Decreto Calabria: dal 2018 assunti 5 mila medici specializzandi

Aumento esponenziale della quota dal 4,5% del 2018 al 32,9% del 2023, grazie al cosiddetto 'Decreto Calabria'

StrettoWeb

Quasi 5 mila medici specializzandi assunti in 6 anni, con un aumento esponenziale della quota dal 4,5% del 2018 al 32,9% del 2023, grazie al cosiddetto ‘Decreto Calabria‘. Lo indica lo studio condotto da Anaao Giovani, che ha elaborato i dati Onaosi incrociandoli con quelli del Conto annuale del Tesoro. “Da un calcolo di certo sottostimato, il numero totale di assunzioni dal 2018 al 2023 di medici specializzandi [con il Dl] ammonta a 4955 assunzioni (172 nel 2018, 232 nel 2019, 930 nel 2020, 861 nel 2021, 1330 nel 2022, 1430 nel 2023)“, si legge nella relazione finale dello studio sul decreto, che ha normato la possibilità di essere assunti a tempo determinato, con automatica conversione del contratto a indeterminato al conseguimento del titolo di specialità, a partire dal 2°anno di specializzazione.

Questo dato, destinato ad aumentare nei prossimi anni“, commentano Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, e Giammaria Liuzzi, responsabile nazionale Anaao Giovani, “dimostra che l’unico modo per aumentare l’assunzione dei dirigenti medici nel Ssn è l’ulteriore potenziamento di questa modalità di assunzione, considerando anche l’indice di gradimento espresso dagli stessi specializzandi in una precedente survey Anaao Giovani“.

Oltre il 90% degli specializzandi è infatti favorevole all’adozione del Decreto Calabria (71,2% molto favorevole, 19,2% moderatamente favorevole) e oltre l’80% (81,8%) si è espresso a favore di una stabilizzazione oltre il 31 dicembre 2022. Nonostante abbia introdotto un cambio di paradigma, continuano, il Dl “resta ancora sottoutilizzato: permane un grande bias dovuto alla ristrettezza del numero di strutture inserite in rete formativa e nella metodologia di accreditamento delle stesse. Le assunzioni sono possibili solo nella rete formativa di una scuola di specializzazione nella medesima disciplina a cui lo specializzando è iscritto“.

Di Silverio e Liuzzi chiedono “che la manovra economica all’esame del Parlamento approvi che la struttura nella quale lo specializzando svolge l’attività lavorativa possa anche non appartenere alla rete formativa di una scuola di specializzazione della disciplina di interesse, purché sia in possesso dei requisiti di accreditamento“.

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