfazione per un progetto che per la prima volta ha portato un Patrimonio UNESCO di un altro Paese ad operare in Italia, ciò che certamente contribuisce ad attuare l’indirizzo della Convenzione UNESCO 2003 sul valore della cooperazione internazionale a base culturale.
“Il IX Forum Mondiale della Gastronomia Messicana, che ha celebrato la nostra cucina tradizionale come Patrimonio Immateriale dell’Umanità in Italia, in Calabria, è stato non solo un omaggio alla ricchezza culturale del Messico, ma anche un’opportunità unica di incontro e confronto con le tradizioni culinarie italiane. La firma della Carta di Reggio Calabria segna un passo importante verso un futuro di cooperazione culturale, con l’obiettivo di creare una piattaforma internazionale che promuova il nostro patrimonio gastronomico e rafforzi i legami tra Messico e Italia. Questo impegno congiunto, che coinvolge istituzioni, accademie e comunità locali, rappresenta una straordinaria occasione per valorizzare la cucina tradizionale come strumento di dialogo interculturale e sviluppo sostenibile. Siamo certi che le relazioni e le collaborazioni nate in questi giorni contribuiranno a un rafforzamento continuo del nostro patrimonio gastronomico come uno degli strumenti fondamentali per la costruzione di ponti tra le nostre nazioni”, ha dichiarato.
Contestualmente, la parte scientifica dei Paesi intervenuti al Forum ha sottoscritto l’Accordo trilaterale Messico-Italia-Spagna che ha come obiettivo l’istituzione di un’associazione internazionale per la salvaguardia della cucina tradizionale e popolare a partire dall’elemento che configura il Patrimonio UNESCO messicano, che si presenta come unico nazionale tra i riconoscimenti dello stesso tipo al mondo. L’accordo ha l’obiettivo di creare una piattaforma di dialogo che coinvolga le cucine Patrimonio UNESCO e gli stakeholder dei patrimoni immateriali legati al tema, allo scopo di attuare le raccomandazioni UNESCO sulla collaborazione e le politiche di prossimità.
“La cultura e il patrimonio culturale – dice Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale del Patrimonio Immateriale – sono certamente elementi essenziali delle relazioni internazionali. Progetti come il Foro Mundial de la Gastronomia mexicana, per la prima volta in Europa e in Italia grazie al lavoro congiunto di molte istituzioni e degli esperti, rientra a tutti gli effetti nelle strategie volte a rafforzare la cooperazione internazionale in materia di patrimonio culturale, rispondendo anche alle linee d’indirizzo della Commissione d’Europa sull’argomento, oltre che al dettato della Convenzione UNESCO per la salvaguardia dei patrimoni culturali immateriali, nell’ambito della quale si colloca l’attività istituzionale dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. In questa chiave, la partecipazione dell’Istituto alle giornate di lavoro in Calabria ha favorito il consolidamento di una rete di relazioni già avviata negli anni scorsi con alcuni Paesi dell’America Latina, tra cui il Messico, e apre un nuovo ambito di confronto e collaborazione che aiuterà le attività di formazione, lo sviluppo delle competenze e il trasferimento di conoscenze che sono elementi essenziali alla base della cooperazione internazionale”.
Sei giorni di lavoro organizzato in decine di panel con la partecipazione di relatori italiani e stranieri che si sono confrontati sul patrimonio culturale identitario, sull’alimentazione e il cibo sano come diritti dell’umanità, sui rischi legati ai cambiamenti climatici, sull’agricoltura sostenibile e le politiche di territorialità e prossimità, sulla qualità della vita che è imprescindibile e diritto di tutti, sulla parità di genere e sull’esperienza straordinaria delle cocineras del Michoacan, per le quali il riconoscimento UNESCO ha significato un percorso riconoscibilità, di crescita personale e di integrazione sociale.
Cuoche e cuochi della tradizione dei tre Paesi si sono misurati lavorando insieme al Carrusel gastronomico di Altomonte e ai Racconti Gastronomici di Gerace, chef di fama internazionalehanno raccontato il loro modo di interpretare la tradizione in modo innovativo mentre lo chef del Quirinale Pietro Catzola, Premio Bancarella della Cucina, intervistato da Alfredo Antonaros ha narrato la quotidianità del Palazzo e di come la tradizione della cucina italiana caratterizzi i pasti realizzati per i Presidenti piuttosto che per i numerosi eventi istituzionali con ospiti da tutto il mondo.
I lavori si sono conclusi nella splendida Città di Reggio Calabria, dove il patto culturale di Palazzo Alvaro ha dato valore all’impegno profuso e alla programmazione che verrà, sulla base già di un primo step, previsto in primavera a Roma, per la formalizzazione degli accordi che seguiranno alla Dichiarazione d’Intenti e per il formale avvio del progetto internazionale,
“Siamo stati molto felici di sostenere questo percorso, che ha portato “El Alma del Mexico” nel cuore del Mediterraneo, nella nostra Città: quando si parla di una Carta che porta il nome della nostra Reggio Calabria siamo consapevoli dell’importanza e dell’autorevolezza del momento storico che stiamo vivendo, soprattutto in relazione ad uno scambio culturale con uno Stato come il Messico, con il quale abbiamo tantissimi punti in comune e una storia che ci lega da secoli. Abbiamo l’idea di condividere le nostre tradizioni, la nostra cultura nel rispetto reciproco e la cucina, l’enogastronomia, il nostro stile di vita mediterraneo è una buona piattaforma da cui partire. La nostra terra è abituata ad aprirsi al confronto e alla condivisione e anche con il Messico c’è molto da imparare, rispetto alla una cultura importante e ultramillenaria. Lo facciamo attraverso un legame offertoci dall’ambito dei Patrimoni Unesco, grazie anche ad una serie di contatti e relazioni internazionali che ha portato avanti, in particolare, Patrizia Nardi. Siamo molto soddisfatti perché questa Carta rappresenta, senza dubbio, un punto di partenza dal quale potranno discendere anche altre attività di cooperazione e collaborazione nazionale e internazionale che possono spaziare dall’educazione alimentare e al cibo “buono” come diritto dell’umanità, ciò che ci potrà consentire di sperimentare percorsi di crescita di carattere culturale, turistico e commerciale intorno a quello che è un minimo comune denominatore, ossia la cultura enogastronomica dei nostri territori”.